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LE TENTAZIONI DEL DENARO

Riflessioni di Carlo, Claudia, Luisella, Maurizio della CdB Isolotto

 

Carissime/i,

vi raccontiamo una storiella…

In Africa gira una storiella per spiegare alla gente, a digiuno di economia, la frana finanziaria e il crollo delle Borse che hanno travolto il globo. "Un giorno, uno sconosciuto arriva in un villaggio e annuncia agli abitanti che è pronto a comperare scimmie a 10 dollari l’una. Subito, quei paesani vanno in foresta e catturano scimmie a centinaia, a migliaia addirittura. Poco a poco, la popolazione dei primati si assottiglia e i cacciatori devono ridurre il ritmo.

Lo sconosciuto annuncia che, d’ora in poi, pagherà 15 dollari la scimmia. I paesani raddoppiano lo zelo, e così, ben presto, non si trova più una sola scimmia nella foresta. Allora, lo sconosciuto offre prima 20 e poi 50 dollari per animale, avvertendo, però, che deve assentarsi. Sarà il suo aiutante a comperare le loro prede. Questi riunisce la gente e indica le gabbie con le migliaia di scimmie che il padrone ha comperato. "Se le volete – dice – ve le cedo a 35 dollari l’una. Così, quando il mio padrone tornerà, potrete rivendergliele a 50". Accecati dalla prospettiva dell’arricchimento facile, i paesani vendono i loro beni per riscattare le scimmie. Incassato il malloppo, l’assistente sparisce nella notte. Né lui né il padrone si vedranno più. Nel villaggio, solo scimmie che corrono all’impazzata.

Benvenuti nel mondo della Borsa!

Altrettanto amaro è il risveglio per tutti noi, abitanti del villaggio globale, in attesa della resa dei conti. Con la cintura stretta. E con lo sguardo rivolto al crollo rapido dell’unico fondamentalismo accettato come legge divina anche dal laico più sfrenato: il fondamentalismo mercatista. Anche la società della competitività fondata sul consumo e sull’egoismo economico ha esaurito il proprio serbatoio. La finzione è stata smascherata: il libero mercato non è (stato) sinonimo di concorrenza leale. Ha semplicemente consentito – rubando un’espressione a Joyce – alla libera volpe di muoversi in un libero pollaio. E le piume abbondano, come le scimmie della storiella.

Ci ritroviamo, così, tutti più poveri. Ma c’è sempre qualcuno più povero degli altri. Perché a pagare le conseguenze della rincorsa statale al salvataggio del sistema finanziario e speculativo globale sono soprattutto i paesi del sud del mondo e gli strati sociali più deboli del mondo occidentale. Con contraddizioni inaggirabili.

Ma come è stato possibile arrivare a questo punto?

Dal punto di vista storico ed economico Roberto Bartoli ci ha spiegato molte cose in occasione dell’incontro comunitario di domenica scorsa.

Noi vogliamo cercare di capire come è stato possibile dal punto di vista culturale, etico.

Cos’è stato che ha portato la società a questo punto: l’illusione che ci possa una crescita infinita e un consumo illimitato? l’idea che anche se i ricchi si arricchiscono poi ci saranno delle briciole per altri? piccoli e grandi tornaconti personali? la bramosia del denaro e del denaro facile? ossia la cupidigia, l’idea che "furbo è meglio"….?

...il resto della nostra riflessione nell'allegato

 

Comunità dell’Isolotto- Firenze                                                  incontro comunitario - domenica 26 aprile 2009