XXX Incontro Nazionale delle CdB: Frascati.

8 - 10 Dicembre 2006

 

3° laboratorio

 

Fedi e religioni, istituzioni e appartenenza. Pratiche nella società attuale.

 

 

Questa scheda vuole proporre una serie di interrogativi sui temi del laboratorio che possano stimolare il dibattito e tracciare un percorso da seguire nella discussione. La modalità con la quale si vorrebbe procedere nel laboratorio è quello di partire dalle“pratiche”, (“Pratiche nelle CdB e nella società” è nel titolo dell’Incontro, “Pratiche nella società attuale” riprende il nostro laboratorio), cioè del partire da se, dalle proprie esperienze e sensibilità.

Siamo consapevoli che il lavoro del nostro laboratorio può, per taluni aspetti, sovrapporsi a quello degli altri gruppi, perché unico è l’orizzonte di fondo, delineato dal titolo dell’incontro. Ciò non toglie che vi sia ampio spazio per una disanima approfondita dei temi specificamente affidati alla nostra attenzione.

Riteniamo che sia utile, per avviare e consentire un ampio dibattito, partire da una serie di domande (non esaustiva) che i temi a noi sottoposti suscitano.

 

Che cosa s'intende oggi per fede? Vuol dire tout court credere in Dio? Dunque il "fedele" è tutt'uno col "credente" in Dio? O può esistere una fede laica? E in che termini? Una fede dell'ateo? O una fede che accomuni credenti e non credenti? Quale era, per es., la fede di Gesù? E una"fede", nelle varie sue accezione, è "costitutiva" cioè propria dell'essere umano? In che rapporto sta con la "conoscenza"? Con la "ragione"? E la fede, in quanto desiderio di andare sempre oltre, è un privilegio o una condanna per l'essere umano?

In che rapporto sta la fede con la religione? Può darsi una fede senza religione? Qui si impone un approfondimento del significato del termine "religione". E' un fatto necessariamente collettivo o può rimanere individuale? C'è una religione (culti, liturgie) laica? Che ci dice la storia in proposito?

Da queste domande si passa inevitabilmente a riflettere sugli altri due termini che ci interpellano: identità e appartenenza. La religione esige identità? Esige appartenenza? E perché? Per es.: come ha vissuto Gesù la sua appartenenza alla religione ebraica? Che significato e che effetti possono avere queste due situazioni? Positivo, o negativo, o talvolta positivo e talvolta negativo? Qui sorge spontaneo il richiamo ad altri grandi, connessi problemi: accoglienza o discriminazione, convivenza od esclusione, collaborazione o conflitto, identità femminile nella Chiesa e nella società, patriarcato…

Caso delle CdB: che tipo di appartenenza e di identità sono le nostre? Riusciamo a dare risposte soddisfacenti e comprensibili alle domande iniziali su cosa siano fede, religione, ecc.? E le nostre pratiche sono coerenti, liberatorie, positive?

Qui s’innesta il discorso sulle “Pratiche nella società attuale” che costituisce la seconda parte del nostro tema.

È possibile per esempio tentare un confronto sulle e tra le prassi delle CdB e una riflessione sul loro impatto nella realtà ecclesiale e sociale? Cosa pensiamo dei problemi che insorgono dalla sempre maggiore molteplicità culturale e religiosa della nostra società? Come reagisce una società largamente "secolarizzata" ma anche soggetta a riflussiintegralisti di fronte a questi nuovi stimoli? Problemi del velo, problemi delle scuole islamiche. Perché tanta facilitàper le scuole cattoliche o ebraiche e tante difficoltà per le scuole islamiche? Che senso ha oggi studiare la Bibbia? E come? E conoscere quanto meno i fondamentali delle altre religioni e culture? E' percorribile oggi la via, indicata peraltro dalla costituzione, del rilancio una scuola pubblica, che nel rispetto delle differenze culturali e religiose fornisca le basi e l'occasione per una civile convivenza, demandando al privato l'approfondimento dei patrimoni culturali specifici? Cosa possiamo fare noi di fronte all’evidenza di una Chiesa che dovrebbe, evangelicamente, essere "aperta", lievito nella pasta ecc. e che invecesi arrocca sempre più come unacittadella assediata? Per quali ragioni, e per quali vie la Chiesa esercita oggi in politica un' influenza che non le fa certo rimpiangere la perdita del "potere temporale"?

 

Parliamone non in astratto, ma calandosi nelle istituzioni del nostro vissuto fondamentale – cioè il paese Italia, con il Vaticano dentro; quindi questa chiesa/conferenza episcopale, e tutte le istituzioni fondamentali del vivere quotidiano (i partiti, la politica “politicienne”, la scuola, …)che sono la camicia di forza di migliaia di credenti-cristiani-cattolici del nostro paese, ai quali formano - consapevolmente o no – una appartenenza.

È in mezzo a queste migliaia di sorelle e fratelli, che noi cerchiamo di vivere la nostra fede, come cristiani di base.

 

 

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