Un appello al Papa e a tutti i cristiani di ClaudioEttoreOrnella

Claudio, Ettore, Ornella

Car* tutt* della Comunità di Base,

vado qui sotto a portarvi argomentazioni per l’idea di un appello aperto al Papa e a tutti i cristiani!

Come vedete in allegato, qualcosa comincia a muoversi nella Chiesa sull’ecologia, addiritura si parla di un’enciclica a riguardo. Probabilmente è tutto troppo tardivo (il punto di non ritorno del cambio climatico è stato anticipato al 2030), ma non possiamo negare la speranza, anzi.

Comunque, se si muove qualcosa, lo dobbiamo a Papa Francesco come persona e non tanto alla Chiesa come istituzione, quella che ha sempre coltivato e esercitato il potere di orientare le scelte personali e collettive… con un occhio di riguardo ai propri privilegi.

Comunque sia, pare che il “Papa non nasconda le sue simpatie per le iniziative anti-fracking e no-ogm in Argentina” (vedi allegati): un Papa movimentista quindi, un Papa NO-qualcosa, quando questo qualcosa, come il fracking e l’OGM è contrario alla “custodia del creato”.

Ma l’azione di Papa Francesco, che incontra la nostra attenzione, non riguarda solo l’ecologia. Faccio riferimento all’esortazione “Evangelii Gaudium” dove ci sono i paragrafi  52-60 che riguardano la questione sociale. Ettore Zerbino commenta a riguardo: “La critica è drastica: un’economia che produce esclusione (“rifiuti, scarti”). “feticismo del denaro”, “ideologie  che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria… negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune… una nuova tirannia invisibile”.

Interessante il contesto: “discernimento evangelico” (non sono i richiami soliti alle concezioni tomiste della società ben ordinata) nel § 51; denuncia nel § 60 dell’ideologia della sicurezza-repressione e della propaganda che colpevolizza i poveri e li “educa” come “esseri addomesticati e inoffensivi”, tema che trapassa poi in una critica alle culture contrarie all’inflessibile giustizia e liberazione evangelica (61-62). 

E sufficiente per dire che Francesco è una voce critica di denuncia (non so se servirà a risollevare la cosidetta dottrina sociale cattolica dal suo stato comatoso, ma certamente Ratzinger è lasciato alle spalle… ). Si conferma il richiamo al tema della cacciata dei mercanti dal tempio: ciò che è centrale in una struttura spirituale non può essere occupato dal mercato (intendendo il tempio nel senso profetico in cui Gesù di Nazaret vi entra e lo sovverte). C’è discussione… C’è, ovviamente, un importante salto di linguaggio ma anche un’interlocuzione di messaggi che si evocano a vicenda.”

Secondo me, dobbiamo aiutare questo Papa in questa sua azione di “rottura”. Dobbiamo dargli ulteriori riscontri oggettivi che da un lato rinforzino il suo convincimento, che già appare solido, e dall’altro lo alimentino con elementi oggettivi.

Arrivo al punto: in gran segreto le multinazionali statunitensi e europee stanno mettendo a punto, con la commissione europea,  un patto transatlantico di libero commercio e investimento che è qualcosa di più di una semplice trattativa di liberalizzazione commerciale. E’un attacco frontale che vede lobby economiche, Governi e poteri forti accanirsi su quello che rimane dei diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente e di cittadinanza dopo anni di crisi economica e finanziaria, in un più ampio tentativo di disarticolare le conquiste di anni di lotte sociali con le politiche di austerity e di redistribuzione del reddito verso l’alto. Vedi: http://stop-ttip-italia.net/

Agli occhi di TTIP non esistono cittadini: ci sono solo consumatori; ed essi devono appartenere alle società private che controllano i mercati e la loro ricchezza sociale deve essere prosciugata per portarla in alto, fuori della loro portata.

Ecco sotto, alcuni buoni motivi per fermare il TTIP. Vedi anche il video della Conferenza stampa alla camera dei deputati del 15 Maggio: http://webtv.camera.it/evento/6407

Sicurezza alimentare: le norme europee su pesticidi, Ogm, carne agli ormoni e più in generale sulla qualità degli alimenti, più restrittive di quelle americane e internazionali, potrebbero essere condannate come “barriere commerciali illegali”;

Acqua ed energia: sono settori a rischio privatizzazione. Tutte quelle comunità che si dovessero opporre potrebbero essere accusate di distorsione del mercato

Servizi pubblici: il TTIP limiterebbe il potere degli Stati nell’organizzare i servizi pubblici come la sanità, i trasporti, l’istruzione, i servizi idrici, educativi e metterebbe a rischio l’accesso per tutti a tali servizi a vantaggio di una privatizzazione che rischia di escludere i meno privilegiati

Diritti del lavoro: la legislazione sul lavoro, già drasticamente deregolamentata dalle politiche di austerity dell’Unione Europea, verrebbe ulteriormente attaccata in quanto potrebbe essere considerata “barriera non tariffaria” da rimuovere

Finanza: il trattato comporterebbe l’impossibilità di qualsivoglia controllo sui movimenti di capitali e sulla speculazione bancaria e finanziaria;

Brevetti e proprietà intellettuale: la difesa dei diritti di proprietà delle imprese sui brevetti metterebbe a rischio la disponibilità di beni essenziali, quali ad esempio i medicinali generici. Così come la difesa dei diritti di proprietà intellettuale possono limitare la diffusione della conoscenza e delle espressioni artistiche;

