COMUNITA' CRISTIANA DI BASE

S. PAOLO - ROMA

Gruppo Montesacro

 

ASSEMBLEA EUCARISTICA DEL 3 FEBBRAIO 2008

"Chi sei?"

 

Sinteyau (profugo) “Stare senza lingua”

Trovo difficile stare senza la lingua per dire.

Qualche volta le persone parlano di me e si domandano:

“Di dove è? Certamente dell’Africa! Dobbiamo stare attenti alla borsa.”

Io vorrei dire a loro:

“Perché dovete agire così? Io sono come voi.”

Provo collera per questo motivo ma non ho la voce, sono come muto.

La maggior parte delle persone pensano che se tu sei nero sei un ladro e fai paura.

Vorrei dire a tutti che io sono come loro.

Non mi piace la domanda:

“Di dove sei?”

Vorrei rispondere:

“Sono della terra.”

Per questa lettura…

…Rendiamo grazie a Dio

 

da “Partire” di Tahar Ben Jelloun

Caro paese,

eccomi lontano da te, e già qualcosa di te mi manca; nella mia solitudine penso a te, alle persone che ho lasciato, a mia madre, soprattutto: Cosa starà facendo mentre ti scrivo? Starà certamente preparando la cena. E Kenza? (la sorella infermiera)Non tarderà ad arrivare, a meno che oggi non sia una di quelle sere in cui è di guardia. I miei amici, invece, riesco a immaginarmeli bene, saranno al caffè. Rachid, di ritorno, non dice niente, mentre gli altri sono intenti a giocare a carte, pensano che ho avuto molta fortuna, mi invidiano. Mi sembra di sentirli, parlano di me in modo acido. E’ da pazzi, lo so, ma avrei voglia di essere lì con loro, anche solo per un’ora, per poi tornare qui: No, invece, no; non ho voglia di tornare neanche per un’ora. Devo smetterla di pensare a te, alla tua aria, alla tua luce. Sai dal Marocco si vede la Spagna, ma qui non succede il contrario: Gli spagnoli non ci vedono, se ne fregano di noi, non sanno che farsene del nostro paese.

Per questa lettura…

…Rendiamo grazie a Dio

 

Giovanni 20, 14-16.

Mentre parlava si voltò e vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era lui. Gesù le disse:

Perché piangi? Chi cerchi?

Maria pensò che era il giardiniere e gli disse:

Signore, se tu l’hai portato via dimmi dove l’hai messo, e io andrò a prenderlo.

Gesù le disse:

Maria!

Lei subito si voltò e gli disse:

Rabbuni! (che in ebraico vuole dire : Maestro!)

Per questa lettura…

…Rendiamo grazie a Dio

 

Marco 8, 27-29

Lungo la via Gesù domandò ai suoi discepoli:

Chi sono io, secondo la gente?

Gli risposero:

Alcuni dicono che tu sei Giovanni il Battezzatore, altri che sei il profeta Elia, altri ancora dicono che tu sei uno dei profeti.

Gesù domandò ancora:

E voi, che dite? Chi sono io?

Per questa lettura…

…Rendiamo grazie a Dio

 

Matteo 25,34-40

“Allora il re dirà ai giusti:

Venite, voi che siete i benedetti dal Padre mio; entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Perché, io ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e mi avete dato i vestiti; ero malato e siete venuti a curarmi; ero in prigione e siete venuti a trovarmi.

“E i giusti diranno:

Signore, ma quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo incontrato forestiero e ti abbiamo ospitato nella nostra casa, o nudo e ti abbiamo dato i vestiti? Quando ti abbiamo visto malato o in prigione, e siamo venuti a trovarti?

“Il re risponderà:

In verità, vi dico che tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo avete fatto a me!

Per questa lettura…

…Rendiamo grazie a Dio

 

Momento penitenziale

“Siedo sulla schiena di un uomo, soffocandolo, costringendolo a portarmi.

E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e desidero di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile.

Tranne che scendendo dalla sua schiena.”

(da “Che fare?” di Leone Tolstoj)

Perché scendiamo dalla schiena dell'altro ti preghiamo:

Ascoltaci o Signore

 

Canone e frazione del pane

CHI SEI?

 

Signore, siamo consapevoli
che solo nella relazione con l’altro
si può realizzare l’umanità
e intravedere il tuo regno.

Ma noi non sappiamo relazionarci col prossimo.
Chiediamo all’altro: Da dove vieni? Cosa fai?
Ma non osiamo chiedere: Chi sei?

Nemmeno tu, Gesù, hai risposto a questa domanda,
ma hai chiesto: “Chi dite che io sia?”

In questo dialogo coi tuoi discepoli
c’è l’urgenza di interrogarci l’un l’altro
per scoprire tutte le parziali umanità
di cui è fatto l’essere figlie e figli di Dio.

Insegnaci ad ascoltare ciò che l’altro dice.
Aiutaci a interagire con le differenze dell’altro,
senza tentare di renderlo simile a noi,
perché proprio la sua diversità cambia
anche noi, le nostre scelte, la nostra vita.

Saremo tuoi testimoni, Gesù, se sapremo
riconoscerti nel prossimo,
tua immagine,
nel singolo,
nell’umanità intera,
negli ultimi di oggi:
disoccupati, baraccati, rom, profughi.

Saremo in grado di seguirti, Gesù, se sapremo
superare l’indifferenza rispettando le differenze,
se faremo acquisire visibilità ai dimenticati,
se avremo cura di chi ha subito violenza,
se riscopriremo l’essenzialità e la sobrietà,
se non ci siederemo sulla schiena degli ultimi,
ma combatteremo, con loro, le disuguaglianze,
per condividere, davvero, insieme la vita,

come tu hai sempre fatto con i tuoi,
e, in particolare, in quell’ultima sera,
quando, spezzando il pane, hai detto:
“prendete e mangiate: questo è il mio corpo”
e, distribuendo il vino, hai detto:
“prendete e bevete: questo è il mio sangue”.

Solo così riusciremo a scoprire
chi sei,
chi sono i nostri fratelli,
chi siamo noi stessi:
se sapremo unire la nostra vita
a quella di color che ci chiedono
di essere riconosciuti e amati.
Così, tenendoci per mano, ti preghiamo:

Padre nostro…