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INCONTRO PASQUALE DELLA COMUNITÀ CRISTIANA DI BASE OREGINA – 31 MARZO 2010

AMED  21 marzo 2010

In cammino……
verso la festa
Lo so… porto pane, peso, fatica,  ristoro.
La città è lontana, profuma il prato di primavera.
Lassù vola nero soggetto che non vedo.
Riprende e rispondo con i cerchi della pace
a proteggermi quaggiù nel prato.......
e cammino fino al Parki del Newroz


PASQUA: L’UTOPIA DELLA  LIBERAZIONE

 

INTRODUZIONE:  Carissime/i, la pasqua è il passaggio percepito e riconosciuto della Presenza divina come presenza liberatrice nella storia di tante  donne e di tanti uomini.

E’ il passaggio che ha aperto ed apre di continuo un sentiero nel mezzo di  un viaggio che  compiamo tra mille traversie, mille difficoltà, spesso atrocità e crimini indicibili.

Siamo ancora in viaggio in attesa di un passaggio-sentiero che oggi ci apra o almeno ci indichi nuovi o rinnovati orizzonti di vita  personale, comunitaria, sociale, politica, locale e globale .

 

VOCE : Un viaggio che nella memoria della  tradizione ebraica e cristiana  compiamo

-          con quelle tribù ,non ancora popolo,   che si misero in cammino per uscire dalla schiavitù egiziana e giungere alla terra promessa come terra di libertà , di giustizia, di dignità per ogni essere

-          con  Gesù che, lasciata la Galilea, giunse a Gerusalemme dove, assassinato come un malfattore e sovversivo politico fuori dalle mura della città, conoscerà la benedizione divina della resurrezione

-          con le apostole  e gli apostoli che accogliendo e testimoniando il messaggio di liberazione di Gesù hanno messo a rischio la loro vita

-         

VOCE : Un viaggio che nell’oggi della nostra esistenza vogliamo compiere

-  con tutti quei popoli che lottando per il riconoscimento della loro identità ,   dignità e libertà , soffrono a causa di violenze e di soprusi

-          con le comunità di pace di San José di Apartadó , con le comunità di vita del Cauca ,  con  le comunità colombiane in resistenza civile

-          con tutte quelle donne e quegli uomini che camminano le strade del mondo intriso da violenza, odio, sangue, oppressione, gettando semi di accoglienza, di solidarietà, di libertà, di riconoscenza

 

VOCE :   Non devi attendere che Dio venga a te

                    e dica: Eccomi.

                    Un Dio che professi la sua forza  non ha senso.

                    Devi sapere che Dio soffia in te come il vento

                    sin dagli inizi,

                    e se il cuore ti brucia e non si vela,

                    c’è lui dentro, operante.

                    con la sua proposta di libertà

                    che spezza i legami

                    che tengono prigioniero lo Spirito

 

CANTO : ESCI DALLA TUA TERRA ( uscire dal proprio, guscio, dalle convenzioni, dal conformismo, per ritrovare la freschezza di nuove sorgenti , di nuovi percorsi di vita…

Cultura dell’odio, del disprezzo, pratiche della discriminazione e della negazione fino al genocidio

 Voce :  I SOLDATI CON IL LORO COMANDANTE E LE GUARDIE DELLE AUTORITA’ EBRAICHE ARRESTARONO GESU’ E LO LEGARONO. (Giovanni 18, 12 )

Nel 2009 nel Kurdistan turco  una violenza di Stato si è scatenata contro il popolo kurdo:

-          500 dirigenti politici ed esponenti della società civile arrestati

-          177 minori condannati a 772 anni di carcere

-          1859 minori arrestati

-          31 giornali chiusi e 36 giornali arrestati

-          12976 arresti e 356 feriti in manifestazione

 

Voce : ALLORA ALCUNI GLI  SPUTARONO IN FACCIA E LO PRESERO A PUGNI ; ALTRI GLI DAVANO SCHIAFFI.  ( Matteo 27, 67 )

Nelle prigioni per migranti, i CIE, soprusi, pestaggi, umiliazioni, cure

negate, sedativi nel cibo sono pane quotidiano. Lì chiudono i “senza carte”,

 uomini e donne colpevoli di cercare un’opportunità di vita nel nostro paese.

Vengono dai tanti Sud del mondo: sono fuggiti dalla miseria,dalla guerra,

 dall’oppressione e qui hanno trovato sfruttamento bestiale, razzismo, leggi speciali.

