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Beppe Manni

IMMACOLATA CONCEZIONE E LE DEVOZIONI MARIANE

Gazzetta di Modena 8 Dicembre 2010

Il 25 settembre è stata presentata ai modenesi la statua dell’Immacolata Concezione appena restaurata. E’ una statua in pietra d’Istria scolpita a metà del ‘700 e collocata per la prima volta nella torre dell’orologio nel 1805 in occasione del passaggio da Modena di Pio VII al ritorno dall’incontro con Napoleone in Francia. Prendeva il posto della imponente statua in terra cotta fatta dal Begarelli nel 1522 rappresentante Maria con Gesù e Giovanni Battista che oggi si trova nel museo civico.

L’8 dicembre del 1854 Papa pio IX proclamò il dogma dell’ Immacolata Concezione. Lo stesso papa che qualche anno dopo nel 1870 in polemica con il Regno d’Italia che occupava lo stato vaticano dichiarava un altro dogma, quello della infallibilità papale.

‘Immacolata Concezione’ non significa che Maria era vergine, in quanto il concepimento di Gesù era opera dello Spirito Santo e non opera di un uomo, ma che quando essa è stata concepita non c’era in lei il peccato originale: immacolata, senza macchia, ‘sine macula’.

La venerazione all’Immacolata è molto antica. Precedente alla proclamazione del dogma  stesso come testimonia anche la statua modenese scolpita all’inizio de 1700. Nata dalla dottrina di S. Agostino che credeva che tutti gli uomini avessero ereditato una natura ‘ferita’ dal peccato originale. Come conseguenza, Maria come madre di Dio non poteva essere toccata da nessun peccato né da quello originale né da altri durante la vita.

La devozione alla Immacolata Concezione si era velocemente diffusa e la vergine con una corona di 12 stelle, posta sulla luna e che calpesta il serpente, è la donna di cui parla il Genesi e l’Apocalisse (Gen. 2,14 e Ap.12,1).

Si racconta che quando Bernardette di Lourdes nel 1658 disse di aver visto ‘Una signora biancovestita’ essa avrebbe affermato di essere l’Immacolata Concezione. Così la vedono i pastorelli di Fatima. Una chiesa di Modena è stata dedicata proprio alla Madonna di Fatima che “pellegrina” negli anni 50 girava nelle parrocchie, per scongiurare la vittoria dei comunisti ritenuti un pericolo mortale per la fede.

Oggi sono presenti nella chiesa cattolica sensibilità diverse. Il Concilio propose Maria madre di Gesù come la prima testimone di fede e cercò di correggere l’eccessiva “devozione” a Maria, che a partire dal ‘700 si era andata diffondendo offuscando il ruolo di Gesù e addirittura di Dio. Ma sono sempre in agguato forme devozionali legate a presunte apparizioni che rasentano la superstizione.

Le chiese sorelle riformate non hanno miracoli di santi, apparizioni di madonne né dogmi intangibili. Tantomeno segreti misteriosi che racconterebbero terribili minacce.

A proposito di dogmi e misteri divini. Dogma vuol dire verità che si deve credere di per sé anche se non ne capisci il contenuto.

Oggi, il mondo contemporaneo e in particolare le giovani generazioni mal comprendono tutto questo. Che non vuol dire essere ostili al cristianesimo. Anzi.

La moderna teologia biblica, per ora non ancora ufficiale, tende a rileggere i dogmi che si riferiscono a Maria come l’Immacolata Concezione, la verginità della Madonna, l’Assunzione in cielo ecc,  come racconti, metafore, miti che volevano sottolineare il ruolo importante di Maria in quanto madre di Gesù.

Se la fede, non dico la religione, vuole sopravvivere si dovrà una volta o l’altra mettere mano coraggiosamente a questo patrimonio antico e piuttosto statico dei dogmi e ritradurli in termini più accessibili. La fede deve essere ragionevole e comprensibile.

I misteri sono altri e ce ne sono tanti come la morte, la vita, l’aldilà, l’origine del mondo, l’infinità dei cieli, e la profondità della stupidità e malvagità dell’uomo e della donna.

E per favore non moltiplicate le nostre angosce con la minaccia di rivelazioni di segreti di Fatima o di Medjugorje. Non abbiamo bisogno che anche la fede venga intaccata da profezie di Nostradadamus, calendari precolombiani e maghi prezzolati.