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CHIESETTA DEL VILLAGGIO ARTIGIANO

Beppe Manni   

dalla Gazzetta di Modena, agosto 2009

La chiesetta del Villaggio Artigiano di Modena Ovest è stata definitivamente abbattuta in questi giorni.

L’operazione era stata ritenuta necessaria dopo l’unificazione delle due parrocchie: san Giuseppe Artigiano e Maria Immacolata con l’erezione della nuova parrocchia dedicata a Gesù Redentore.

Con la chiesa di via E. Po muore un pezzo di storia cittadina.

Negli anni 50 nascevano le nuove parrocchie della periferia: San Pio X; San Faustino, La Madonnina, Santa Caterina, per servire, come si dice in gergo ecclesiastico, i nuovi quartieri che nascevano intorno a Modena.

Nel 1952 nasceva per opera dell’allora sindaco Alfeo Corassori il primo Villaggio Artigiano di Italia, tra l’autodromo, ora Parco Ferrari, e la Ferrovia. In breve tempo cento artigiani crearono laboratori o fondarono piccole industrie, alcune delle quali, destinate a grande successo come Figurine Panini, Cooptip, Coop Fonditori, la Salami, la Fiandri Malagoli. Oltre agli appartamenti costruiti vicino sopra i laboratori, il nuovo quartiere artigiano prevedeva, un comparto abitativo nell’area Est di via E.Po. Con servizi vari: botteghe, negozi, bar, farmacia, scuola elementare e la Chiesa.

La Chiesetta del Villaggio Artigiano era piccola, costruita con materiali poveri e inizialmente destinata ad essere una dipendenza della chiesa parrocchiale più vicina. Infatti fino alla fine degli anni cinquanta, l’allora parroco della Madonnina don Otello Ragazzi, diceva una messa domenicale. Poi la popolazione aumentò e la chiesetta fu eretta a parrocchia sforbiciando terreno a destra e a manca: dalla parrocchia di San Faustino e dalla Madonnina. Fu intitolata a San Giuseppe Artigiano. Il primo parroco fu don Armando Covili. Il secondo fu don Antonio Mantovani  che rinunciò quasi subito. Nel 1969 la parrocchia era vacante. Erano gli anni del dopo concilio e in tutta Italia si sperimentavano nuovi modelli pastorali. La Parrocchia fu assegnata dall’allora vescovo Mons. Amici a due preti Giuseppe Manni e Ferrari Gianni e a un laico Franco Richeldi.

Una specie di comunità presbiterale. I parroci fecero i preti operai, nelle fabbriche locali, per auto mantenersi. Il catechismo veniva fatto nelle famiglie e non si prendevano offerte per i sacramenti.

Intorno alla parrocchia nacquero diverse iniziative sociali e politiche: un doposcuola, una biblioteca, gestiti da un gruppo di estrazione religiosa e politica diversa. Infatti erano i tempi delle aperture dei cattolici ai comunisti. Non più l’era di don Camillo e Peppone, amiconi sì ma solidamente ancorati nelle loro rispettive “chiese”. Era il tempo del dialogo, degli indipendenti di sinistra, anche se  guardati con sospetto sia dalla chiesa che dal PCI. Al Villaggio infatti c’erano ben due sezioni del partito. Con queste organizzazioni i tre della parrocchia realizzarono iniziative culturali. 

In verità la sterzata a sinistra e la scelta operaista della comunità, fu un po’ troppo violenta e creò perplessità in molti cristiani non solo tradizionali. Ma l’entusiasmo e la spinta della comunità era forte e trascinò in un rinnovamento positivo molti giovani e famiglie. La chiesetta del villaggio divenne in quegli anni un punto di incontro e di riferimento di molti credenti e non credenti.

L’esperienza della comunità dei tre preti terminò nel 1975. Un gruppo di cristiani uscì dalla parrocchia e fondò una comunità autonoma.

Negli anni seguenti si susseguirono diversi parroci: don Nino Ansaloni; don Gianni Michelini, don Popoli, don Maurizio Setti. Alla fine degli anni 90 la parrocchia di San Giuseppe Artigiano e quella di Maria Immacolata sorta al Villaggio Giardino negli anni 80 furono unificate in un’unica grande parrocchia che fu chiamata Gesù Redentore.

Nel Natale del 2008 fu celebrata la prima messa nella nuova chiesa di via Leonardo Da Vinci. E’ al centro del quartiere. Un edificio studiato da grandi architetti che hanno unito la bellezza artistica, alla sensibilità religiosa della tradizione, la nuova spiritualità del Concilio e la funzionalità pastorale. E’ composto da tre corpi: la chiesa la casa della carità e le aule del catechismo.

Dove sorgeva la chiesetta del Villaggio sarà eretto un’edicola che ricorderà la prima chiesa. Anche se gli abitanti del Villaggio Artigiano pensano con nostalgia a un edificio che insieme ai capannoni  delle fabbriche, al vecchio centro civico e alle scuole elementari prefabbricate erano monumenti della memoria di un pezzo della storia della nostra città.