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Gianni Novelli

CESSARÈ: VIAGGIO NELLA LOCRIDE DEGLI ANNI ‘70

La Locride è tornata alla ribalta negli ultimi anni per l’opera del vescovo anti-mafia Giancarlo Bregantini, per la sollevazione degli studenti dopo l’assassinio di Francesco Fortugno, per la diffusione delle cooperative giovanili, per le iniziative di accoglienza degli immigrati, ecc. Di contro è cresciuta la consapevolezza  che il potere mafioso sempre più pervade e soffoca tutto il tessuto regionale, nonostante il contrasto di forze dell’ordine e di parte della magistratura. In questo contesto la giovane socio-antropologa Rina Amato, con grande passione e con estrema scarsità di mezzi,  si è dedicata a raccogliere le testimonianze individuali e collettive delle lotte contro la ‘ndrangheta  nella Calabria degli anni ’70. Così è nato il suo primo film-documentario “Cessarè”, nome dalla contrada dove fu ucciso il 12 marzo1977 Rocco Gatto, il mugnaio che aveva denunciato pubblicamente i capi mafiosi della zona.

Il centro della storia è Gioiosa Jonica, la cittadina della Locride dove negli anni settanta si è realizzata una meravigliosa stagione di lotte democratiche, civili e religiose. Protagonisti ne sono stati gli studenti, gli operai, i sindacati, molti sindaci e pure una parte della chiesa locale. Nella chiesa di San Rocco a Gioiosa Jonica il giovane parroco don Natale Bianchi, le sue “vecchierelle” e i suoi giovani hanno realizzato un’esperienza di comunità di base di vasta risonanza. Le loro rivendicazioni evangeliche e conciliari, all’interno delle rivendicazioni popolari di dignità e giustizia (“la chiesa è del popolo” stava scritto sul frontone della chiesa), li portarono ad un duro contrasto, anche in tribunale,  con il vescovo di Locri che  delegittimò la loro esperienza e cacciò dalla chiesa don Natale Bianchi.

Tutto questo è raccontato attraverso il filo conduttore di una intervista a Natale Bianchi, al sindaco Francesco Modafferi, a protagonisti, canti ed immagini di questa splendida pagina di storia politica e religiosa.

Rina Amato si è cimentata con notevole successo in questa fatica con passione e convinzione dell’importanza della memoria storica. Scrive: “Il mio percorso di crescita umana e professionale di organizzatrice ed operatrice socio-culturale, prima ancora che di autrice e produttrice,ha sempre avuto come costante punto di riferimento il tema della memoria storica, generatrice di valori e di comportamenti etici volti alla costruzione di una coscienza civile salda e alla diffusione di una cultura della legalità da contrapporre al degrado ed alla ‘subcultura della mafiosità’ dilaganti”.

Natale Bianchi non fa più il prete ma resta ancora a lottare a Gioiosa Jonica. Rina Amato ci ha fornito un prezioso strumento per conoscere e solidarizzare con lui e con tanti altri nuovi soggetti che, in modi diversi dagli anni settanta,  continuano ad operare per contrastare la “subcultura della mafiosità”.

Il documentario dura circa 90 minuti. E’ stato proiettato con notevole successo a Gioiosa Jonica, a Messina, Pisa, Roma.  Per eventuali proiezioni contattare l’ufficio stampa dell’associazione “Arti già nate”, artigianate@gmail.com.