Se la fede istiga all’intolleranza di A.Esposito

Alessandro Esposito
www.micromega.net

A onor del vero il sito www.valdesi.eu, nella cui redazione siede il senatore di Forza Italia Lucio Malan, ci aveva già abituati ad esternazioni imbarazzanti (per chi le scrive prima ancora per chi, malauguratamente, vi si imbatte): come recita un antico adagio, però, al peggio non c’è mai fine. Un miglioramento, a voler essere onesti, si registra: l’articolo che figura sulla prima pagina del sito, a differenza della prassi abitualmente seguita , è firmato: a riprova del fatto che la vergogna è un sentimento del tutto alieno a determinati soggetti.

Il pezzo s’intitola: «L’urgenza del Regno di Dio» che, se davvero dovesse possedere i tratti delineati dall’autore, indurrebbe ogni individuo dotato d’umanità prima ancora che di senno ad abbracciare senza riserve un assai più auspicabile perché meno violento ateismo. L’articolo è difatti un allibente ricettacolo di scempiaggini, espressione del fondamentalismo più retrivo ed ignorante: vorrei riprenderne appena tre che, tra le molte che vi figurano, brillano per trivialità.

La prima di esse segue il mantra proprio della linea editoriale del sito, chiaramente improntato all’integralismo: la condanna dell’umanesimo, considerato alla stregua di male inestirpabile che ha dato luogo alle peggiori aberrazioni dell’orbe terraqueo, prima fra tutte, va da sé, la laicità (peraltro ancor lungi dal realizzarsi in Italia) delle istituzioni democratiche. La motivazione inconfutabile stante a fondamento di questa tesi oltremodo ardita? È presto detta: «Qualsiasi moralità poggia su fondamenti religiosi», cui segue il corollario: «Perciò, ogni sistema giuridico, vale a dire ogni stato, rappresenta un ordine religioso». Asserzioni che spero non debba leggere, rabbrividendo, lo stimato Zagrebelsky, e che già il povero Locke avrebbe considerate del tutto superate. Ma tant’è.

Non pago di cotanta mostra di cultura giuridica, l’autore regala un’ulteriore chicca, affermando che l’umanesimo finisce per equiparare senza distinzioni di sorta «tutte le religioni, vere [sic!] come il cristianesimo o false come l’islam». Aberrante. Roba da crociate, chiara attestazione di una prospettiva intollerante che, in tutta onestà, credevo ormai confinata in un passato lontano e che invece viene riesumata in maniera inquietante oltre che impudente.

Ma il meglio deve ancora venire. In uno sfoggio di misoginia inavvertita e per ciò stesso ancor più sconcertante, l’autore e fine teologo soggiunge: «Il vero obbiettivo, e nemmeno tanto velato, è che le donne, anche le donne mussulmane, siano libere di copulare in piazza con chi vogliono come già stanno facendo in qualche capitale europea le sacerdotesse del dio Umanesimo».

Si tratta di affermazioni di una violenza, oltre che di un’ignoranza, inescusabili, riguardo alle quali, se non prova vergogna lo (sprovveduto?) autore, ha il dovere di dissociarsi la redazione del sito disposto a pubblicare siffatte nefandezze. Il fatto che ciò non avvenga, anzi, che parole a tal segno insulse trovino spazio sul portale citato, indica chiaramente che chi lo confeziona e lo dirige nutre la ferma intenzione di fomentare l’estremismo religioso e l’intolleranza che lugubremente l’accompagna, entrambi figli di quella stessa ignoranza che innescano, in una sorta di tragica spirale.

Lo stesso articolo si conclude con un macabro appello alla guerra contro gli “infedeli”: funesto presagio di quell’Armageddon cui i fondamentalisti nostrani istigano senza ritegno, in spregio ad ogni richiamo, questo sì evangelico ma con ogni evidenza a loro ignoto, alla pace ed alla convivenza fraterna. Vero erede di questa fraternité è proprio quell’Illuminismo da costoro temuto e deplorato e che, a ben guardare, ha compreso meglio di tanti sedicenti credenti lo spirito che informava la vita e l’annuncio del profeta di Nazareth, fatalmente indigesto ai pii religiosi di ieri come di oggi.