La salvezza pretende l'esclusiva

Filippo Gentiloni

Da il manifesto 13 marzo 2005

 

Il problema del rapporto con le altre religioni non può non agitare la teologia cattolica in tempo di globalizzazione: le altre sarebbero false (come si pensava fino a ieri), anche se con qualche elemento di verità? Ma allora come giustificare un ecumenismo a senso unico? Oppure sarebbero vere, mettendo così a rischio la tradizionale unicità della «salvezza» per i cristiani? In altre termini: qual è il ruolo di Gesù Cristo per tutti gli uomini, anche per i non cristiani? Sono interrogativi che ormai esigono risposte convincenti ed esportabili. Fra i teologi cattolici che hanno affrontato il dilemma risaltano i due nomi di Jacques Dupuis - belga, della Università Gregoriana di Roma, un autentico pioniere, morto poche settimane fa - e quello di Roger Haight, americano, anche lui gesuita, noto soprattutto per il volume Jesus symbol of God. Ambedue i teologi hanno avuto problemi con il Vaticano, timoroso che queste riflessioni in parte nuove togliessero al cristianesimo una sorta di esclusiva della salvezza, aprendo altre vie e altre porte. Proprio partendo da Dupuis, così scrive la rivista «Jesus» : «Oggi la teologia cristiana è impegnata ad aprire una via tra inclusivismo (le altre religioni sono vie di salvezza, ma subordinate al Cristo) e pluralismo (le religioni sono vie di salvezza equivalenti)». E ancora: «L'inclusivismo sa di annessione delle altre religioni al cristianesimo, il pluralismo comporta una relativizzazione dell'identità cristiana». Una sorta di quadrature del cerchio, dunque; una necessaria mediazione nella quale si vanno esercitando molti teologi cristiani, che vorrebbero evitare sia la serie B per le altre religioni, sia una relativizzazione del cristianesimo. Intanto la globalizzazione incalza, mentre tutti vogliono evitare che gli scontri in atto - quelli, ad esempio, fra oriente e occidente - assumano l'aspetto di guerre di religione.

Nelle sale del Vaticano domina la preoccupazione. Secondo una «notificazione» ufficiale «Il libro di Haight contiene affermazioni contrarie al messaggio centrale del cristianesimo, la divinità di Cristo, e propone un metodo teologico improprio». Preoccupa lo stesso titolo: Gesù «simbolo» e non «figlio» di Dio o Dio stesso. Non sarà facile mettere d'accordo le esigenze di un autentico ecumenismo con quelle della identità cristiana. Sarà questo, probabilmente, il più impegnativo dibattito religioso del XXI secolo.