Pasqua 2014 di CdbViaCittàdiGap

Comunità cristiana di base di via Città di Gap – Pinerolo

Pasqua 2014
Non c’è Pasqua senza “passaggio”

 

P. Saluto all’assemblea

G “Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Togliamo via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, perché siamo azzimi.
Infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità” (1° Cor. 5,7-8).

T. Lode a Te, o Dio,
che hai dato una vita nuova a Gesù.
Possano le nostre opere
cantare la Tua lode nel mondo.
Ti benedica tutta la terra,
tutto il creato canti la Tua gloria.

P. Come tenere insieme nel vivere di ogni giorno la risurrezione di Gesù e la nostra?
Continua, o Padre, ad essere la nostra risurrezione,
risuscitandoci dalle nostre stanchezze e sonnolenze,
dai nostri tradimenti più o meno camuffati,
Tu che conosci meglio di noi l’umana fragilità.
Soprattutto metti la Tua speranza nei cuori e nelle mani
di coloro che gemono nell’oppressione più brutale;
apri per loro sentieri di giustizia e di libertà,
Tu che sai prendere per mano i deboli della terra.
La gioia della risurrezione di Gesù è visibile là
ove popoli oppressi, come risorti, balzano da nuovi protagonisti
dal letto della schiavitù e dal letargo dell’oppressione
per affacciarsi con speranza ad una vita nuova.

G. Come i pellegrini che compivano il loro viaggio verso Gerusalemme, Ti rivolgiamo la preghiera che accompagna i nostri giorni e riconosciamo che Tu sei la lampada che illumina il sentiero della nostra vita.

T. Luce ai miei passi è la Tua parola, lampada che illumina il mio sentiero, o Dio.

1. “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce” (Isaia 9,1)

2. “Se tu soccorri l’afflitto e il bisognoso, allora la tua luce vincerà sulle tenebre e la tua oscurità sarà come luce di mezzogiorno”.

G. Ora, per esprimere che Dio è, attraverso Gesù, la luce della nostra vita, portiamo sulla mensa ed accendiamo la candela pasquale.

Si accende la candela e si sosta in silenzio

CANTO

P. Con questa preghiera corale e litanica ora invochiamo Dio perché davvero la Sua luce ci dia pace e fiducia nel cammino

T. Signore, dacci oggi dei cuori pieni di riconoscenza per Te. Fa’ che ci perdoniamo ed accogliamo gli uni gli altri come Tu accogli e perdoni noi. Liberaci dalle agitazioni non necessarie, dalle parole inutili che ci impediscono di fare spazio ai fratelli ed alle sorelle e di ricevere da Te la Parola di sostentamento per la nostra vita.

G. Per i giorni in cui aspettiamo che siano sempre gli altri a muoversi, a fare anche per noi… noi ti preghiamo
T. Dio che ci perdoni e ci accompagni
G. Per i giorni in cui ci lasciamo prendere dalle “cose” o ci tuffiamo in esse, proprio per non ascoltare la Tua parola … noi Ti preghiamo
T. Dio che ci perdoni e ci accompagni
G. Per i giorni in cui sembra che il mondo inizi e finisca all’uscio di casa nostra e facciamo del quotidiano la nostra prigione … noi Ti preghiamo
T. Dio che ci perdoni e ci accompagni
G. Per i giorni in cui dal tesoro del nostro cuore e della nostra esperienza tiriamo fuori solo notizie e messaggi di morte e di stanchezza … noi Ti preghiamo
T. Dio che ci perdoni e ci accompagni
G. Per i giorni in cui, di fronte a tutte le ingiustizie e le violenze del mondo, non abbiamo avuto fede in te, e abbiamo pensato che Tu, Padre, ti fossi ritirato dal mondo, disgustato di averlo creato così, e ci avessi lasciati soli … noi Ti preghiamo
T. Dio che ci perdoni e ci accompagni
G. Per i giorni in cui ci fai il dono di sentire la tua presenza nel mondo e nei nostri cuori…
noi Ti ringraziamo
T. Dio che ci accogli e ci accompagni
G. Per questo nostro tempo, per noi dentro questo tempo: perché riceviamo i giorni da Te e li amiamo affidando alla tua bontà l’opera delle nostre mani e i desideri dei nostri cuori… noi Ti preghiamo
T. Dio che ci accogli e ci accompagni
G. Perché, in totale umiltà, ci ricordiamo che ciascuno e ciascuna di noi può essere un raggio di luce per qualcuno che abita nella disperazione, nella solitudine, nella malattia…noi Ti preghiamo
T. Dio che ci accogli e ci accompagni
G. Perché non ci dimentichiamo mai che Tu sei il giardiniere dei nostri cuori, che irrighi le zolle aride e puoi far scaturire sorgenti dal deserto… noi Ti preghiamo
T. Dio che ci accogli e ci accompagni.

SILENZIO

CANTO

P. Ma Pasqua significa “passaggio dalla schiavitù alla libertà”. Dice l’ebreo: “ognuno consideri che oggi esce dall’Egitto, dalla casa di schiavitù”.
Dio ha fatto “uscire” Gesù dal potere della morte. E noi, ciascuno/a di noi, è invitato ad attraversare qualche Mar Rosso, qualche idolatria, qualche egoismo, qualche indifferenza.

G. Il segno che abbiamo scelto e che siamo invitati/e a compiere personalmente, uno dopo l’altro, è simbolicamente espressivo di un “passaggio” che ci riguarda. Toccando con la mano l’acqua della bacinella, simbolo del Mar Rosso, esprimiamo a Dio silenziosamente la volontà di essere da lui sostenuti in qualche particolare “passaggio” di conversione e di liberazione. Ognuno pensi al “suo” passaggio.

