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VIENNA                                                                                                                          VIII INCONTRO CDB EUROPEE

Marta Ghezzi (*) 

Un commento

5 maggio 2009.

  

Ho partecipato dall’1 al 3 maggio all’incontro europeo delle comunità cristiane di base a Vienna , dal titolo  Vivere la fede oggi

Erano presenti oltre cento persone provenienti da Austria, Svizzera, Spagna, Belgio, Ungheria, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Italia. Persone accomunate da  alcuni valori comuni, elaborati dopo il Concilio vaticano secondo che oggi il Vaticano vorrebbe azzerare o comunque ridimensionare ..

Le scelte e le priorità d’impegno riguardano i poveri, in ossequio al Vangelo,la dignità umana, lo sviluppo delle persone, i diritti umani.

Il pluralismo, il dialogo interreligioso.

Le pratiche comuni a tutte le comunità di base sono le celebrazioni comunitarie, la lettura contestuale della Bibbia, il contesto storico e il contesto attuale, un funzionamento democratico, uno sguardo critico alle istituzioni, compreso le chiese, un impegno sociale a tutto campo.

Le sfide affrontate riguardano: i problemi posti dall’immigrazione, il pluriculturalismo, il rapporto con l’islam, il neo liberalismo e l’imperialismo, il rapporto con le comunità dell’Europa centrale e dell’est

Le comunità di base italiane, (presenti a Vienna  17 persone) sono nate nel 1969 come un dissenso ecclesiale, una presa di coscienza individuale e collettiva  e una presa di parola nella lettura delle scritture, nella catechesi, nella eucaristia  e nelle dinamiche sociopolitiche .

Hanno portato avanti la loro ricerca dentro una esplicita contaminazione con i problemi sociali quali l’antimilitarismo, la non violenza, gli ultimi, la lotta anticoncordataria, il potere della Chiesa, il suo connubio con il potere economico e politico. Dal dissenso  in modo più consapevole si sono  avviate sul cammino della costruzione di un consenso e di una identità condivisa attraverso una ricerca e una testimonianza per una chiesa altra e per un altro mondo possibile. Nel convegno europeo nella cattedrale di Notre Dame a Parigi nel '91 si è deliberato esplicitamente: “ noi non siamo una nuova Chiesa, non abbiamo altri dogmi, non pretendiamo di possedere la verità, ma sperimentiamo un modo diverso di vivere nella chiesa”.

A Vienna  non è stato  approvare un documento comune  ma solo una bozza di intenti. Del resto credere è camminare insieme, coltivare il dubbio più che affermare certezze ed evitare il rischio dei fondamentalismi.

Ho condiviso la mia permanenza a Vienna con ex preti sposati e ho appreso che  solo dal 1139 vi è stato nella chiesa cattolica l’obbligo del celibato per i preti, probabilmente dovuto alla esigenza di non disperdere il patrimonio tra i figli.

Prossimo appuntamento italiano per i cattolici del dissenso alle gerarchie è il 16 maggio a Firenze che vede tra gli aderenti il movimento “ noi siamo chiesa″ al quale personalmente aderisco .

L’invito è per le persone che oggi in Italia sono a disagio, stentano ad avere voce e sentono la sofferenza di non vedere al centro  della comune attenzione proprio il Vangelo  annunciato da Gesù ai poveri,ai peccatori,agli ultimi e agli esclusi mentre cresce a dismisura la predicazione della Legge e dei divieti. Non si vuole creare un nuovo movimento di contestazione o una chiesa alternativa ma si desidera affermare la libertà di coscienza, il confronto senza anatemi,lo scambio delle esperienze, la solidarietà senza condizionamenti, la effettiva parità dei diritti e dei doveri, l’amore per il prossimo, la  carità e la speranza per un mondo diverso

 

(*) Pavia,  movimento Noi Siamo Chiesa