Lo scorso agosto, quando il pacchetto “sicurezza” è diventato legge e

la reclusione nei CIE è passata da due a sei mesi, nelle gabbie

degli immigrati è divampata la protesta, con scioperi della fame,

episodi di autolesionismo, materassi bruciati, tentativi di fuga.

Per lunghe notti, dalle prigioni dei senza carte si sono levate grida: grida nel silenzio

Nel CIE di Milano la protesta è diventata rivolta: 18 uomini e 5 donne  arrestati.

 

Le ragazze si chiamano Joy, Hellen, Priscilla, Debby, Florence: alla prima

udienza del loro processo – all’apparire in aula dell’ispettore capo di

polizia Vittorio Addesso – hanno gridato forte. La loro rabbia andava

oltre la paura. Addesso aveva fatto violenza a Joy, convinto che una

ragazza in prigione, africana e prostituta non si sarebbe ribellata.

 

Invece la dignità è più forte della violenza dello Stato, più forte del giogo patriarcale.

Il racconto della ragazza la dice lunga su chi, vestendo la divisa,

pensa di poter disporre liberamente dei corpi rinchiusi dentro al CIE.

Gente senza carte, senza diritti, senza futuro. Durante la rivolta, la violenza

dei poliziotti non certo per caso si è concentrata su di lei e sulle

ragazze che avevano assistito ai violenti palpeggiamenti di Addesso.

 A terra, ammanettata, è stata più volte manganellata come anche le sue compagne.

 Il suo rifiuto le è costato anche un pugno in faccia dall’ispettore-capo in persona..

 

Voce: 17 Presero dunque Gesù; ed egli, portando la sua croce, giunse al luogo detto del Teschio, che in ebraico si chiama Golgota, 18 dove lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l'altro di là, e Gesù nel mezzo. ( Giovanni 19, 17-18 )

31 Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe, e fossero portati via. 32 I soldati dunque vennero e spezzarono le gambe al primo, e poi anche all'altro che era crocifisso con lui; 33 ma giunti a Gesù, lo videro già morto, e non gli spezzarono le gambe, 34 ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua. ( Giovanni 19,31-34 )

Beati quelli che lavano i loro abiti nel sangue dell’Agnello: essi potranno cogliere i frutti dell’albero che dà la vita e potranno entrare nella città di Dio attraverso le sue porte . ( Apocalisse 22,14 )

IL SANGUE SPARSO PER LA DIGNITA’ E LA LIBERTA’ DI TUTTE/I

 Voce:Il loro sangue, buongiorno. Il loro sangue, buona sera.

            Il loro sangue, il loro saluto. Il loro messaggio per noi.

            Il loro sangue, la loro storia. Il loro timore per noi.

            Il loro sangue, moschee e chiese. Finestre nelle loro case.

            Il loro sangue è amore. Il loro sangue è rabbia.

            Il loro sangue, rimprovero che ferisce.

            Il loro sangue, spazio di denuncia.

            Il loro sangue, racconto di madre ai suoi bambini.

            Il loro sangue, messaggio della rosa al suo nettare.

            Il loro sangue, uccelli, venti del loro paese.

            Il loro sangue, battaglie e loro tregue

            E se gli invasori si avventano, il loro sangue è arguzia.

            Il loro sangue, braccio delle loro preghiere.

            Il loro sangue è preghiera.

 

Voce: Mai che li rimproverino gli alberi

            Né la luna sui balconi delle loro case

            Né canzone assetata dei loro fumi

            Mai deluso un desiderio negli occhi dei loro piccoli

            Mai deluso l'animo dell'ulivo sui loro colli.

           Gli amici del mare, loro; gli amici del fiume, loro.

           Gli occhi dell'ulivo, loro; gli anemoni, loro.

           Il verde degli alberi, infanzia dei fiumi

           Mecca dei poeti, viatico dei poveri.

           Strada all'alba. Sorriso della roccia

           Lo svelarsi del segreto, loro.

           Il loro sangue, buongiorno.

           Il loro sangue, buonasera.

