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Incontro nazionale CdB 2010

 

Sintesi delle riflessioni della CdB S. Paolo di Roma, in particolare della Segreteria riunitasi martedì 12 gennaio 2009 sul tema da proporre.

 

Riteniamo che ogni attento osservatore della realtà italiana si sia da tempo accorto che tra Chiesa e Stato, cioè tra i gruppi dirigenti dei due organismi, si è ricostituito in forme nuove un antico sodalizio volto a tutelare interessi reciproci e interdipendenti:  la Chiesa appoggia uno Stato conservatore e questo la remunera con privilegi nel campo economico, dell’insegnamento e legislativo, accogliendo le sue istanze etiche. Si parla perciò di “deriva neoguelfa”, “riflusso conservatore” “reazione anticonciliare” e simili.

In questo contesto alcuni organi d’informazione, non ancora del tutto appiattiti nell’ossequio al potere, e solleciti alla laicità dello Stato, hanno di recente riscoperto l’esistenza (già ben nota alla fine degli anni ’60) di una “Chiesa del dissenso” composta di singole personalità e di gruppi, come “Noi siamo Chiesa” o le Comunità di base o altre realtà non irreggimentate, che tentano di incarnare un modello di cristianesimo diverso da quello dominante e più attento all’insegnamento originario di Gesù di Nazareth e alle aperture del Concilio Vaticano II, presto soffocate. Molti articoli di eminenti studiosi sulla stampa (si pensi al recente dibattito tra Mancuso, Zagrebelski, Amicone e Prosperi (cfr. “Adista” doc. 6/09) sulla “Religione civile”, agli interventi di Marco Politi sulla “Chiesa del no”, ecc.) e anche, sia pure più raramente e cautamente, in TV (qualche esponente del dissenso invitato o intervistato in trasmissioni su temi “sensibili” come l’atteggiamento della Chiesa verso gli omosessuali o sui temi della bioetica) hanno evidenziato, a un pubblico generalmente poco attento a questi fatti e poco informato, lo stridente contrasto tra certi comportamenti della gerarchia ecclesiastica e le origini del cristianesimo nella missione di amore e fratellanza di Gesù, queste per fortuna non del tutto estirpate dall’immaginario popolare. Anche all’interno della Chiesa di vertice il disagio è avvertito e in qualche caso denunciato (si veda il libro del card. Martini “Conversazioni notturne a Gerusalemme”).

In questo contesto, e richiamandoci ad una delle nostre finalità costitutive, quella di adoperarsi per una “Chiesa altra” non tanto in un’ottica intraecclesiale, ma di progresso civile, la nostra Comunità di S. Paolo propone quale tema di discussione per il prossimo Convegno 2009 il seguente tema “Da questo vi riconosceranno: grazia o maledizione” che, partendo da una libera traduzione del noto passo di Gv 13,35 lanciano provocatoriamente un discorso di identità del cristiano che non si situi più all’interno di dogmi o strutture autoreferenziali di potere, ma nella regola discriminante, al di là di appartenenze formali, dell’amore verso il prossimo. “Grazia” è infatti una condizione che predispone all’amore, come “maledizione” è fonte di odio e vendetta basati sull’egoismo.

E’ chiaro che il tema così, sinteticamente, enunciato può suddividersi in vari filoni, a seconda dei settori sui quali la deriva neo-guelfa va ad incidere: sul soffocamento, nella scuola e sui media, del pluralismo delle idee a favore del pensiero unico; sull’accoglienza del diverso, degli emarginati e in generale sul rispetto dei diritti umani; sull’ascolto o meno del disagio giovanile e sul rispetto dei giovani come persone e non come futura merce di lavoro precario; sulle cause del disastro economico e delle differenze nord-sud; sulle guerre e sulle morti provocate nel nome di Dio; sul tentativo di irreggimentare gli studiosi della Bibbia, ecc. In questo, crediamo, si dà attenzione alle varie istanze sin qui emerse circa i temi del prossimo convegno, e alle attese della società civile nonché dei media che si aspettano un nostro segno di presenza e che si spera di coinvolgere nel convegno stesso evitando così il pericolo che questo rimanga confinato dentro i nostri stretti confini.