Abbracci salvifici

Filippo Gentiloni

da il manifesto 4 settembre 2005

 

L'agosto appena finito ci ha riservato, oltre a una quantità estrema di disgrazie - Baghdad, New Orleans - una rumorosa, inusitata presenza del divino in prima pagina. Alla faccia di tutti quelli che pensavano e sostenevano che il mondo, o per lo meno il nostro mondo occidentale, fosse ormai in preda alla secolarizzazione. Le smentite si sono moltiplicate, dalle folle di giovani a Colonia, al nuovo papa che riceve Oriana Fallaci, alle discussioni sulla scuola più o meno islamica a Milano. Che cosa sta succedendo? Fra le varie possibili risposte vale la pena di sottolinearne una che va per la maggiore e unisce in una sorta di abbraccio ideale sia importanti esponenti cattolici che autorevoli «laici»: fra i primi addirittura il nuovo papa, fra i secondi, oltre alla Fallaci, anche il nostro presidente del Senato.

Si sostiene che i valori «laici» - virgolette necessarie - hanno fatto il loro tempo; hanno, cioè, dimostrato le loro insufficienze e lacune. Hanno - avrebbero - dimostrato che non sono in grado di reggere la società. Necessari, quindi, i valori «altri»: religiosi, in genere, cristiani. Anzi cattolici, in concreto. Fine, cioè, della pretesa laica di sostenere, senza ancoraggi trascendenti, la società. Solo la religione può impedirne la rovina. Lo devono ammettere, se sono sinceri, tutti, anche i cosiddetti laici: meglio, i cosiddetti non credenti.

Un abbraccio, dunque, salvifico: la religione offre alla società il suo sostegno, la società offre alla religione la sua pubblica legittimazione. Non importa se la storia ha dimostrato più volte che questo abbraccio porta a snaturare una parte e l'altra. Se così è stato nel passato, oggi non più. Oggi questo abbraccio sarebbe l'unica salvezza possibile per la pace, la famiglia, il benessere sociale.

Una tesi che nel corso dell'estate abbiamo sentito risuonare un po' dappertutto, da Roma a Colonia a Rimini. Una tesi che, ovviamente, esalta i settori più conservatori delle varie religioni, anche se, inevitabilmente, rende più difficili sia i tentativi ecumenici all'interno del cristianesimo sia i rapporti fra cristianesimo e islam, le due grandi religioni che pretendono di benedire le «loro» società. La cosiddetta «religione civile» si va affermando non soltanto al di là dell'Atlantico ma all'ombra di tutti i campanili, anche i nostri.

Fra le notizie di altro genere, l'agosto ce ne ha riservata una che vale la pena di ricordare. Le chiese italiane valdesi e metodiste hanno eletto a «moderatore» una donna, la pastora - così si dice - Maria Bonafede: un segnale di aria buona, di voglia di infrangere i poteri. Di libertà.