Ognuno passa davanti alla bacinella e tocca l’acqua

G. Restiamo qualche istante in silenzio

CANTO

LETTURA BIBLICA – Luca cap. 24
In quello stesso giorno due di loro erano in cammino verso un villaggio chiamato Emmaus, distante circa due ore di cammino da Gerusalemme, e parlavano tra di loro di tutti questi avvenimenti. Ora, mentre discorrevano e discutevano, Gesù in persona si avvicinò e si mise a camminare con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Egli domandò loro: Che cosa sono questi discorsi che fate tra di voi camminando? Essi si fermarono col volto triste. Gli rispose uno dei due, chiamato Cleopa: Soltanto tu tra i pellegrini di Gerusalemme non sai quanto è accaduto in questi giorni? Chiese loro: Che cosa? Essi gli risposero: Ciò che è accaduto a Gesù di Nazareth che fu profeta potente in opere e parole davanti a Dio e a tutto il popolo; che gli alti funzionari del tempio e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi lo hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui che doveva liberare Israele; ma nonostante tutto, sono passati già tre giorni da quando questi fatti sono accaduti. E’ vero, alcune donne del nostro gruppo ci hanno sconvolti: essendo state di buon mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, vennero a raccontare di aver avuto una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Andarono poi al sepolcro alcuni dei nostri compagni e trovarono appunto come avevano detto le donne, ma lui non lo hanno veduto. Ed egli disse loro: O uomini incapaci a comprendere e lenti a credere a tutto quello che hanno annunciato i profeti! Non doveva forse il Messia patire queste cose per poter così entrare nella sua gloria? E, cominciando da Mosè e attraverso tutti i profeti, spiegò loro quello che in tutte le scritture lo riguardava. Quando furono vicini al villaggio al quale erano diretti, egli fece come se dovesse proseguire. Ma essi insistettero dicendo: Rimani con noi perché viene sera e il giorno già declina. Ed egli entrò per rimanere con loro. E quando fu a tavola con loro, rese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero; ma egli sparì dalla loro vista. E si dissero l’un l’altro: Non ci ardeva forse il cuore in petto mentre ci parlava per la strada e ci apriva il senso delle scritture? E all’stante partirono per ritornare a Gerusalemme, dove trovarono gli undici e i loro compagni che dicevano: il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone. Ed essi a loro vota raccontarono ciò che era accaduto per la strada come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

PREDICAZIONE

LIBERI INTERVENTI

MEMORIA DELLA CENA

T. In questa cena del Signore, pasto della riconciliazione e della fraternità, noi assaporiamo la gioia di essere inseriti nella storia di un popolo al quale è stata fatta grazia, il cui peccato è stato distrutto per operare il passaggio alla vita nuova in Gesù Cristo.

T. Mentre stavano mangiando, Gesù prese il pane, fece la preghiera di benedizione a Dio, poi spezzò il pane, lo diede ai discepoli e disse: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese la coppa del vino, fece la preghiera di ringraziamento, la diede ai discepoli e disse: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, offerto per tutti gli uomini, per il perdono dei peccati.
Con questo sangue Dio conferma la Sua alleanza. Vi assicuro che d’ora in poi non berrò più vino fino al giorno in cui berrò con voi il vino nuovo nel regno di Dio”. Cantarono i salmi della festa, poi andarono verso il Monte degli Ulivi.

COMUNIONE

CANTO

G. Possiamo ora condividere le nostre preghiere personali che concluderemo con il Padre nostro

PADRE NOSTRO
(scritto da una Comunità di Base brasiliana e adottato dalle Comunità di Base nicaraguensi)

Nostro Padre e Madre che stai per le strade,
nella nostra vita quotidiana e nelle nostre lotte;
che il tuo nome e il tuo messaggio
vengano riconosciuti,
che si faccia la tua giustizia,
che si viva la condivisione che tu ci hai proposto,
che gli sfruttati del mondo abbiano il pane,
che gli oppressi abbiano una dignità.
Dacci la forza di continuare quello che tu hai cominciato.
Mostraci come costruire una nuova società
nella quale gli uomini e le donne
vivano le nuove relazioni sociali.
Liberaci dalla nostra auto-sufficienza
e dalla sete di potere.
Fa che continuiamo ciò che Gesù ci insegnò
con gesti di condivisione e solidarietà;
che lo sguardo di Gesù ci aiuti a superare le barriere.
Dacci la forza ed il coraggio
di superare l’attrazione del denaro e dei privilegi.
Dacci la forza di resistere
alla società del consumo e delle false sicurezze.
Infondici una solidarietà a tutta prova. Amen.

BENEDIZIONE FINALE

P. Spero nel Signore, che io non resti confuso.
Signore, tutto mi parla di te, ma per quanto aguzzi lo sguardo, non riesco a vederti.
Mi hanno detto di non cercarti nei libri dei filosofi, le loro parole troppo difficili possono diventare come grovigli di rovi dove la tua Parola si impiglia e si lacera.

T. Mi hanno detto invece di cercarti negli occhi dei bimbi che non hanno nulla, eppure ti donano un sorriso; di cercarti negli occhi delle donne dei villaggi sulle Ande, che hanno detto: basta ad ogni sfruttamento e vivono e lottano per una nuova dignità ed una nuova speranza.

T. Speranza: ecco il tuo nome. Signore, non continuare a rimanere nascosto,
fatti sentire, vinci la nostra sordità e cecità.
Non lasciare che la speranza sia derisa da chi crede soltanto nei soldi e nell’apparire, o che si riduca a facile e passeggera illusione.
Dacci braccia robuste, badili, carriole, pietre e cemento per costruire la speranza insieme ai più poveri del mondo.

G. “Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in là.
Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai.
A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare” (E.Galeano).