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Incontro nazionale di Maschile Plurale. Torino, 9-10 ottobre 2010

“QUELL’OSCURO SOGGETTO DEL DESIDERIO.
 IMMAGINARIO SESSUALE MASCHILE E DOMANDA DI PROSTITUZIONE.”

di Beppe Pavan

 

Sapete cosa mi piace di più del mio gruppo Uomini in Cammino? E’ quando qualcuno dice, con commovente convinzione: “Non vedo l’ora che arrivi il giovedì del gruppo, perché qui con voi sto veramente bene”.

Sapete cosa sta succedendo dopo l’incontro di Maschile Plurale del 9 e 10 ottobre a Torino? Che molti dicano e scrivano: “Che bell’incontro, finalmente!”... e che Claudio mi abbia addirittura telefonato “solo” per dirmi quanto è stato contento di avervi partecipato.

Non è usuale, vero? Non succede spesso di sentire forte il desiderio di comunicare questa che, a distanza di qualche giorno, non è più “solo” un’emozione, ma è ormai un pensiero. Sempre emozionante.

Certo, non mi è facile raccontare cosa sia successo in quei due giorni. O, meglio, quello che ci siamo detti sabato. Bisogna esserci: non ci sono alternative.

Domenica abbiamo incontrato presidenti e rappresentanti di gruppi e associazioni che “si occupano” di prostituzione e di tratta. In realtà cercano soprattutto di entrare in relazione, con rispetto e cura, con persone (donne, trans, uomini) che sono vittime di violenze inaudite da parte di chi (uomini e donne) sceglie di arricchirsi sfruttando la desiderabilità dei loro giovani corpi. Sul mercato del desiderio sessuale maschile.

Di questo abbiamo parlato, tra noi uomini, nella giornata di sabato: delle nostre fantasie e dei nostri immaginari sessuali, che, dalla pubertà alla tomba, hanno per protagoniste quasi sempre donne e il nostro desiderio di “farne ciò che ci viene voglia”.

Ecco: questo è il punto. Abbiamo preso consapevolezza che queste fantasie sono comuni a pressoché tutti gli uomini – se noi trenta, che eravamo lì, e gli altri, con cui avevamo condiviso lo scambio nelle riunioni preparatorie dei gruppi locali, possiamo considerarci, su questa questione, un campione credibilmente rappresentativo della parte maschile maggioritaria del genere umano.

Chi la pensa diversamente è vivamente pregato di entrare nello scambio e raccontarci il suo pensiero. Noi ci siamo detti: sulla base delle nostre fantasie sessuali siamo tutti potenziali clienti di prostitute.

Poi c’è chi ne prende consapevolezza e sceglie di non comprare prestazioni sessuali, da subito o dopo qualche “esperienza”; c’è chi ne diventa dipendente; c’è chi non trova altre “alternative” per riempire la propria solitudine...

C’è molta “educazione”, nella vita degli uomini, a considerare normale più la “caccia alle donne”, in tutte le varianti possibili e immaginabili, che la “relazione di rispetto e cura” con ogni persona diversa da noi per sesso, età, cultura, provenienza, colore, ecc. ecc. Da dove ci viene l’educazione che riceviamo? Da genitori, parenti, amici, insegnanti, preti, ambienti culturali... Che, a loro volta, sono stati formati... e così via. Sembra una catena ininterrompibile.

Ma che la prostituzione sia il “mestiere più antico del mondo” è uno stereotipo, utile a mantenere gli uomini sopra e le donne sotto: non solo nella posizione classica del missionario, ma in tutti i luoghi della vita sociale.

I nostri gruppi di autocoscienza maschile a questo servono: a radicare in ciascuno la consapevolezza della convenienza a liberarci dalle dipendenze e dai complessi di superiorità. A cominciare proprio nei confronti delle donne.

Così si capisce perché domenica mattina dalle associazioni presenti abbiamo ricevuto parole di riconoscimento e di incoraggiamento. E idee per ulteriori collaborazioni.

Perché dal cambiamento maschile viene una mano forte a chi – donne in prima fila, non necessariamente femministe consapevoli – continua con tenacia a desiderare di vivere in un altro mondo, che le nostre pratiche di cambiamento e di liberazione dal giogo patriarcale stanno rendendo possibile.