                                             (  poesia del palestinese  Ibrahim Nasrallah( nato nel 1954 ad Amman  in Giordania, nel campo profughi Wihdat ) poeta, scrittore, professore, pittore e fotografo.  )

CANTO : Auschwitz  ( paradigma della barbarie umana, della profondità della perversione alla quale può arrivare la sete di dominio dell’uomo sull’uomo )

 Voce : 1 Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. 2 E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. 3 Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; 5 tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? 6 Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, 7 dicendo che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare». (Luca 24,1-7 )

 

SEMI DI RISURREZIONE E PRATICHE DI LIBERAZIONE

Voce : Noi, madri che  conosciamo meglio le indicibili conseguenze della guerra che c’è stata in questi 30anni per mancanza di una soluzione della questione kurda in Turchia, ci siamo messe assieme per la prima volta nel 1999 ; allora  eravamo 15 madri. Ora siamo 1000.  l’Iniziativa delle Madri per la  Pace che abbiamo costituito è ora attiva in Diyarbakir, Van , Istanbul, Izmir, Yuksekova e Siirt. Noi, madri di guerrigliere/i e di soldati che hanno sofferto moltissimo a causa del conflitto, noi , madri  kurde e turche che hanno perso i loro figli a causa di esecuzioni extragiudiziali e assassinii ad opera di assassini sconosciuti, noi che abbiamo sofferto il forzato sfollamento e l’ oppressione di stato, noi che vogliamo assicurare un luminoso futuro ai nostri figli ci siamo messe assieme. L’obiettivo della nostra lotta e della nostra voce organizzata è assicurare un paese e un mondo di pace per i nostri figli/e, dove possiamo vivere tutti/e assieme senza guerre e senza sfruttamento, senza la negazione delle nostre lingue e delle nostre identità.

Voce : “Per tre secoli e più nel corso di tutta la dominazione coloniale spagnola nelle Americhe la resistenza indigena non è mai venuta meno. Il martirologio degli insorti, nelle valli, nelle gole e sugli altipiani delle Ande attraverso i secoli” ( Jean Zigler- L’odio per l’occidente – pag. 179 ). Per me il seme della resurrezione sta in queste parole “non è mai venuta meno” e “io tornerò e sarò milioni”che annunciano la realtà insopprimibile della giustizia, il senso del tempo, nella storia della passione, morte, risurrezione del Cristo condannato per aver sovvertito l’ordine costituito, per aver aperto il cielo per tutti con la sua umanità, per aver rivelato il volto di Dio nella ricerca, nel limite, nella miseria nell’insufficienza, nella domanda di senso che trasforma la paura.

“Gli uomini vanno a Dio nel suo bisogno. Lo trovano povero, umiliato, senza tetto né pane, lo vedono soffocato dai peccati, dalla debolezza, dalla morte. I cristiani stanno vicini a Dio nella sua sofferenza” così audacemente si esprime il pastore D. Bonhoeffer nel suo scritto RESISTENZA E RESA..

 

Voce : Giovanni 20,19-20-27

Gli eventi del mattino di Pasqua , la scoperta della tomba vuota di Gesù da parte di Maria di Magdala , di Simon Pietro e dell'altro discepolo e il successivo incontro di Maria di Magdala con il Maestro ,avevano lasciato sbigottiti e impauriti i discepoli.

La stessa sera così si riuniscono e, per timore dei Giudei , sbarrano le porte . Forse temono che anche a loro sarebbe stata riservata la sorte del Maestro .

Nel racconto di Giovanni il Risorto appare ai discepoli e mostra per ben due volte la propria identità con la persona del crocifisso ( le mani  e il fianco ) .

Ma perché Gesù , anche dopo la resurrezione , ha conservato il segno dei chiodi nelle mani e nei piedi e le ferite nel fianco , provocate dalla lancia del soldato ?

Ve lo siete mai chiesto ?  

Io penso che non si tratti solo di un dettaglio , ma di un grande segno di speranza per la fede di ciascuno di noi , per tutta l'umanità , in particolare per quelli che sono nella sofferenza e nel dolore , pertanto mortificati  nella loro dignità umana , a partire dai bambini.

Quindi proprio quei segni scolpiti nel corpo del Risorto rappresentano  per tutti i segni permanenti di una grande speranza perché riassumono in sé tutte le nostro esperienze di dolore e di speranza .

Le ferite che il Risorto porta con sé e su di sé sono anche le nostre ferite e il segno che il Signore non abbandonerà mai l'umanità al proprio destino.

Pertanto il nuovo orizzonte , aperto dal corpo risorto di Cristo che continua a portare su di sè le ferite della crocifissione , non potrà più essere rinchiuso , ma rimarrà sempre aperto anche in mezzo alle tragedie umane più devastanti.

