Gruppo Thea di Trento e Rovereto

“Da l 2003 il nostro gruppo si è trovato ad intrecciare il proprio cammino con quello delle donne delle CDB e delle altre realtà che attorno ad esse si riuniscono negli incontri nazionali. Il comune interesse all’approfondimento di tematiche e allo sviluppo di pratiche, che ci aiutino a trasformare in esperienza la sete di spiritualità che ci urge dentro, ha preparato la via ai passi che abbiamo fatto tenendoci per mano. Per noi trovare mille consonanze, rispecchiarci nelle parole e nelle sensibilità delle altre, è stato bello ed importante; ci ha dato il coraggio di proseguire perché non ci sentiamo sole. Abbiamo condiviso con gioia il percorso di decostruzione del simbolico patriarcale, legittimatore di un mondo gerarchico e opprimente; abbiamo cercato e apprezzato i rapporti di sorellanza nel difficile passaggio di attraversamento del vuoto che si fa laddove le vecchie impalcature crollano. Dopo l’incontro di Genova, abbiamo riflettuto e ci siamo dette che per noi questo vuoto non è assenza di Dio, bensì il luogo in cui finalmente la leggera brezza della Ruha si fa respiro, soffio vitale di un’esistenza che non ci fa separate dalle altre/dagli altri e dalla natura, ma ci restituisce al flusso della generazione divina che tutto pervade senza mai ridurre nulla all’unità dell’indistinto. In questo vuoto vediamo riemergere con forza il sacro, non più prigioniero di chiese e ministri, ma presenza quotidiana che c’interpella per essere accolta e rispettata. Noi crediamo che da qui si possa partire per rifondare un’etica che lungi dal porsi come principio astratto sia invece capace di riconoscere il limite del soggetto e del momento. Crediamo anche che oggi più che mai sia necessario darci voce e osare quell’azione rigeneratrice senza la quale nessun presente può diventare futuro.”

Questo è ciò che abbiamo scritto nel settembre 2007 e ancora oggi ci riconosciamo in queste parole, ma vogliamo aggiungere che in effetti il percorso da allora ad oggi è stato ricco di spunti e ci ha condotte a comprendere meglio, anche grazie al contributo dell’ecofemminismo, il senso dell’appartenenza dell’umanità alla natura. Abbiamo scoperto la bellezza e la responsabilità dell’ “essere parte” e dell’ “aver parte”, fondando ciò non solo sulla base di una comprensione razionale derivante da letture e confronti, ma sull’esperienza vissuta sia nel rapporto con l’ambiente sia nella relazione con le persone. Da questo ha preso vita la nostra percezione del divino come realtà diffusa che è in noi e però in noi non s’esaurisce. Sulla base di queste esperienze anche la partecipazione ai momenti liturgici collettivi si è trasformata e il modo stesso di guardare alla chiesa e ai suoi ministri e ministeri ha cambiato volto, abbandonando ogni residua caratteristica rivendicativa/emancipativa. Consapevoli che il cambiamento non può essere solo rivendicazione di un ruolo o di uno spazio simbolico, ma è soprattutto frutto di una visione e di una pratica quotidiana, abbiamo cercato di trasformare la liturgia aprendola alla vera relazione tra persone ricche di vita, di dolori, di gioie e aspirazioni. La mensa condivisa ci parla di una vicinanza che non è più solo spirituale, ma coinvolge i nostri corpi e i nostri sensi riportandoci, proprio nel momento liturgico per eccellenza, alla vita di ogni giorno. Oggi che sempre più il mondo tende a proporre dinamiche di guerra tra fronti contrapposti e visioni di scontro che coinvolgono le religioni, le organizzazione politiche e i modelli sociali, oggi che la violenza appresa e usata al fronte diventa modello d’interazione nella realtà quotidiana, oggi che il patriarcato mostra il suo volto più orribile nell’azione dell’Isis, ecco oggi per noi è ancora più importante procedere lungo questo cammino di relazione al femminile. Donne consapevoli dell’importanza dell’ascolto, della parola e della cura in rapporto all’umano, al naturale e al divino, conoscitrici delle diversità che non separano, serene nel riconoscimento del limite ma costantemente alla ricerca della giustizia che è spazio di vita per chiunque: questo cerchiamo di essere. Il filo che vogliamo annodare nella trama dei nostri incontri è questo e sappiamo che per ora non possiamo conoscere le forme che assumerà il disegno, ma l’armonia che sappiamo costruire è e sarà garanzia della bellezza.

Gruppo Thea, settembre 2016