Quale speranza?

Se scorrete l’indice delle note poste al termine dell’enciclica “Spe salvi”, non potete non osservare come gli autori e i brani scelti da Benedetto XVI devono far risaltare un quadro d’insieme che è sostanzialmente ecclesiastico-romano ed in gran parte autoreferenziale, preconciliare, con un’escatologia ricondotta alla “dottrina dei novissimi, a conforto delle anime spiritualmente “pie”, ma che politicamente non possono non essere educate alla conservazione se non addirittura alla reazione nei confronti di coloro che non si arrendono di fronte alla drammatica situazione materiale e spirituale di milioni e milioni di uomini e donne e al degrado ambientale.

A questo papa è sufficiente dirci:

“Possiamo liberare la nostra vita e il mondo dagli avvelenamenti e dagli inquinamentiche potrebbero distruggere il presente e il futuro.
Possiamo scoprire e tenere pulite le fonti della creazione e così, insieme con la creazione che ci precede come dono, fare ciò che è giusto secondo le sue intrinseche esigenze e la sua finalità. Ciò conserva un senso anche se, per quel che appare, non abbiamo successo o sembriamo impotenti di fronte al sopravvento di forze ostili. Così, per un verso, dal nostro operare scaturisce speranza per noi e per gli altri; allo stesso tempo, però, è la grande speranza poggiante sulle promesse di Dio che, nei momenti buoni come in quelli cattivi, ci dà coraggio e orienta il nostro”

“Per quel che appare” , una finezza, un’ipocrisia o un’impossibilità di conciliare la grande speranza, come Benedetto XVI chiama Dio, con il dramma esistente nell’umanità e nel mondo e di fronte al quale lo stesso Dio non può nulla?

Sette citazioni dal Catechismo ma la voluta rimozione del Concilio Vaticano II :della sua forza profetica che si esprimeva con un linguaggio di passione, di fiducia e diappello alla trasformazione del mondo, presente soprattutto in quella sorta di magna carta della speranza che è la Gaudium et Spes, dicembre 1965.

Rimosso il Concilio Vaticano II, come potevamo trovare riferimenti a teologi e teologhe della liberazione, a testimoni della speranza nel mondo contemporaneo, come Balducci, Dossetti, don Milani, La Pira, Adriana Zarri anche a Maria Teresa di Calcutta, nonostante le ombre che si sono addensati sulla sua fede-speranza?

Inesistente poi l’afflato ecumenico che se ci fosse stato non avrebbe potuto mancare di fare riferimento esplicito al grande teologo evangelico Jürgen Moltmann che nello spazio del decennio 1964-1975 ha scritto, come è stato detto,una trilogia della speranza : Teologia della Speranza ( 1964 ), Il Dio Crocifisso ( 1972 ), La Chiesa nella forza dello Spirito ( 1975 ). Una trilogia che ha segnato una tappa fondamentale nella storia della teologia del nostro secolo, una riflessione teologica “militante” allasi sono abbeverate tante persone dell’ecumene cristiana soprattutto nel ventennio ’65-’85 che hanno vissuto la speranza nelle lotte di liberazione sociale ma anche ecclesiale.

Che ce ne facciamo della speranza di Benedetto XVI se la Chiesa anche quella Istituzionale non si impegna seriamente, come scriveva Hans Küng nel suo libro del 1990 dal titolo CONSERVARE LA SPERANZA:

  • nel movimento pacifista, non soltanto per il disarmo, ma più profondamente contro la follia degli armamenti e per uno spirito di pace a tutti i livelli ( compreso quello privato )
  • nel movimento ecologico, non soltanto per la difesa dell’ambiente ma più profondamente contro la follia dello sfruttamento e per uno spirito di rispetto e conservazione della creazione a tutti i livelli ( compreso quello privato )
  • nel movimento alternativo, non soltanto per modi umani di produzione e consumo, ma più profondamente contro la follia dello spreco e per uno spirito di rinnovamento, un nuovo atteggiamento di fondo, una nuova scala di valori per la nostra vita ( anche privata )
  • nel movimento sociale, non soltanto per nuovi doveri sociali, ma più profondamente contro la follia della concorrenza e per un diverso spirito di collaborazione e condivisione economica a livello mondiale?

Si può essere credibili testimoni della speranza senza essere parte di questi movimenti?

Ho un sogno… diceva Martin Luther King

Che un giorno riusciremo
a estrarre dalla montagna della disperazione
una pietra di Speranza

Peppino Coscione