9° Incontro delle CdB europee a Buizingen: un resoconto e alcune riflessioni di M.Tosato

Massimiliano Tosato
Cdb Bologna – Segreteria tecnica nazionale cdb

Dal 19 al 21 settembre si è svolto presso la Parrocchia Don Bosco a Buizingen (Halle – periferia di Bruxelles) il 9° incontro europeo delle cdb. Prima di entrare nel merito mi corre di sottolineare che, come già a Vienna nel 2009, è stata una comunità parrocchiale ad ospitare i partecipanti giunti da vari paesi europei.Non si tratta di una affermazione generica, è il segno di una evoluzione che le CdB in europa,  come in america latina, hanno vissuto e stanno portando avanti attraverso una prassi che nasce dal percorso spirituale e teologico postconciliare.

Ciò è avvenuto (come a Vienna) anche in conseguenza, ma non solo, della mancanza di preti. La parrocchia di don Bosco è giunta a questa “soluzione” con un percorso iniziato proprio quando era ancora parroco padre Rik Deville che “ha preparato” i parrocchiani durante i suoi 20 anni di attività prima di andare in pensione.

In italia pur essendo consolidata, presso le nostre comunità di base, la prassi della celebrazione senza prete non esistono situazioni analoghe anche a causa della brutale repressione della gerarchia (con la complicità del Concordato) di ogni forma di “evoluzione” delle comunità parrocchiali sulla scia delle “aperture” del Vaticano II (dall’Isolotto a Lavello, fino a Mercogliano e alla Piagge).

Fatta questa debita precisazione ecco luna breve cronaca dell’incontro.

L’accoglienza è stata  calorosa e familiare (nonostante alcuni inevitabili disguidi) per gli oltre 80 ospiti stranieri giunti da 6 paesi europei: Austria, Francia, Italia, Olanda, Spagna (compresi i Paesi Baschi) e Svizzera. Senza trascurare la cinquantina di altri ospiti locali: Fiamminghi e Valloni. All’accoglienza e all’organizzazione hanno contribuito comunque anche altre comunità belghe.

Tutti i pasti sono stati consumati in locali attrezzati presso la parrocchia stessa. I partecipanti (non pendolari) sono stati ospitati in loco: parte nel dormitorio parrocchiale (spagnoli in primis) o presso famiglie delle comunità locali. Una ventina hanno invece dormito in un ostello a Bruxelles.

Il venerdì sera – dopo uno spuntino collettivo – è stato dedicato alla conoscenza dei vari gruppi/paesi attraverso una auto presentazione, con modalità differenziate, delle diverse realtà presenti. Gli spagnoli presenti in massa, con la più grossa delegazione straniera, hanno mantenuto fede alla loro dinamicità proiettando un video particolarmente vivace. La presenza delle CdB olandesi riapparse dopo anni di assenza è stata una gradita novità.

Il sabato mattina i lavori sono stati introdotti  da una relazione della sociologa Elke Vandeperre “Emanciparsi dal pensiero neoliberale” . Peccato per la scelta della lingua, il fiammingo, che ha impedito un accettabile ascolto alla stragrande maggioranza dei presenti, nonostante la disponibilità del testo (tradotto) in inglese e francese.

 

Sul contenuto della stessa ecco i commenti di Giuseppe Bettenzoli  (che sottoscrivo)

– la relazione di Elke Vandeperre ha avuto un taglio prettamente sociologico, indicando come la “religione” neoliberista permea la nostra mentalità e incide nella vita quotidiana. Buono il riferimento finale ad un processo comunitario per superare i condizionamenti e liberarci dall’impotenza. E’ stata comunque un’impostazione generica, senza entrare nello specifico del ruolo delle CdB e della loro testimonianza evangelica. Ha avuto tuttavia il merito di stimolare
riflessioni e dare imput al lavoro dei laboratori.

e le mie ulteriori considerazioni:

è mancato un auspicabile tentativo di proposta e di alternative concrete e possibili per piccoli gruppi – come le CdB. Troppo autoreferenziale rispetto a “Motief” e senza ancoraggio e/o riferimenti più pregnanti rispetto all’audience presente e alla realtà contingente.

 

Finita la relazione introduttiva ciascuno dei paesi partecipanti ha presentato il tema del proprio laboratorio.

  • Austria: Il vangelo ci renderà liberi: populismo e xenofobia
  • Belgio Fiandre: le comunità di base e le parrocchie crescono/si emancipano assieme
  • Belgio Vallonia: la competizione e la concorrenza impedire la libertà
  • Francia: come la crisi influenza il nostro modo di essere?
  • Italia: Le CdB di fronte alla “Chiesa di Roma che presiede alla carità”
  • Spagna: in cerca di un nuovo linguaggio teologico
  • Svizzera: la diversità è liberatrice (ad esempio l’ecumenismo)

La formula scelta per i lavori di gruppo – in teoria ciascuno avrebbe dovuto partecipare a due distinti laboratori – divisi in sessioni di un’ora e mezza ciascuno – ha avuto qualche criticità e nei fatti ha funzionato solo parzialmente; per noi  italiani – essendo solo quattro – non è stato possibile seguire tutti i laboratori (dovendo anche gestire le due sessioni del nostro). Il laboratorio italiano è stato gestito da Luigi Sandri.

