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LA VERITÀ DI DUE PICCOLE MONETE

Giancarla Codrignani

Adista n. 102/2009

La scelta di vita e di magistero di Gesù si forma nell'esperienza di bottega con il falegname Giuseppe e, venuto il tempo della scesa in campo, nella consuetudine con i discepoli e la gente che lo ascolta. Sono i poveri, con i quali vive e che non sono perfetti, se perfino i più prossimi chiedono privilegi nel Regno che verrà. Ma neppure presumono di sapere e il Maestro non rinuncerà mai a sperare che tutti raggiungeranno la chiarezza, almeno nelle prove.

Tuttavia è dai più semplici e umani che deriva la scoperta della generosità del samaritano o delle capacità amorose delle donne e la compassione per la modestia del vivere e del sopravvivere dei più sprovveduti. Gesù li affiderà tutti, "pecore senza pastore", alla responsabilità dei discepoli suoi eredi (Mt. 9,36-37). Loro, infatti, e non gli intellettuali e tanto meno i sacerdoti, sono i destinatari della rivelazione e della salvezza (Lc. 10,21). Gesù, per questo, insegna la nuova lettura della legge nel tempio, dove ripetutamente smonta le provocazioni dei dotti della sinagoga che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi posti... e divorare le case delle vedove mentre ostentano di fare lunghe preghiere. Sono quelli che disporranno la sua condanna.

A partire dal giudizio sulla vita dei "semplici", scribi, farisei e sacerdoti visibilmente disprezzano il popolo. Ma il tempio, se non è dei poveri, diventa mercato del sacro e il prete decade a funzionario che riscuote l'obolo. Tuttavia Gesù, come dice ai privati di vendere ciò che hanno per darlo ai poveri, e di praticare le opere buone senza suonare la tromba per essere ammirati, come gli ipocriti nelle sinagoghe e per le strade, così non ritiene illegittimo pagare la tassa al tempio, anche se i figli dovrebbero esserne esentati (Mt. 17, 24-27).

Ma quando resta per caso seduto proprio davanti alla cassa del tesoro del tempio e guarda i ricchi che vi gettano ostentatamente monete di valore, sente di dover richiamare l'attenzione dei discepoli sulla vedova povera che ha donato "tutto quello che aveva", due monetine. Questa vedova è una sorella della donna che aveva perduto una dracma e che, dopo averla affannosamente ricercata, racconta a tutte le vicine la consolazione di averla ritrovata. Le donne povere sono sempre tante e anche nelle favelas brasiliane sono curve sulle esigenze infime della sopravvivenza; ma non pensano mai solo a sé stesse e sperano nel bene promesso. Gesù ne ha compassione e affetto e riconferma la sua scelta: per gli ultimi e le ultime. Al tempio e a chi lo governa lascia la responsabilità di essere buoni pastori. Sperando che ci riescano.

Cosa non facile, come hanno dimostrato secoli di storie ecclesiastiche non sempre edificanti. Ma, soprattutto, come si dimostra ai giorni nostri. Viviamo una fase di transizione difficile per tutto il mondo e le Chiese possono contribuire ad aiutare società preoccupate e smarrite solo se rimangono fedeli ai messaggi originari e non alle lunghe vesti dei riti e ai poteri politici. La Chiesa cattolica attraversa la crisi, che le fa paura, reagendo con autoritarismo conflittuale senza attivare le potenzialità che le sono proprie e che le derivano dal Vangelo. Il popolo di Dio è diviso e con esso i pastori. Il Vaticano appare un centro di potere politico esercitato in forza di una verità spirituale; i "fedeli", sempre meno, frequentano messe liturgicamente inaridite e vanno perfino a disturbare il riposo di padre Pio, senza seguire, neppure loro, i dettami morali predicati dall'alto; i giovani crescono sempre più indifferenti, anche all'interno degli oratori; le Comunità di Base, sempre salde sui principi, restano consapevoli della loro impotenza; molti preti e qualche vescovo, inquieti e dissenzienti dal vertice, vivono male l'intrigo dell'obbedienza... il "popolo di Dio" si sta smarrendo.

Le domande implicite dell'umanità che ha fede, anche opaca, restano inevase e la Chiesa crede che quel "sì, sì - no, no" che le è stato prescritto valga per affermare dogmi, non per scegliere la caritas, anche se ha appena affermato che Dio è amore per chiuderlo in libri preziosi da museo. Destinatari dell'amore della Chiesa sono i poveri, tutti i poveri: "Li avrete sempre con voi" ha detto il Maestro. La Chiesa lo sa e perfino li assiste. Ma non vede e tanto meno comprende che la verità - per non parlare della salvezza - non sta nello Ior, ma in due piccole monete.

Giancarla Codrignani