Filippo Gentiloni

Via alla chiesa dei poveri

il manifesto 8 ottobre 2006

 

Fra i non molti, ormai, che ricordano il concilio Vaticano II spiccano i preti operai. Lo ricordano e cercano di farlo vivere. Non sono molti, in Italia e altrove, ma portano avanti una posizione chiara, coraggiosamente polemica nei confronti della chiesa di maggioranza. Lo dimostra ancora una volta la bella rivista «Preti operai» (edizioni Qualevita, tel. e fax 0864.460006; cell. 349.5843946) il cui ultimo numero (settembre 2006) è proprio dedicato al loro convegno dell'aprile scorso. Titolo ben preciso: "A 40 anni dal Concilio: dov'è la chiesa dei poveri?"

Due, dunque, le tesi che i preti operai sostengono. La prima: la centralità della chiesa dei poveri nel concilio. La seconda: la scomparsa di questa tesi nel corso degli anni postconciliari.

Due tesi sulle quali vale la pena di riflettere. Della prima sono pieni i testi conciliari . La fondamentale Gaudium et spes: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono...». E il papa Giovanni XXIII: «In faccia ai paesi sottosviluppati la Chiesa si presenta quale è , e vuole essere, Chiesa di tutti, particolarmente la Chiesa dei poveri». Le citazioni si potrebbero facilmente moltiplicare.

E oggi, la chiesa dei poveri? Non la si trova se non in qualche angolo più o meno nascosto e marginale. Nel complesso sembra scomparsa. In genere la chiesa appare piuttosto abitata dai ricchi e dai potenti, dai sostenitori dell'ordine stabilito. Religione più o meno «civile», come si dice negli Sati uniti d'America e non solo. Esemplare a questo proposito la condanna, sistematica e decisa, della teologia della liberazione, il tentativo postconciliare più interessante di realizzare la chiesa dei poveri. Tentativo bloccato soprattutto per paura del comunismo.

Oggi questa paura si può dire finita. La chiesa «dei poveri» potrà finalmente affermarsi? Ne vedremo qualche segno nel prossimo convegno nazionale della chiesa italiana a Verona?