L’unico commento attualmente disponibile sui vari gruppi è quello di Giuseppe Bettenzoli relativo al laboratorio austriaco

…” il laboratori che ho frequentato, quello dell’Austria sul tema dell’accoglienza degli immigrati ha innanzitutto puntato sui processi psicologici che ci inducono a rifiutarli (cultura diversa, comportamenti a noi non abituali, nostra valutazione sulla loro incidenza economica, percepita come negativa ecc.) e poi alle azioni positive nei loro confronti. Ne è emerso l’impegno delle CdB, soprattutto della Spagna, nell’organizzare iniziative per l’accoglienza degli immigrati; quello della Spagna sull’economia etica era organizzato sul tipo dei giochi di ruolo con l’aiuto di slides per evidenziare quale comportamento teniamo normalmente a proposito dei nostri soldi e per suscitare il desiderio di appoggiare iniziative (come la Banca Etica) che puntano al superamento di determinati parametri economici.

La domenica mattina i lavori sono ripresi con la celebrazione eucaristica comunitaria unitamente ai parrocchiani con una liturgia plurilingue, solo in fiammingo francese e spagnolo (in cui purtroppo noi non siamo stati precedentemente coinvolti). Al momento delle “intenzioni” ciascun paese ha espresso una propria preghiera.

In merito alla celebrazione ecco alcune considerazioni di Giuseppe

– la liturgia finale è stata gestita dai laici in modo originale e coinvolgente; significativo comunque che non si sia recitato il canone della consacrazione: è una rinuncia esplicita dei laici a non invadere il ruolo sacerdotale o esso non è ritenuto essenziale? La scelta tuttavia di utilizzare l’ostia invece del pane, fa supporre tuttavia che non si vogliano discostare troppo dalla tradizione.

e mie

 Devo confessare una certa delusione. In aprile – quando andammo come collettivo europeo- la celebrazione della parrocchia mi era piaciuta nonostante le grosse difficoltà di comprensione della lingua. Stavolta l’ho trovata povera e poco partecipativa. C’è stata molto parola” e  poca  Eucaristia” (e con una  traduzione francese discutibile – confermata da nativi francofoni). E una omelia inutile. Sarebbe stata auspicabile qualche momento in più di riflessione e un pò di silenzio. Discutibile a mio parere l’assenza di qualsiasi segno o simbolo eucaristico, non basta una bella tavola senza lo spezzare del pane e nessuna condivisione di vino, con il presidente che si  autocomunica per il primo,… Un aspetto molto piacevole è stata la partecipazione di una famiglia (padre e tre figli) che ha accompagnato la liturgia suonando e cantando i brani musicali. Congratulazioni!

 

Dopo la celebrazione eucaristica si è svolta l’assemblea per la redazione e approvazione del manifesto finale dell’incontro. Il convegno si è concluso con il pranzo comunitario (sempre a cura dei parrocchiani) prima del commiato finale, Stanchi ma felici, … in attesa del prossimo incontro europeo che presumibilmente si realizzerà in Italia nel 2017/8.

Chiudo con le parole di Giuseppe
“ è stata in definitiva un’esperienza significativa che mi ha permesso di valutare il grado di salute delle CdB europee”.

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Alcune mie riflessioni a margine …a ruota libera

La scarsissima partecipazione italiana mi impone alcune riflessioni a voce alta

– probabilmente non sono stato sufficientemente “convincente” nel trasmettere motivazioni adeguate per una favorire  un dibattito vero, sull’importanza e la necessità di una scelta comune e condivisa, per la realizzazione di un contributo “italiano” da portare al convegno, oltre a preparare un laboratorio

– conseguentemente a ciò la partecipazione è stata risibile: 5 partecipanti (4 maschi e 1 femmina) provenienti da 3 comunità  senza un contributo effettivo neppure di nessuna di queste. Ai 5 cui vanno aggiunte 3 partecipanti femmine, del gruppo “Thea-Teologia al femminile” di Trento.

Fortunatamente – per quanto riguarda il tema – Luigi ci ha “permesso di salvare la faccia”. A Vienna i partecipanti dall’Italia furono 17 (9 maschi e 8 femmine) espressione di 7 comunità diverse.

Con un tema e una relazione nostra; merito di una partecipazione e preparazione collettiva (non solamente di che era direttamente presente). …. ma forse ci sono anche altre ragioni

– una certa chiusura delle comunità su se stesse

– la convinzione che le tematiche “più adatte” possano essere solo alcune (il lungo e difficoltoso percorso per l’individuazione del tema del nostro prossimo incontro nazionale lo conferma), a scapito di temi meno universali e più prossimi alla vita e alla prassi quotidiana

– la bassa condivisione attuale delle nostre esperienze (*)

– la scarsa se non nulla propensione della CdB italiane a creare relazioni organiche (se vogliamo usare un termine cool: “fare rete”) con altri movimenti, quindi anche con le CdB di altri paesi.

– una certa stanchezza – forse dovuta anche la passare degli anni per quanto riguarda parte di noi – connessa ai troppi incontri, talvolta forse “spintanei”.

A tale scopo ricordo che nel 2009 si scelse di non fare l’incontro nazionale per favorire la preparazione e la partecipazione all’incontro europeo di Vienna.

(*) a proposito di esperienze penso che si potrebbe (… in vista del prossimo incontro europeo del 2017/8? )  pensare ad una riflessione sul nostro cammino teologico e sociale : sui sacramenti, sessualità, divorzio e aborto… come contributo – e perché no eredità – al “progresso” della società (in termini religiosi e non)