Dionigi Tettamanzi. Il cardinale amico di tutti 

Vittorio Bellavite.

Da il manifesto” del 6 aprile 2005

 

Mediatore per eccellenza parla  con S. Egidio e con l’Opus Deo. Ma non brilla per creatività e non è l’uomo della riforma

 

Dionigi Tettamanzi ha 71 anni ed è nato a Renate nel cuore della Brianza bianca, è stato ordinato prete a 23 anni dopo essere entrato in seminario a 11 secondo le consuetudini del tempo. L’attuale papabile è stato professore di seminario fino a 55 anni quindi fino  ad una età avanzata anche per una carriera ecclesiastica. Insegnava, senza distinguersi per particolare creatività,  teologia morale  nel seminario di Vengono  succedendo ad Ambrogio Valsecchi, il molto amato e grande moralista costretto a lasciare per le sue posizioni progressiste. Buone testimonianze raccontano che in un certo momento  si distaccò esplicitamente da una ricerca avanzata nel suo settore di studio e che questo gli aprì la strada per una rapidissima progressione. Vescovo di Ancona per due anni, poi segretario della Conferenza episcopale italiana  per quattro ed arcivescovo di Genova per sette è succeduto due nni e mezzo  al Card.Martini . Ci sono gli estremi per collocare Tettamanzi  nel cuore stesso dell’establishement  della Chiesa italiana e del Vaticano. Tuttavia a Genova ed a Milano si è dimostrato ben differente dalla durezza reazionaria di un Biffi o dall’intransigenza dottrinaria di un Bertone o di un Caffarra (gli attuali cardinali di Genova e di Bologna ) o dall’identità  di uno Scola, il ciellino patriarca di Venezia . Anzitutto ha un tratto umano caloroso e comunicativo. Non ha la prestanza fisica e ieratica  di Martini (anzi è esattamente  contrario)  ma esplicitamente punta molto sui rapporti umani. Come collocarlo nel panorama di chi entrerà in Conclave? Tettamanzi è difficile catalogarlo ma comunque è un mediatore, un uomo che si dice e che vuole essere amico di tutti, di S.Egidio ma anche dell’Opus Dei e di Comunione e Liberazione;  in un pellegrinaggio in Palestina si è catturato la stima dei protestanti ed ha avuto anche parole di cordialità nei confronti di ”Noi Siamo “Chiesa” il movimento dei cattolici “conciliari” di sinistra  con cui  il Card. Martini aveva rifiutato di dialogare.  Soprattutto è un uomo dai pochi dubbi, legatissimo al magistero a cui si richiama costantemente. Una bella differenza da Martini che partiva sempre dalla Parola di Dio, cioè dai testi biblici..

Nelle cose di Chiesa  si può considerarlo un tradizionalista piuttosto che un conservatore in senso vero e proprio , legatissimo a tutte le devozioni possibili. Da quando è arcivescovo di Milano non si conoscono ancora sue visite pastorali alle parrocchie, dove controllare e spronare come faceva S.Carlo (ed il Card.Martini) ma sono innumerevoli i suoi prolissi discorsi e le sue presenze a processioni, benedizioni degli altari,feste degli oratori, vie Crucis, ricorrenze di ogni tipo. Contatti umani quindi, rapporti tutti interni al mondo parrocchiale,  molto presenzialismo ed anche grande presenza sui media. E’ ancora da spiegare come Tettamanzi riesca a “bucare” anche sugli organi della stampa laica in genere colpevolmente incapaci di una informazione religiosa accettabile. Non è facile capire come a Milano riesca a gestire la Curia arcivescovile. Di sicuro è uomo che decide in prima persona  molte cose e senza incertezze . Il Consiglio pastorale diocesano è stato privato di un vero ruolo,  che invece Martini cercava di attribuirgli. Il suo programma pastorale 2003-2006 “Mi sarete testimoni” è stato giudicato enfatico e velleitario perché a fronte di  grandi propositi ed ad una certa consapevolezza della situazione difficile dell’evangelizzazione sono stati proposti interventi i più consueti possibili ( rilancio delle parrocchie, dei sacramenti, delle vecchie associazioni…). Quanto invece appare di più all’esterno del mondo cattolico organizzato sono le sue frequenti incursioni sui problemi sociali e politici. Qui abbiamo il ben noto  Tettamanzi progressista, aperto ai noglobal al G8 di Genova   e duro nei discorsi alla città di ogni S. Ambrogio in dicembre, capace di sollevare con forza i problemi della casa, degli emarginati, dei poveri di rimproverare gli uomini della finanza, di contestare il lavoro festivo ……Questo è il Tettamanzi migliore ben distante da quello che non fa molto sperare per una vera riforma della Chiesa cattolica.