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XI Campo Giovani delle CdB

Ecumene - Velletri - 5 / 7 dicembre 2009

 

E NOVE!

Sono tanti, infatti, i campi giovani delle CdB svolti fin'ora in questo millennio (non contiamo i precedenti svolti negli anni ottanta e novanta del secolo scorso).

Quest'anno hanno partecipato meno persone degli scorsi anni, specialmente da fuori Roma, ma il campo è stato comunque coinvolgente e interessante, a detta di chi c'era.

Trenta giovani hanno partecipato stabilmente ai tre giorni, mentre una decina di bambini e bambine del laboratorio di religione della CdB di san Paolo li hanno raggiunti la domenica con le loro famiglie.

L'obbiettivo dei giovani romani, che avevano partecipato attivamente alla preparazione del campo, era dichiarata nella loro lettera di invito:

"A questo punto della storia i giovani di Roma, sentono il bisogno di interrogarsi su questa lunga e fruttuosa esperienza, e sul perché essa si sia sviluppata all’interno dell’esperienza del movimento delle CdB. Non è semplicemente bisogno di identità, di questi tempi un sentimento che può diventare un disvalore, ma desiderio di capire e di interrogarsi sull’esperienza delle CdB, sulla "loro" teologia ed ecclesiologia, sulle "loro" prassi politiche e sociali, sul rapporto fede e politica, questione nodale che ha caratterizzato il loro cammino. Capire quanto il movimento possa ancora essere da stimolo per immaginare un percorso di "dissenso" e di impegno nella società proprio dei giovani che si possa ispirare a questa tradizione, ma che possa inventare anche forme - nuove."  

E allora Luciana Angeloni, dell'Isolotto, ha raccontato, attraverso le suggestioni sonore delle canzoni dell'epoca, il nascere e il crescere degli ideali, tra fede e politica, sui quali si sono sviluppate le comunità di base. Gabriella Natta ha spiegato linee di ricerca sulle quali si è sviluppato il movimento delle donne delle CdB, da "Le scomode figlie di Eva" alla complessa ricerca sul "Divino" che ha preso gli ultimi anni. Luigi Sandri ha spiegato gli intrecci tra chiesa e potere, tra influenza dei media, astuzie di basso livello dei politici di ogni parte e coinvolgimento della gente semplice.

Poi la prima serata si è conclusa con una specie di racconti attorno al caminetto. Con domande scritte dai ragazzi e ragazze in modo anonimo e pescate a caso da un cestino, e quelli che c'erano "sin dalle origini" hanno dato le loro risposte, raccontando e spiegando fatti, idee, sensazioni, ideali. A rispondere erano alcuni nostri riferimenti storici (vietato chiamarli leader o padri fondatori): Enzo Mazzi, Giovanni, Franzoni, Franco Barbero e Luciana Angeloni. In questo modo si è fatta mezzanotte.

La domenica attendeva i nostri due ricche relazioni: la prima su "La condivisione: simboli e prassi", dove Franco Barbero ha spaziato sull'importanza del condividere nella vita di ogni giorno, di cui l'eucaristia è un momento celebrativo simbolico, che serve per ritornare nella quotidiano convinti della necessità di coinvolgersi con gli altri e le altre.

Giovanni Franzoni, invece, partendo dalla descrizione della vita dei microorganismi più semplice, su, su a salire fino ai primati e all'homo sapiens, è riuscito a portare il discorso sul tema: "La vita insieme. Matrimoni: sì, no, come, quali, perché?". Nel pomeriggio ragazzi e ragazze divisi in tre gruppi per età, hanno dibattuto tra loro su tutti i temi ascoltati nelle due giornate.

Nell'Eucarestia serale poi, i più piccoli hanno presentato il risultato della loro giornata di lavoro: disegni sul tema "Un Natale colorato" in contrapposizione al "White Christmas" leghista. E, da quel che hanno illustrato, c'è da dire che abbiano capito bene il messaggio. Un adulto, rivolto agli animatori, ha commentato alla fine della celebrazione: "Dovete essere contenti", alludendo, credo, a ciò cui avevano partecipato, nella assemblea eucaristica e nei due giorni trascorsi insieme.

Il lunedì mattina poi, si è voluto presentare ai nostri alcune realtà ecclesiali romane, più vicine al sentire delle CdB: al tavolo, insieme a Valerio Gigante di Adista che fungeva da coordinatore, erano seduti, Francesco Cagnetti, dell'associazione "La Tenda", Fabio Perroni, di "LiberamenteNoi", associazione di omosessuali credenti, don Franco Amatori, già parroco di Santa Galla, nel popolare quartiere di Garbatella, Ivana Allegra, della comunità di San Leone Magno al quartiere Aurelio. Questi hanno raccontato le loro esperienze di Chiesa viva e, anche in alcuni casi, sofferente per pregiudizi (gli omosessuali) o per interventi repressivi (allontanamento dalla parrocchia per eccesso di attivismo e militanza per la pace, o divieto ad azioni di carità verso i barboni del quartiere, per motivi imperscrutabili a San Leone).

A ravvivare la mattinata è arrivato don Gaetano, parroco a Velletri, anche lui prima rimosso per eccesso di attenzione pastorale verso i divorziati risposati e altro, e poi rimesso a svolgere le sue funzioni nella sua chiesa. Ma, forse conoscendo poco la realtà delle CdB, ha emesso qualche giudizio un po' sbrigativo sulle stesse, definendole, nel parlare, "sette" e dedite al "vittimismo". Questo intervento ha provocato le vivaci reazioni di adulti, ma anche di giovani.

E così, discutendo animatamente tra adulti e giovani attenti, si è fatta l'ora del pranzo e dei saluti: arrivederci, chissà, al prossimo campo. 

[red.]

 

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