Filippo Gentiloni

Il limbo fuori dalla Storia

Da il manifesto 4 dicembre 2005

 

Limbo, addio: sembra che il Vaticano stia per dichiararne la scomparsa. La notizia a molti sembrerà irrilevante ma è invece sconvolgente per chi è abituato a una tradizione cattolica irremovibile. È vero che l'esistenza del limbo non ha mai goduto della considerazione di un dogma vero e proprio, ma è anche vero che da qualche secolo e fino a ieri ha fatto parte della dottrina cattolica più ufficiale. L'ultimo catechismo (il «compendio», firmato Ratzinger è del 2005) non ne parla, ma ancora il catechismo di Pio X (1912) insegnava (e i piccoli imparavano a memoria): «I bambini morti senza battesimo vanno al Limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono: perchè, avendo il peccato originale e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l'inferno e il purgatorio». Una dottrina difficile, un compromesso. Dante stesso aveva dedicato un canto del Purgatorio al limbo, là dove «sanza speme vivemo in disio» aveva dichiarato stupendamente lo stesso Virgilio. Un luogo strano che, però, la dottrina collegava strettamente con il dogma - questo si vero e proprio - del peccato originale. La dottrina, però, con il passare degli anni era diventata sempre più insostenibile. A darle il colpo di grazia, fra le altre, due prese di coscienza tipiche della cultura moderna. Da una parte, l'evoluzionismo, anche quello accettato da Roma, ha reso a dir poco più incerta la discendenza di tutti dal solo Adamo: una linea, questa, che con il tempo è apparsa sempre meno diretta ed univoca. Poi, la consapevolezza, in stretto rapporto con le questioni più attuali, della quantità enorme di bambini morti prima di nascere, che la chiesa cattolica considera già persone umane: perciò la condanna dell'aborto come omicidio.

La dottrina relativa al limbo, quindi, è resa ancora più strana dal dibattito sull'aborto: ben più degli altri luoghi dell'oltretomba, paradiso, inferno e purgatorio, il limbo sarebbe affollatissimo. Una forte limitazione alla salvezza universale che Gesù avrebbe operato, ma soltanto fino a un certo punto: troppi ne resterebbero fuori, e non per propria colpa. Forse per questi, ed altri motivi, il pensiero cattolico ha cominciato a dubitare del limbo, fino alla attuale esclusione dalla dottrina ufficiale. Che i bambini morti senza battesimo siano accolti fra le braccia divine, dunque, anche perché, secondo la dottrina cristiana più accreditata - soprattutto protestante - neppure gli adulti buoni lo hanno veramente meritato. L'addio al limbo non può non rallegrare i credenti. Sia perché si è eliminata una stranezza, sia - soprattutto - perchè si è dimostrato che anche l'insegnamento cattolico può cambiare. Segno dei tempi, accettazione delle correzioni e delle incertezze: sia sul piano dottrinale che, speriamo, su quello etico. Lo stesso concilio Vaticano II, del quale celebriamo il quarantennio in questi giorni, aveva dichiarato che la chiesa cattolica non è al di fuori della storia ma partecipa volentieri alle sue vicissitudini.