Un salto nel buio

Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: «E chi mai si può salvare?». Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio». Pietro allora gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi» (Marco 10, 17-31).

 

In tempi di legge finanziaria fa bene incontrarci con questa pagina del Vangelo, che ci indica nella ricchezza un ostacolo quasi insormontabile per entrare nel Regno di Dio.

Da una parte Berlusconi e il centro-destra dichiarano, con cristallina chiarezza, di voler difendere il loro blocco sociale, cioè i super-ricchi e relativi privilegi. Dall’altra la “moderazione” del centro-sinistra cerca di dare qualcosa ai più poveri senza scontentare troppo i più ricchi. Il famoso “principio di realtà” dice che si tratta di un passo avanti sulla strada della giustizia sociale, ma la ricchezza degli emolumenti che politici e governanti si autoassegnano non depone a favore della loro buona volontà.

Perché di ricchezza e povertà non si discute, come fa Gesù; semplicemente si mercanteggia e la giustizia non appare un valore, ma il risultato di un braccio di ferro tra chi è ricco e chi vorrebbe diventarlo. L’economia è il mercato del denaro... che delusione!

 

La sola cosa che ci manca

Che delusione deve aver provato Gesù! Quell’uomo, che dall’età della ragione osserva scupolosamente i precetti della Legge, gli ha suscitato un moto spontaneo di amore: lo abbraccia e lo bacia, sente di volergli bene, è una perla rara! Anche Gesù è un buon ebreo e sa apprezzarlo in pieno. Ma, ahimé!, quell’osservanza scrupolosa si ferma alla “lettera” della Legge: quel tale non ne ha capito lo spirito, lo scopo, le motivazioni. Le regole sono un aiuto per vivere con amore le relazioni; se manca l’amore, la solidarietà, la compassione, la condivisione... si vive con la convinzione che l’uomo sia per il sabato e non viceversa.

E quest’uomo proprio non accetta l’invito a condividere i suoi beni. Se ne va triste, perchè probabilmente intuisce il senso di quell’invito, ma non ha il coraggio per una scelta così radicale.

Gesù gli prospetta una vita più piena, perché il Regno di Dio richiede qualcosa di più, quella “sola cosa che gli manca:liberati della zavorra, distribuendola a chi non ha il necessario; questa è la vera ricchezza nel Regno dell’Amore. Poi vieni e seguimi: continueremo insieme su questa strada, praticando e predicando l’amore, in tutte le sue manifestazioni, finché non diventi una pratica quotidiana universale”.

 

Andare a vedere

E’ un salto nel buio. Bisogna fidarsi di quel rabbi e “andare a vedere” se davvero è conveniente questo cambiamento di vita. Ma se poi non lo è?... non posso più tornare indietro e recuperare quello che ho dato via...

Lui non se la sente: la ricchezza è la sua sicurezza, perché rinunciarvi? Davvero non basta osservare scrupolosamente i precetti della Sacra Legge? Non è la Legge di Dio quella che ci ha dato Mosè? Non è la strada della salvezza? Eppure un piccolo dubbio ce l’aveva, se ha sentito il bisogno di andare a chiedere a Gesù:“che cosa devo fare per avere la vita eterna?”.

Ecco: forse qui sta l’equivoco. Lui ha imparato, in sinagoga, che la vita eterna è “nel seno di Abramo”, che con gli altri patriarchi vive presso il trono di Jahvé, eccetera...

Invece Gesù gli dice che il Regno di Dio è da costruire quaggiù, nella materialità del qui e ora, praticando la giustizia, la condivisione, la convivialità delle differenze con donne e bambini, stranieri e lebbrosi, poveri e compagnia bella. Giustizia vuol dire distribuire le ricchezze perché non ci siano più indigenti e continuare così, costruendo progetti sociali ed economici all’insegna della solidarietà e della condivisione.

Questa è un discorso difficile, una proposta dura da accettare. Con tutta la buona volontà, non me la sento. Preferisco seguire il catechismo che conosco, restare con i Farisei e i Sacerdoti che non mi chiedono l’impossibile. Anzi! Anche loro apprezzano la ricchezza, giocano in borsa, investono e cercano di moltiplicare il gruzzolo.

Perché così possono fare grandi elemosine in giro per il mondo: non è stato proprio Gesù a dire che “i poveri li avrete sempre con voi”? E allora diamo loro un pasto caldo e un materasso per la notte, facendo tanta “caritas”, senza preoccuparci di seminare voglia di trasformazione nel cuore della gente; perché dovremmo cominciare da noi. Chice lo fa fare? Meglio tenerci buoni i ricchi, così avremo sempre il necessario per mantenere in vita le nostre buone opere... e se andiamo a messa tutte le domeniche, ci confessiamo una volta all’anno e ci comunichiamo almeno a Pasqua... diavolo! la vita eterna è assicurata. Questa è la dottrina di Santa Madre Chiesa.

 

Un tarlo quotidiano

Non è davvero facile convincere qualcuno a fare un salto nel buio. La scelta deve maturare nel cuore di ciascuno e ciascuna, richiede tempo... e non sempre si realizza.

E’ stata un’esperienza dolorosa anche perGesù: neppure lui è riuscito a guarire tutti, a liberare tutti, a trasformare tutti in discepoli convinti... Resta (e sarà restata in lui) la speranza che quell’uomo abbia continuato a pensarci, che l’invito a recuperare quell’unica cosa che gli mancava sia diventato un tarlo quotidiano per il suo cuore triste e che almeno il desiderio di liberarsi di quella tristezza lo abbia convinto a fare quel salto.

E’ l’esperienzadegli uomini che si mettono in cammino di cambiamento, cercando di convertirsi dalle pratiche patriarcali alla convivialità delle differenze: condividere invece di farsi servire; rispettare le donne invece di trattarle come esseri inferiori; vivere consapevolmente le scelte quotidiane; rinunciare ai dividendi del patriarcato...

Non è facile, ma è possibile; e chi lo fa scopre quanto sia conveniente, quanto sia più bello vivere così, stando nelle relazioni con rispetto e coscienza della propria parzialità: la felicità si fa compagna di vita! Ma non è una proposta automaticamente contagiosa: quanti uomini resistono alla prospettiva di questo salto nel buio!... Meglio la tristezza di una vita da sultano? Il Regno di Dio può attendere?.. Che l’invito di Gesù ci sia tarlo quotidiano e non ci abbandoni più.

Beppe Pavan

 

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