Al Vescovo di Gorizia

Monsignor Dino De Antoni

 

 

La comunità cristiana di base, composta da persone diverse per collocazioni politiche e riferimenti culturali, immerse quotidianamente come volontari nella Comunità Arcobaleno, dispersa da 29 anni negli scantinati della storia ecclesiale goriziana, che si riunisce per ascoltare la parola di Dio nella quale ritrova le ragioni delle scelte di allora e di oggi, si rivolge a Lei per una proposta che esprime una urgenza ma anche una forza chiarificatrice.

A 30 anni dalla Riforma Carceraria, la stessa Comunità Arcobaleno ha organizzato, mercoledì 30 novembre 2005, un incontro pubblico per rendere visibile il disagio degli operatori della giustizia e di quelli del carcere, dei detenuti e delle loro famiglie, delle organizzazioni sociali e del volontariato chiamati a supplire al vuoto di politiche e di luoghi capaci di coesione sociale, dei cittadini tutti che non ottengono giustizia e delle fasce sociali più deboli che non vedono egualmente garantiti i loro diritti.

In Italia ci si sta mobilitando con l’iniziativa “Amnistia per Natale” perché termini nei nostri carceri un sistema da terzo mondo; con la legge Cirielli la situazione è destinata a peggiorare ed è ignobile continuare a speculare sulle speranze di milioni di persone.

Anche Giovanni Paolo II a Montecitorio, durante il Giubileo, chiese alla politica un atto di clemenza nei confronti dei detenuti; la sua richiesta è rimasta inascoltata anche per il mancato sostegno di tutto l’apparato ecclesiale.

La storia della relazione tra Dio e l’uomo può trovare un termine fortemente espressivo nella parola “liberazione”. Ogni intervento di Dio sull’uomo acquista il carattere di una “libertà ritrovata”, di una “salvezza”.

Una Chiesa che non comprende l’urgenza della questione è una Chiesa che non intende affrontare il problema sociale di persone non garantite.

Le letture sacre delle terza domenica di Avvento, “Non spegnete lo Spirito” (1 Tess. 5,19), ci hanno scosso e ci hanno spinto a scriverLe questa lettera.

Gorizia ha bisogno di unimpegno di evangelizzazione e di comunità che raccoglie e fa crescere persone sempre più capaci di vivere a fondo le solidarietà legate alla costruzione di un mondo sempre più in linea con le esigenze del Regno di Dio e capaci di andare controcorrente e di cambiare rotta.

Per questo, Le proponiamo di non celebrare in Duomo il Pontificale delle ore 10.30 nel giorno di Natale, ma di celebrare la Messa con i detenuti all’interno di via Barzellini quale segno di condivisione con il messaggio: “Lo Spirito del Signore mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a proclamare la scarcerazione dei prigionieri” (Is. 61,9) e annunciando alla Diocesi questa sua scelta.

Sappiamo che tante cose sono desiderate dalla gente e sappiamo che molte paure dei “Pastori” a muoversi secondo il Vangelo, sono create dalle loro abitudini. E la gente, nel suo tradizionalismo, è difficile da smuovere ma non impossibile.

Anche da Giovanni la gente accorreva, ma il Battista “confessò e non negò, e confessò: Io non sono il Cristo ……” (Gv. 1,20) …… “voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore” (Mc. 1,3).

In un momento in cui la Chiesa sembra capace di mobilitare la piazza e di mettersi al centro dell’attenzione e dell’omaggio dei mezzi di comunicazione, un gesto simile farebbe riflettere: perché i discorsi li porta via il vento, quello che conta sono i fatti; e i fatti che contano nella vita sono legati a dei volti: “…… fui forestiero e mi accoglieste, fui in progione e veniste da me.” (Mt. 25,35-36)

Il Regno di Dio che si manifesterà, noi lo dobbiamo preparare giorno dopo giorno con l’essere vigilanti perché ogni giorno si manifestano davanti a noi possibilità di scelte che vanno nel senso della realizzazione della pienezza umana.

Dobbiamo vivere queste scelte unendo insieme i momenti dell’interiorità che sono fondamentali con la realtà esterna. Non possiamo raccontare a Dio le preghiere che abbiamo fatto se non raccontiamo a Dio le premure che abbiamo avuto per l’uomo. La solidarietà con la crescita del mondo è il principio fondamentale di questo cammino di Avvento: non avvenga che ci consoliamo con le nostre liturgie mettendo da parte l’unica realtà santa che c’è nell’universo e che è l’umanità vivente.

Ci viena offerta una occasione: “Amnistia per Natale”! Apriamoci a questa possibilità. Tutto questo dobbiamo volerlo altrimenti Gesù, “divenuto ormai un bene di consumo, anche di carattere spirituale che non disturba più le coscienze”, rimane uno sconosciuto e si realizzerebbero così le parole di Giovanni Battista: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete” (Gv. 1, 26).

Assieme agli auguri di Natale preghiamo perché Dio l’aiuti a fare questa non facile scelta.

 

Gorizia, 18 dicembre 2005

 

La comunità cristiana di base

 

 

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