Noi discepoli di Cristo non possiamo essere dei nostalgici, impauriti , chiusi a chiave in una stanza ( o in una chiesa)per timidezza o per paura , ma possiamo essere nel mondo dei testimoni appassionati , liberi e gioiosi della speranza della resurrezione.

Il nostro destino e la possibilità di vivere nella gioia si giocano qui.

Tommaso imparerà a caro prezzo una lezione straordinaria . Gesù gli chiede di avere fiducia nei suoi testimoni anche se fragili , anche se incoerente .

Gesù chiede a Tommaso e a noi di avere fiducia nella testimonianza della comunità , anzitutto fiducia nella Parola che è giunta fino a noi ai giorni nostri.

Chiediamoci , questa sera in occasione della celebrazione della Pasqua della nostra Comunità di Oregina , se siamo testimoni del Risorto là dove viviamo.

Però non scoraggiamoci se fatichiamo a carburare , se per noi ,di fronte a tutte le contraddizioni che incontriamo lungo il nostro cammino ,  è difficile credere : Tommaso è il nostro patrono, il patrono di noi ritardatari.

 

CANTO : Non maledire ( l’utopia della pasqua ci chiama a costruire un mondo nuovo, senza maledire quello in cui abbiamo vissuto e stiamo vivendo ancora)

 

CONFESSIONE DI FEDE

Crediamo in Dio che pervade  e cura con tenerezza ogni forma di vita.

Crediamo in Dio che si è rivelato in Gesù perché tutte le persone e tutti gli esseri  abbiano la vita   e l’abbiano in abbondanza.

Crediamo in Dio che, nell’azione vivificatrice  dello Spirito, ci dona le energie  per vivere  una esistenza libera e dignitosa.

Crediamo che le comunità cristiane siano chiamate a prendere le difese di coloro che soffrono a causa dell’ingiustizia ,dello sfruttamento, della mancanza di diritti.

Crediamo che  è nostro compito impegnarci a trasformare questo sistema economico che saccheggia le risorse della terra a  vantaggio dei più forti, distrugge tante specie viventi  e minaccia gli ecosistemi da cui dipende  la vita di tutta la natura.

 

PREGHIERA EUCARISTICA PASQUALE

Ti rendiamo grazie, Divina Presenza,

 fonte e flusso di amore e di grazia.

Con la pasqua  fai fiorire la speranza dei popoli

che lottano per  la libertà e la dignità

 e ravvivi nei cuori di tante donne e di tanti uomini

 la speranza di una nuova primavera

 per una  terra  abitabile e solidale.

 Nella  festa della pasqua noi riconosciamo

 il  vento della tua azione che ci libera

del tuo fuoco  che ci infiamma

della tua acqua  che ci  purifica

 Dalla vita e dalla morte ingiustamente inflitta a Gesù

 e  a coloro che non si risparmiano  a causa della giustizia

 la nostra vita  riceve  indicazione di senso

 per diventare forza di vita trasformatrice.

 Donaci il tuo spirito

 per piantare alberi di pace 

 collocare mattoni di solidarietà

 per la costruzione di un mondo

giusto,  conviviale..

Perché ci fosse spazio all’avvento del regno di Dio

come banchetto aperto a tutte e a tutti

senza discriminazione per nessuno e nessuna

Gesù non ha esitato di portare all’estremo il suo amore

e mentre cenava con i suoi discepoli e le sue discepole

prese del pane, rese grazie a Dio, lo spezzò e disse:

 Prendete e mangiatene tutti e tutte come

 segno della mia vita spezzata per voi

Allo stesso modo, verso la fine della cena,

prese una coppa di vino, rese grazie a Dio e

la passò tra i suoi amici e le sue amiche, dicendo:

Prendete e bevetene tutte e tutti come

segno del mio sangue versato per il ristabilimento

del Regno divino che sta per realizzarsi in mezzo a  voi.

Fate questo in memoria di me.

 

Ricordiamo………………….

 

Padre nostro………

 

Scambio della pace

 

Condivisione eucaristica  accompagnata dal CANTO : La strada

Agape comunitaria

“Quando penso all’utopia, non penso a sogni impossibili. Maturo una scelta guardando avanti, coinvolto in una trasformazione dell’oggi per poter creare un nuovo domani. Sapendo che il domani abbiamo cominciato a crearlo ieri”.

(  Paulo Freire )