Il magistero politico dei quattro cuginetti uccisi di E.Peyretti

Enrico Peyretti
http://enricopeyretti.blogspot.it/

Cuginetti tra loro, i quattro bambini uccisi ieri dalle bombe tirate dal mare, sulla spiaggia di Gaza. Cuginetti tra loro, come i miei quattro nipotini, un po’ più piccoli.

Giocavano sulla spiaggia. Puoi tenere chiusi in casa i bambini, perché c’è la guerra? Tanto, anche le case vengono colpite. Il 75% dei 220 morti in 9 giorni, sono civili, disarmati (notizia dal GR1, oggi 17 luglio).

La rappresaglia è vendetta, cioè male aggiunto a male, e vendetta neppure proporzionata (limite imposto dalla legge mosaica del taglione), perciò moltiplicazione del male, istigazione alla vendetta infinita. Non esiste giustificazione alla rappresaglia. La rappresaglia non è difesa, non difende nessuno.

Inutile cercare il primo male: se si continua ad aggiungere male, lo si celebra come un dio che brama sacrifici umani. Ciò vale per la pena di morte, per i bombardamenti alleati sulle città nella seconda guerra mondiale, come per ogni atto di guerra.

La guerra (specialmente la guerra contemporanea, dati i mezzi che ha) è di sua natura, non per incidente, contro la popolazione. La guerra è terrorismo puro e semplice. Ormai, ogni guerra è un ricatto mortale inflitto ai popoli, per fare cambiare la politica di chi li governa: è come torturare un bimbo per fare che il genitore agisca diversamente. Se questi non cede, il bimbo soccombe. Come i quattro cuginetti che giocavano sulla spiaggia.

Ormai, ogni guerra, fatta da stati tirannici, o da stati sedicenti “democratici”, o da bande armate, è contro il “demos”, il popolo.

Democrazia autentica e guerra sono per essenza incompatibili. Democrazia è rispetto e realizzazione dei diritti umani tanto all’interno di uno stato, quanto all’esterno, ugualmente, altrimenti è in realtà tirannia e non democrazia: non basta il diritto di votare, per fare democrazia. Lo stato che fa guerra, o la prepara, non è democratico.

Dalla guerra può liberarci 1) una legge umana universale, della ragione e degli affetti, radicata nella cultura sociale, e 2) la resistenza dei popoli con la forza umana nonviolenta, che la storia contemporanea registra in crescita nelle coscienze e nella prassi. Chi vuole sapere la conoscerebbe se anche i media generalisti (e non solo la cultura di pace) la documentassero.