Hans Küng,

Umstrittene Wahrheit. Erinnerungen” (Verità discusse. Ricordi)

Piper Verlag, 2007 Monaco

 

IL VECCHIO LEONE

Fra pochi mesi compirà 80 anni. Sembrava essersi un po’ acquietato e “riconciliato” con l’amico degli anni conciliari. Non è così, per nostra fortuna.

Il vecchio leone, il teologo cattolico Hans Küng, torna all’attacco con un libro graffiante, in cui non fa sconti a Ratzinger.

Nel suo nuovo libro compare un preciso atto di accusa nei riguardi dell’attuale pontefice, come ci documenta Andrea Tarquini in Repubblica di lunedì 10 settembre: “Ratzinger era professore di teologia con me, ma poi si rivelò figlio di un gendarme, quale era. Si piegò alla Curia, mi denunciò come “non cattolico” e mi fece condannare. E lo fece facendo il doppio gioco: mi scriveva lettere di riconciliazione e intanto preparava le sanzioni contro di me".

Ecco, riassunto in due parole, quanto Hans Küng, il celebre teologo ribelle tedesco, racconta nel suo nuovo libro di memorie, “Umstrittene Wahrheit. Erinnerungen” (Verità discusse. Ricordi), appena uscito in Germania per i tipi dell’editore di Monaco Piper Verlag.

Una resa dei conti con Papa Benedetto XVI, con cui pure egli pareva essersi riconciliato dopo un incontro recente. Di cui Der Spiegel riferisce il contenuto essenziale. Küng e Ratzinger erano insieme professori all’università di Tubinga, che possiede una delle più vivaci e importanti facoltà di Teologia d’Europa.

Fu Küng a proporre con successo di assumere a Tubinga quel teologo che insegnava a Muenster. "Per tre anni lavorammo insieme", racconta Küng nel suo libro, non senza dettagli divertenti: Küng allora amava le Alfa Romeo, Ratzinger andava in bici. Spesso, col maltempo, Küng dava un passaggio a Ratzinger caricando la sua bicicletta nel vano bagagli della sportiva italiana.

“Mi sembrava che fossimo sulla stessa lunghezza d’onda”, scrive ora il teologo. Invece non fu così, racconta ancora. Quando, alla fine dei Sessanta, le spinte riformatrici conciliari si esaurirono nella Chiesa, venne il momento della scelta. "Per me come per lui. Al contrario di lui io decisi di schierarmi non con le gerarchie di Roma e con una Chiesa centralista… volli essere un cristiano cattolico al servizio degli uomini dentro e fuori la Chiesa”.

Il vento del Sessantotto secondo Küng “traumatizzò” Ratzinger: non seppe affrontare il dialogo coi giovani.

“Non lo interessava la Chiesa del nuovo testamento ma la Chiesa del Padre, beninteso senza madre… ovviamente il figlio di un gendarme cresce diversamente dal figlio di un commerciante”, aggiunge non senza un po’ di veleno.

"Lasciata Tubinga nel 1969, Ratzinger – narra ancora Küng – dieci anni più tardi, nel 1979 denunciò in pubblico me, suo ex collega. E fece una specie di doppio gioco: su mia richiesta mi scrisse una lettera di riconciliazione. Settimane dopo venne la dichiarazione della Congregazione della fede, che mi privava del diritto di insegnare Teologia in nome della Chiesa".

Purtroppo, sostiene ancora Küng, "tra chi non ebbe il coraggio di appoggiarmi dopo ci fu anche il cardinale Lehmann, il liberale numero uno della Conferenza episcopale tedesca".

Ora attendiamo che il libro esca in lingua italiana. La traduzione è pronta. Speriamo che un editore trovi il coraggio di pubblicare queste pagine di storia postconciliare.

 

Da:

Riflessioni e commenti di don Franco Barbero

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