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QUALE FUTURO PER LE NOSTRE COMUNITÀ?

 

Innanzitutto un grazie a Mario Campli e a Marcello Vigli per l’importante servizio di raccolta e documentazione del percorso delle cdb.“ Coltivare speranza”: è un testo in cui mi riconosco completamente perché fortemente rispettoso dello spirito e delle prassi in cui si è realizzata questa nostra esperienza.

Sarebbe molto utile che qualcuno potesse  registrare anche le linee fondamentali delle più importanti elaborazioni culturali, teologiche, pedagogiche, sociali che sono scaturite da riflessioni comunitarie e personali in questi anni, attingendo agli atti dei convegni o alle pubblicazioni che  sono state citate nella bibliografia.

Sarebbe un lavoro che ci permetterebbe di rivisitare tanti contenuti importanti

che sono il messaggio delle cdb rivolto a tutti coloro che cercano e che noi stessi abbiamo bisogno periodicamente di rivisitare per continuare un cammino.

Molte volte, ad esempio,  ci siamo interrogati sull’attualità dell’esperienza delle cdb, sul significato che la nostra esistenza e continuità ha per noi e per i contesti in cui ci troviamo a vivere e su “ quale futuro” sia possibile aprirsi.

Tante sono state le riflessioni e le elaborazioni creative su questo tema e ripescarle per renderle presenti ed attuali forse sarebbe sufficiente a rispondere anche a questo interrogativo dell’oggi.

In preparazione dell’incontro a Chianciano nel 2005 così ci esprimevamo

 “……..Abbiamo vissuto e viviamo la comunità come uno spazio di libertà, un posto di confine dove le diversità si incontrano e si intrecciano senza confondersi, dove l'insieme dei diversi può guardare verso orizzonti nuovi e inesplorati, dove si sfuocano le cornici culturali e sociali, le bandiere e le rappresentanze, e tutte le "sacralità sacerdotali",

In questo senso la comunità di base non è un'alternativa alla parrocchia né una parrocchia rivoluzionaria o la scelta di una opposizione permanente; ma è la proposta e l'indicazione di un organismo vitale che intende facilitare il dialogo senza occupare spazi altrui, una posizione di partenza nata per accettare la continua precarietà, un "non saper mai di preciso cosa si è"………..

….."Un seminario delle CdB è innanzitutto un luogo di socializzazione delle nostre sapienze individuali e di gruppi, di riflessioni che ci aiutino prima di tutto a crescere nella consapevolezza della nostra identità: comprendere e socializzare i valori e i limiti di cui siamo portatori è condizione fondamentale per vivere l'oggi in modo aperto e disponibile alle trasformazioni del presente e del futuro, ma anche per affermare con forza e determinazione, con impegno e senso di responsabilità, la ricchezza propria del cammino specifico che abbiamo insieme percorso in questi anni…….

……….Credo sia arrivato il momento di affermare che la società, la scienza, la conoscenza, debbano rapportarsi all'umanità in cammino verso la consapevolezza: a piccoli passi, nella fatica del quotidiano, giorno dopo giorno, fatica del crescere...del maturare...ma anche ricchezza dei vissuti, delle esperienze, della saggezza, della socializzazione, dello scambio, della fiducia, dell'amore, della fede………”.

Queste e moltissime altre cose importanti ci siamo dette/i in questi anni , abbiamo messo insieme un bagaglio, di conoscenze, di esperienze, ed elaborato un  universo di valori, di riflessioni e di consapevolezze che dovrebbero costituire il nostro  messaggio per l’oggi e per un futuro che non sarà programmabile in funzione della continuità di una esperienza ma come contributo per camminare insieme al nuovo che nasce o nascerà anche dalle nuove generazioni.

Al fine di fare tesoro del poco tempo che avremo a disposizione al prossimo incontro a Tirrenia, per non dover ogni volta ricominciare a discutere da zero vorrei evidenziare alcuni passaggi maturati al coordinamento di Formia e che io considero il nocciolo qualitativo su cui lavorare per il prossimo coordinamento di Tirrenia

Dalla lettera della comunità del Cassano

 “……..A distanza di alcuni decenni dalla nascita delle CdB riteniamo utile e necessario aprire una riflessione, all’interno del nostro movimento, circa il ruolo che le nuove generazioni possono assumere nel continuare un percorso di ricerca di una fede adulta gioiosa e conviviale, non data una volta per sempre e che acquista senso quando è liberazione dell’uomo da ogni forma di schiavitù.

