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Beppe Manni: PASQUA 2009

da La Gazzetta

Maria di Magdala è una delle tante donne che seguono Gesù. Donne discepole come gli apostoli. E’ una donna guarita dal maestro che si è convertita alla sua parola. La settimana prima della passione aveva aperto un vasetto di prezioso profumo sul capo di Gesù; è presente sotto la croce, mentre gli apostoli sono fuggiti; è lei insieme alle sue amiche, che con gli unguenti aromatici la mattina di Pasqua, si avvia al sepolcro per lavare e profumare il corpo del suo maestro.

Qui la Maddalena, una donna, è la prima che incontra Gesù risorto. Lo attestano tutti e quattro i vangeli. Ma la testimonianza di una donna è sospetta e gli apostoli, uomini, non le vogliono credere: nelle società antiche la donna non aveva valore come testimone. E poi mal sopportano che Gesù sia apparso per primo proprio a delle donne.

I racconti fantastici che circondano la figura di Mariam di Magdala, già presenti in alcuni vangeli apocrifi, ripresi dal romanzo il Codice da Vinci, che la vorrebbero la moglie di Gesù e la fondatrice della stirpe regale dei Merovingi franchi, sono favole che sottolineano comunque l’importanza di questa donna nella chiesa primitiva. Gli scritti del Nuovo Testamento attestano un ruolo delle donne all’interno delle prime comunità cristiane sia della Palestina che del bacino mediterraneo. In seguito il progressivo allineamento delle comunità cristiane ai canoni tradizionali della supremazia maschile nella società, ha riservato ai soli maschi i ruoli dirigenziali nella chiesa.

La società si è evoluta, la donna ha faticosamente conquistato spazi nella città dei maschi. Oggi ha ruoli dirigenziali, fa cultura, comincia a far sentire il suo peso nelle decisioni politiche.

Per una strana interpretazione delle scritture, si sostiene che Gesù non ha voluto che le donne fossero a capo di comunità. Nelle chiese cattoliche e ortodosse, i sommi dirigenti, il papa, i cardinali,  i vescovi, i preti e anche i diaconi possono essere solo uomini. La donna può diventare  suora o collaboratrice.

Tutti conosciamo ottime donne, madri di famiglia, suore che potrebbero portare la responsabilità di parrocchie, fare omelie la domenica, presiedere l’eucaristia. Anche a Modena, si lasciano parrocchie “sguarnite”, si accorpano piccole comunità, si fanno girare vecchi preti per la montagna o si chiamano preti stranieri, ma non si “concede” alle donne, il ruolo di presbitero. La chiesa rischia di privarsi della parte migliore della società, della sapienza, della saggezza, della maturità e della tenerezza femminile.

Lo sa, in questi giorni di lutto, chi ha ascoltato le parole sapienti delle donne cristiane che hanno interpretato il dolore immane della tragedia dell’Abruzzo.

La resurrezione al mattino del primo giorno della settimana di primavera, profumato dai fiori e dagli unguenti delle donne al sepolcro, porta novità e speranza: il profumo si diffonde ovunque come la luce, non lo si potrà per sempre tenere dentro ai vasetti preziosi.