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L’ANGOLO  DELLA  GRU N° 114:

Asunen romalen (Sentiteci gente!)

Con Padre Pizzuti, Gennaro, Mirella, Anna, Lino, Ciro, Raffaele mi sono recato al Bar di Nino nel Campo Rom (Cupa Perillo) per elaborare una proposta operativa partecipata e condivisa dai cittadini Rom, riuniti in un’Associazione onlus dal nome significativo Asunen romalen (Sentiteci gente), per cercare di risolvere la questione dei “roghi tossici” che da tempo angustia la popolazione di Scampia. Ci accoglie il sorriso di un giovanottone alto e robusto che manovra con  discreta perizia un computer portatile (nei suoi confronti sono un rozzo apprendista): si chiama Denis. Immediatamente mi viene voglia di intervistarlo. Nel Bar di Nino c’è un bel tepore, una stufa brucia legna doc, alcuni uomini giocano a carte seduti ad un tavolo (ma poi saranno coinvolti nella discussione), una signora gentile serve al bancone e ci offre un buon caffè napoletano. Entra una donna in evidente stato di gravidanza, dai dolci tratti giovanili, con un sorriso appena appena guastato da un “varco” nella dentatura, che compra una bottiglia d’acqua, poi entrano due bambini che, prima, ci squadrano  con curiosità,  ma poi si dedicano alla consumazione delle patatine appena comprate. Il flusso non è continuo ma conferisce all’ambiente il sapore della semplicità e della normalità.

Denis parlaci di te. Da dove vieni, quanti anni hai, qual è il tuo grado di scolarizzazione.

Ho 23 anni e vengo dalla Serbia (da Novi Pazar). Appena compiuto i diciotto anni, nel 2005, ho voluto raggiungere mio padre, Nino, a Napoli ed ho lasciato in patria la mamma e quattro sorelle.

Ho completato tutto il ciclo di studi nella mia città ed ho conseguito il diploma di Perito tecnico (con competenze nell’aggiusto di macchine per cucire). Volevo scrivermi all’Università, alla Facoltà di Ingegneria, ma non mi è stato possibile per motivi economici. Mia sorella più grande sta ultimando gli studi di Giurisprudenza e le altre sorelle continuano gli studi di scuola secondaria.

Con esse comunico ogni giorno via internet.

Hai trascorso l’adolescenza mentre imperversava il “vento della guerra” nel tuo paese.

Per la verità noi ragazzi (per lo meno nella mia città) eravamo soprattutto incuriositi dal rumore degli aerei e degli spari. Uscivamo frequentemente allo scoperto senza paura, incuranti dei richiami angosciati delle mamme. Una volta, però, ho assistito ad una bomba che ha squarciato un palazzo e, allora, il sangue dei feriti mi ha impressionato. Così come la sirena che accompagnava alcuni amici in ospedale.

Sei già da alcuni anni a Napoli, com’ è cambiata la tua vita?

Intanto giuridicamente io sono “un turista”…ho il passaporto, ma non mi è stato concesso il permesso di soggiorno e qualsiasi documentazione che mi possa permettere di lavorare o continuare a studiare. Essendo maggiorenne non mi è concesso nemmeno il ricongiungimento a mio padre. Eppure avrei come lavorare perché con la mia patente mi vorrebbero in una ditta di distribuzione. La legge italiana è tutto “burocrazia”. Senza cuore e senza logica. Questo paese vuole solo “muscoli da sfruttare” ma non riconosce i “diritti fondamentali” degli uomini.

Vorrei andare in Germania dove si ragiona diversamente, dove gli immigrati sono considerati una “risorsa economica”, ma non ho la possibilità di spostarmi.

E allora come passi le giornate? Girovagando per il campo o soltanto viaggiando con il computer?

La mia prima preoccupazione è quella di migliorare il possesso della lingua italiana. Fino ad ora solo esperienze saltuarie ed occasionali non me lo hanno consentito.

Vado in piscina dove sono stato immediatamente inserito nel mondo della “pallanuoto”.

Vado anche in palestra a Piazza Carlo III dove faccio ginnastica e pratico l’ aikido.

Qualche volta con alcuni amici ho partecipato ad alcune sfide calcistiche e di basket e …mi sono tolto parecchie soddisfazioni.

Napoli mi piace perché la gente è aperta come al mio paese. Qui però c’è più “malavita”. Anche da noi si consuma la droga, ma non in modo così sfacciato, per strada, e in proporzioni certamente più modeste.

Denis, qual è il tuo sogno?

Vorrei trovare una bella donna con cui condividere la vita ed avere dei bambini. Un lavoro onesto che mi consenta di fare qualche vacanza, di andare a cinema…insomma una vita normale, spensierata. Ma soprattutto vorrei vivere senza l’angoscia che non ti fa respirare.

Ora mi sembra di vivere in un carcere senza aver commesso alcuna colpa. Nella mia vita nessuna macchia, neanche una multa.

                                                                         Aldo Bifulco