La convinzione che questo “patrimonio” sia tuttora vitale e pregnante di significato storico ci induce a ritenere necessario compiere ogni sforzo per determinare condizioni di interesse, nel percorso delle CdB, di quelle componenti giovanili che guardano con attenzione alla nostra “proposta” ed alla nostra “esperienza”……

….Di qui dunque l’esigenza di suscitare e moltiplicare le occasioni di confronto, sia in sede locale (come peraltro stiamo facendo) che nazionale, con questa realtà capace di offrire “nuova linfa” al nostro movimento, partendo anzitutto da coloro, i giovani appunto, che, a seguito di una ormai drammatica e dilagante diffusione della precarietà sociale, economica ed esistenziale, rappresentano la vera “periferia del nostro tempo”…..

……Una di queste occasioni, a nostro avviso, può essere offerta proprio dalla individuazione del tema per il prossimo Convegno nazionale delle CdB che sarà oggetto di discussione del Collegamento di Formia del 17 e 18 gennaio.”

dalla relazione di Rosario sul Coordinamento di Formia

 “………..I giovani presenti fanno sentire la loro voce e  prendendo spunto dalle sollecitazioni che vengono dalla proposta della comunità del Cassano, affermano che il confronto fra due generazioni, così distanti come età e come modi di pensare e di agire, soprattutto oggi è complicatissimo. Anche il linguaggio degli adulti è per i giovani incomprensibile: appare più per addetti ai lavori che non per tutti. C’è necessità di creare “relazioni”………

…….Se si vuole comunicare è necessario inventarsi modi e metodi nuovi soprattutto in momenti particolari come gli Incontri Nazionali in modo da concretizzare “contatto”…….”

dalla lettera dei giovani della comunità di San Paolo

 “………“A questo punto della storia” i giovani di Roma, sentono il bisogno di interrogarsi su questa lunga e fruttuosa esperienza, e sul perché essa si sia sviluppata all’interno dell’esperienza del movimento delle CdB. Non è semplicemente bisogno di identità, di questi tempi un sentimento che può diventare un disvalore, ma desiderio di capire e di interrogarsi sull’esperienza delle CdB, sulla “loro” teologia ed ecclesiologia, sulle “loro” prassi politiche e sociali, sul rapporto fede e politica, questione nodale che ha caratterizzato il loro cammino. Capire quanto il movimento possa ancora essere da stimolo per immaginare un percorso di “dissenso” e di impegno nella società proprio dei giovani che si possa ispirare a questa tradizione, ma che possa inventare anche forme - nuove…….”

Quando diciamo giovani intendiamo non solo quelli che frequentano le comunità ma tutte le nuove generazioni in cammino ed in ricerca, credo che metterci in ascolto delle istanze che nascono da questo mondo è un nostro dovere ed una nostra responsabilità.

Mettere a fuoco  questo tema e confrontarci su di esso  è un modo attuale di parlare di senso e continuità delle cdb, nello spirito che emerge dalla nostra esperienza e dalle  nostre riflessioni. Attenzione però, che non siano “le nostre idee e i nostri progetti sui giovani” ma un mettersi in gioco per cercare un nuovo cammino insieme.

Mi piace riproporre come ipotesi di scelta per il prossimo incontro nazionale i temi “suggestioni” suggeriti dalla comunità del Cassano:

I Giovani, periferia del nostro tempo?!

• la terra ci è data in prestito dai nostri figli

• vivere semplicemente o semplicemente vivere

• gli “assoluti” nella società “liquida”

• tempo di “precarietà” nel tempo della “fragilità”

• …e si prese cura di lui (Il buon samaritano)

• “felicità”: perché il “Paese dei Balocchi” è impossibile per gli esseri umani?

Un saluto carissimo a tutti


Luciana – Comunità Isolotto - Firenze