Gas di scisto: il fracking, già bandito in Francia per rischi ambientali, potrebbe diventare una pratica tutelata dal diritto. Le compagnie estrattive interessate ad operare in questo settore potrebbero chiedere risarcimenti agli Stati che ne impediscono l’utilizzo. In questo modo si violerebbe il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, incentivando iniziative economiche che mettono in pericolo la salute umana, animale e vegetale, nonché la protezione dell’ambiente;

Libertà e internet: i giganti della rete cercherebbero di indebolire le normative europee di protezione dei dati personali per ridurli al livello quasi inesistente degli Stat Uniti, autorizzando in questo modo un accesso incontra stato alla privacy dei cittadini da parte delle imprese private

Democrazia: il trattato impedirebbe qualsiasi possibilità di scelta autonoma degli Stati in campo economico, sociale, ambientale, provocando la più completa esautorazione di ogni intervento da parte degli enti locali

Biocombustibili: il TTIP attraverso l’armonizzazione delle normative europee in ambito energetico, incentiverebbe l’importazione di biomasse americane che non rispettano i limiti minimi di emissione di gas a effetto serra e altri criteri di sostenibilità ambientale.

In conclusione, ritorno sull’esortazione iniziale, che rivolgo a tutta la Comunità di Base di S.Paolo: l’idea di un appello aperto al Papa e a tutti i cristiani su queste tematiche! Se si potesse formare un gruppo di lavoro che mette a punto tale appello, mi rendo disponibile a animarlo; peraltro, sono certo che esperti della materia TTIP sarebbero disponibili a incontri chiarificatori, se necessari.

Cari saluti
Claudio

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Carissime/i,

scrivo sulla linea della proposta già formulata per esteso da Claudio Giambelli nel suo messaggio del 23 maggio sera. Mi trovo d’accordo e mi rendo disponibile per un gruppo di lavoro nell’intento di sottolineare il fatto nuovo (anche in senso ecumenico) di questo papa che predica, più che un evangelo sociale (anche), alcune chiare prese di posizione sui diritti, facenti corpo con l’evangelizzazione nell’umanità di oggi. Quello che noi possiamo fare, se ci pare opportuno, è il rendere concreta la denuncia di deformazioni strutturali della convivenza civile, e in specie quella (che non deve essere sfuggita nella pur sintetica formulazione della Evangelii Gaudium,§ 56) che stabilisce poteri arbitri al di sopra degli Stati che giudicano con criteri di regime-profitto superiori ai criteri di diritto-bene comune. 

E rilanciare. Possiamo argomentare che a questo precisamente mirano le trattative segrete miranti all’imposizione del Trattato Transatlantico TTIP e che ciò costituisce un’estrema minaccia contro la civiltà dei diritto: Terra mercato in luogo di Terra ecumene. Se dovesse prevalere il principio sottostante a questa trama di poteri finanziari che vogliono essere loro a fare le leggi,  sarebbe un passo contrario alla liberazione evangelica dell’umanità: più schiavi tutti del calcolo di ricchezza (per di più ricchezza finanziaria astratta, tanto più oppressiva ). Lo si potrebbe esprimere forse col tono esasperato di Rom 7,14…

E’ bene che ci pronunciamo in proposito e formiamo il gruppo di lavoro, grazie!
Ettore Zerbino 

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Caro Ettore, car* tutt*,
grazie Ettore di aver accolto la suggestione

Secondo Matteo 18: …”In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.”

Verosimilmente, il “nome” di Gesu’ vuole significare che “la sua persona, la sua via, la sua obbedienza al Padre e la sua carità diventano lo spazio nel quale vivono il discepolo e la comunità, così da prendere la stessa “forma” di Gesù, il suo modo di essere nel mondo, capaci quindi di prolungare la sua opera nella storia (Don Giuseppe Dossetti)”.

E nella “forma” di Gesu’ c’è anche, con grande continuità, la ricerca della giustizia e lo sdegno per l’occupazione centrale del “mercato” nella vita umana:

Vangelo: (Mt 6,24-34) In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Ma il pensiero dominante spinge in tutt’altra direzione: “Dobbiamo dire basta alla dilagante cultura anti-imprenditoriale. Basta alla criminalizzazione del profitto”. L’invito è del ministro dello Sviluppo Federica Guidi, che all’assemblea di Confindustria parla di “una semplice verità: solo un imprenditore che fa profitti può investire, crescere e dare occupazione”.

Senza contare poi il video di propaganda RAI che, in modo occulto, come è questo trattato, strizza l’occhio al TTIP [1], trattato del “libero” commercio e investimenti:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-00cf032b-4f9f-4a49-8b9b-d7254485c1b1.html

Ma lo scrivente,  Ettore e Ornella siamo entrati in risonanza con il pensiero di Papa Francesco sulla cura del “creato” e sulla tirannia dei mercati e speculazioni finanziarie – cose logicamente collegate –  pensiero che è nella linea della “forma” di Gesu’ e vogliamo “rilanciare” questa energia perchè percuota il sistema e i cuori duri e ottusi degli uomini e donne che, individualmente,  si accontentano delle briciole che cascano dai banchetti dei profitti e dimenticano che sono fatti per sedersi al tavolo grande della ricchezza sociale e naturale condivisa e comunitaria.

Questo piccolo gruppo di lavoro inizierà con molta ulmiltà i suoi lavori questa prossima Domenica 1 Giugno alle 9.30, prima della celebrazione domenicale, per delineare insieme il percorso di costruzione dell’appello al Papa e a tutta la comunità dei credenti. Immaginiamo anche che anche altr* che non vivono a Roma si possano aggregare con proposte di contributi scritti o con colloqui tramite Skype.