Comunità dell’Isolotto

Assemblea domenicale del 30 ottobre 2005

 

Gruppo: Lucia, Franca, Paola, Antonietta, Gioietta.

 

Adozioni e affidamenti

 

L’argomento della nostra assemblea si occupa ingenerale- seguendo il filo conduttore delle ultime assemblee domenicali - dei bambini, scendendo in particolare sul problema delle adozioni.

Abbiamo invitato il presidente dell’Associazione ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie) Paolo Raspanti.

Abbiamo introdotto l’argomento con alcune letture:

  1. - un brano del Vangelo sul valore che viene attribuito ai bambini;
  2. - brani tratto dal libro “Non siamo capaci di ascoltarli” di Paolo Crepet, psicologo e sociologo che molto spesso tratta argomenti quali l’infanzia e adolescenza, riflettendo sui rapporti con il mondo degli adulti;
  3. - un brano di un’insegnante toscana, Mery La Rosa, che ha raccontato semplicemente le sue esperienze – belle e difficili – di madre adottiva di ben sei bambini di varie nazionalità.

 

Se mi chiedessero di scrivere una lettera a una bambina che sta per nascere, lo farei così.

Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa t’hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la ma crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a stringerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto d'affetto?

Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni - segnali a volte sfacciati delle nostre assenze - ma di attenzioni. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre ma facce di una stessa luna presente.

Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri con la convinzione che se ne possano giovare: cosi nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità.

Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai correre la mediocrità per riempire vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore.

Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia.

Paolo Crepet


“ Ai miei meravigliosi figli,

mio unico e assoluto pensiero quotidiano

Al padre dei miei figli

compagno di sorrisi e lacrime

A tutti i bambini

di cui non potrò mai essere mamma

e a tutti i grandi che diventeranno

babbo e mamma di quei bambini “

Mery La Rosa


 

Quattro domande a Paolo Raspanti:

 

D. Entro il dicembre 2006 dovranno essere chiusi per Legge tutti gli Istituti. Ti risulta che ci si stia preparando a questo? Cosa succederà di tutti i bambini e ragazzi che oggi ci stanno dentro?

 

R. Non è così semplice. Alcuni verranno sì smantellati, ma altri resteranno, modificandosi, diventeranno cioè case-famiglia. Ma attenzione, per una casa-famiglia ci vogliono una figura materna e una paterna, se no che famiglia è? E questo non sarà possibile. Perciò bisognerà stare attenti a quel che succederà.

 

D. Sappiamo che c’è un disegno di Legge proposto dalla Ministra delle Pari Opportunità, per cui gli stessi aspiranti all’adozione avrebbero diritto a fare una autocertificazione, su cui poi naturalmente sarebbero fatte le verifiche necessarie. Questo per snellire la procedura burocratica. Che ne pensi?

 

R. A noi non pare una buona cosa. Credo che porterebbe confusione e il tempo poi non sarebbe abbreviato, perché le verifiche sono sempre lunghe.

 

D. C’è un altro disegno di Legge al Senato, che propone di estendere la capacità adottiva alle coppie di fatto e ai singles. Che te ne pare?

 

R. Non mi sembra una soluzione praticabile, perché ci sono già tante domande di adozione che superano la disponibilità attuale. A quelli si darebbe una speranza che non verrebbe mai esaudita.

 

D. Ma sarebbe un allargamento della prospettiva, una presa di coscienza che la società sta cambiando e che se ne vuole tenere conto. E poi che se ne fa di tutti quei ragazzi troppo grandi o con problemi di handicap che nessuno vuole? L’allargamento non aiuterebbe, al di là di ogni altra considerazione, a gestire meglio il problema?

 

La risposta non ha sostanzialmente modificato quanto detto prima.

L’argomento è stato poi ripreso nel dibattito che è seguito. Qualcuno ha rilevato una eccessiva rigidezza nella esclusione delle coppie di fatto, dei singles e degli/e omossessuali. Se è giusto – è stato detto - che il principio cardine della adozione sia di dare una famiglia ai minori e non di dare un minore a una famiglia, è anche giusto che l’adozione non sia strumentalizzata per appesantire la discriminazione. L’adozione non è un diritto per nessuno ma è un diritto essere riconosciuti “capaci di adottare” per le coppie di fatto, i singles, gli/le omosessuali con le stesse regole e limiti che riguardano le famiglie cosiddette regolari. E questo vale anche a livello simbolico perché si devono dare messaggi chiari di apertura e di speranza affinché la società nel suo insieme cresca e si apra sul tema della adozione.

Si è anche parlato di affidamento, rilevando come la disponibilità all’affidamento sia sempre troppo scarsa, mentre l’affidamento sarebbe di fatto il punto di forza di tutta la faccenda. Perciò si è concluso prendendo l’impegno da parte della Comunità di organizzare insieme ad altre realtà locali un dibattito allo scopo di sensibilizzare al problema gli abitanti del Quartiere.

L’assemblea si è conclusa con l’eucarestia.

 


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