Memo Sales

La Passione secondo Matteo: ci interpella ancora?

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Matteo 26,14 - 27,66

La liturgia della domenica delle Palme ci propone il racconto della passione di Gesù, iniziando dal racconto del tradimento di Giuda. E’ tutto un susseguirsi di fatti raccontati in modo avvincente da Matteo che mettono in evidenza il rapporto di affetto di Gesù con i discepoli, una notevole paura, l’abbandono da parte dei discepoli stessi ed infine la Via Crucis dall’arresto fino alla morte in croce per mano dei romani (che non erano certo dei novellini nell’eliminare i sovversivi).

Mi ricordo quando molti anni fa (era la primavera del 1956...) nelle chiese si incominciò a celebrare "ad experimentum" la liturgia della settimana santa in italiano. E fu la mia sorpresa nell’ascoltare con attenzione la lettura della Passione (avevo allora 13 anni ed ero anche un bravo chierichetto).

Fu una bella scoperta: finalmente capivo qualche cosa di quello che il prete leggeva all’altare. E poi la lettura fatta a 3 voci (maschili!!) e una certa coreografia che oggi trovo superata e ridicola.

Non credo sia possibile analizzare l’intero brano e allora mi limiterò a condividere con voi alcuni brevi pensieri.

 

Una breve premessa

Occorre non dimenticare che i vangeli sono stati composti parecchi anni dopo la morte di Gesù e quindi quello che leggiamo, anche nella liturgia odierna, non è una cronaca, ma un racconto costruito su una tradizione orale che, pur rispettando l’evento (Gesù è realmente stato ucciso in croce), ha potuto aggiungere elementi che possono non essere accaduti.

Dobbiamo anche fugare l'idea della rappresentazione della passione che è stata fatta da parte di pittori ed artisti. Il fatto, probabilmente, è stato di una drammaticità molto scarna. I Romani come truppedi occupazione non andavano molto per il sottile nell’eliminare i sovversivi o presunti tali in nome di una pax che veniva mantenuto con le armi, le violenze ed i soprusi. L’uso della crocifissione era uno dei modi di dare la morte soprattutto ai ribelli ed ai malfattori ovviamente non cittadini romani.

La morte di Gesù fu una conseguenza delle sue scelte e non per la remissione dei nostri peccati. Così almeno nei primi tempi dopo la sua morte è stato letto questo fatto. Il concetto di salvezza attraverso il sacrificio della croce è una scelta cristologica più tarda che ora da molti studiosi è messa in discussione.

Se accettiamo questo messaggio, che è comunque più corretto dal punto di vista esegetico e biblico, tutta la vita di Cristo ci appare sotto una luce diversa: la scelta dei poveri, l’annuncio di una libertà del cuore che si può e deve tradurre in una libertà dell’uomo e della donna, una vera giustizia sociale... sono valori che possono “disturbare” i ricchi, i poteri religioso e civile.

 

L’ultima cena

Era la Pasqua ebraicae Gesù con i suoi discepoli celebrava la memoria della liberazione dall’Egitto. E questa cena(il rito dello spezzare il pane e benedire il vino era un’abitudine ebraica) ha un senso profondo di comunione tra i discepoli: Gesù sta per essere arrestato e allora diventa importante, in un momento difficile, condividere con i suoi amici e le sue amiche che hanno camminato con lui in terra di Palestina questo spezzare il pane.

La condivisione del pane e del vino e, voglio aggiungere, la condivisione di un progetto di vita diventano un viatico verso una fine tragica e terribile: la morte in croce. Un momento che prepara ad un fallimento apparente: il messaggio "esploderà", lo sappiamo bene, con forza proprio sulle scelte che Gesù ha compiuto per mano di quei discepoli che lo hanno abbandonato.

Condividere un progetto di amore, di giustizia di solidarietà, di condivisione, di scelta per i poveri… Forse le nostre eucarestie lasciano molto a desiderare, preghiamo con la bocca, qualche volta anche con il cuore e poi … le nostre scelte di ogni giorno sono decisamente diverse da quello che alla domenica ci siamo detti e dette attorno ad un tavolo spezzando il pane nel ricordo di Gesù…

 

L’abbandono dei discepoli

I discepoli fuggono: hanno condiviso tanto del progetto di vita nuova con Gesù, hanno celebrato la Pasqua con lui ed al momento della prova se la danno a gambe. Solo le donne osano osservare la scena da lontano… Quanto sono vicini a me, a noi, questi discepoli. Di quanti errori, quante rinunce è costellata la mia vita… Eppure Dio mi accoglie,ci accoglie, sempre, ci tende le braccia, ci chiede di non scoraggiarci e di continuare il cammino in Sua compagnia.

 

La Via Crucis

Quanto è simile questa parte del racconto alle uccisioni di oggi. Quante uomini sono stati assassinati, e quante donne sono state uccise, violentate… solo perché chiedevano diritti, libertà, rispetto…

Il potere cerca di far tacere con la morte la voce di chi annuncia liberazione. Proprio dal sangue di un profeta nascono semi di vita nuova, germi di libertà. E l’alba di una risurrezione che da' speranza a tanti uomini e tante donne oppressi. E’ la forza dell’amore che mai nessun potere potrà spegnere.

Non posso non ricordare a 25 anni di distanza, in questi giorni Mons. Romero e Marianella Garcia nel ricordo del loro assassinio. Un vescovo e una donna avvocata dei poveri e difensora dei diritti umani uccisi entrambi dal potere per il loro impegno per la giustizia, l’amore, la libertà, l'uguaglianza… Noi non siamo chiamati a tanto, però qualche scelta un po’ coraggiosa nella nostra vita la dovemmo pur fare…

 

E ora…

Chi scrive si rivede ragazzo vestito con il lungo abito nero e la cotta bianca attorno all’altare della cattedrale della sua città… Da allora sono passati molti anni e molte Pasque. I capelli si sono imbiancati e i figli fatti grandi sono ormai per la loro strada.

La casa si è svuotata, è diventata fin troppo grande, però con mia moglie, compagna da 35 anni, amiamo ricordare le nostre Pasque, la scoperta di quella risurrezione che non avrà mai fine, di quella chiamata a vita nuova che Dio ci dona in continuazione.

Mi sento profondamente grato a Dio del dono di aver ri-scoperto, in un modo diverso, quell’uomo di Nazaret che si chiamò Gesù. Quell’uomo che ci ha parlato così bene del Padre comune: Dio ci donerà cieli nuove e terre nuove…

Ci chiede una cosa sola: seguire la strada di Gesù nel segno dell’amore, della condivisione con i più poveri della carovana, in un grande abbraccio che unisce tutte gli uomini e le donne della terra nella ricerca di un mondo altro.

Che l’annuncio della Pasqua anche quest’anno sia per tutti/e noi un nuovo traguardo verso una vita nuova, diversa, più bella, nel segno dell’amore e della pace. Buona Pasqua a tutti/e