Tra conflitti e crimini ambientali.

 

Mercoledì 24 ottobre ho partecipato a Roma ad un'iniziativa interessante ed emozionante, spaccato di un pezzo locale che diventa respiro ed irradiamento mondiale.

Interessante: si è inaugurato, nella simbolica e splendida cornice del Bioparco di Villa Borghese uno spazio semplice ma architettonicamente attraente, il Centro Documentazione Conflitti Ambientali, gestito dall'Associazione A SUD Ecologia e Cooperazione Onlus, reso possibile anche grazie al contributo dell'Assessorato Regionale del Lazio all'ambiente e cooperazionee dalla Vice Presidenza del consiglio Comunale di Roma.

Il Centro, con tanto di biblioteca in progress e portale on line, nasce dall'esigenza di indagare, studiare e divulgare le cause e le conseguenze dei conflitti generati dallo sfruttamento delle risorse naturali e dei beni comuni nel Sud del Mondo, ma soprattutto dall'urgenza di avvicinare il sud e il nord del mondo attraverso un processo di comprensione reciproca e di costruzione di spazi comuni, al fine di intraprendere assieme la lotta contro per il superamento della grave crisi che attanaglia il nostro pianeta.

Emozionante: per le presenze che esprimevano una rete di soggetti, di associazioni, di popoli che quotidianamente vivono dal di dentro questi conflitti e lottano per la riappropriazione di beni comuni come la terra, l'acqua, la stessa aria che sta diventando anch'essa una merce di importazione ed esportazione.

Luis Evelis Andrade, presidente dell'organizzazione di ben 84 nazionalità indigene colombiane, e Eugenio Rojas, sindaco di Achacachi e leader dei movimenti indigeni boliviani Ayamara, ci hanno meso invitati a guardare alla lotta che essi fanno per la difesa dei loro territori e della biodiversità in essa presente come ad una traccia condivisa per un cambiamento graduale ma necessario del modello di sviluppo esistente, rapace e disumano.

Dirompente l'intervento dell'indiana Medha Patkar, che conduce da più di vent'anni una intensa e rischiosa campagna contro i faraonici progetti che distruggono vasti territori e producono milioni di sfollati; ultimo quello della Tata-Fiat nel Singur, nel Bengala occidentale, che con il progetto "small car" mette a rischio un vastissimo terreno molto fertile e dedito alla agricoltura dal quale migliaia di contadini ricavano le risorse per vivere con dignità e in autonomia comunitaria.

Ma tutto questo- dice Medha - ci riguarda tutte e tutti perchè è la stessa lotta che ci vede collegate/i ai movimenti che lottano a Scanzano, in Val di Susa, a Vicenza e in tanti territori del mondo che rischiano la devastazione capitalistica; per questo ci ha dato da sottoscrivere un Appello dei movimenti italiani per una resistenza condivisa tra India e Italia contro l'aggressione neoliberista.

Concetto che viene ripreso e ribadito da Alex Zanotelli che parte dalla "monnezza napoletana e campana" per articolare un'ampia riflessione che ha come leit motif da una parte la sfiducia nei partiti e nei governi esistenti, troppo subalterni ai poteri economico-finanziari nazionali ed internazionali, e dall'altra la volontà, l'impegno e la capacità di costruire nuovi percorsi che viene da un insieme direte che nascono dal basso.

Una nota di speranza ci viene dal premio Nobel Adolfo Perez Esquivel che annuncia la creazione di una Corte Penale Internazionale dell'Ambiente: non è forse un crimine, dice, che, per produrre carburante al fine di alimentare le auto, si producono agrocombustibili e conseguentemente si sottraggono alla produzione alimentare milioni e milioni di ettari di terreno quando nel mondo ogni giorno muoiono di fame 35000 mila bambini?

Per conoscere, aggiornarsi su queste tematiche si può visitare il portale: www.cdca.it

 

Peppino Coscione

 

 

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