Lidia Menapace  

IL 2 GIUGNO NO ALLA SFILATA MILITARE 

da La Non Violenza in Cammino N° 1306.   



La festa della Repubblica - 2 giugno- non va confusa con la "festa delle  Forze armate", che e' fissata in altra data del calendario delle ricorrenze civili, cioe' il 4 novembre. La cosa ha una sua giustificazione: in primo luogo serve per ricordare che non si capisce perche' le Forze armate debbano avere due "feste" in calendario.  
Non solo: il 4 novembre che ricorda la fine dell'"inutile strage" (cosi'Benedetto XV chiamo' la prima guerra mondiale) puo' essere mantenuta giustamente come anniversario in cui si fa memoria di tutte le vittime, militari e civili, italiane e di altri popoli, provocate dalle guerre. E con tale motivazione - un giorno di lutto per tutte le vittime, non un giorno di festa per chi quelle vittime uccise - quell'anniversario puo' essere ricordato anche da chi e' antimilitarista, pacifista, persona amica della nonviolenza (anzi, a maggior ragione e con piu' saldo diritto proprio da coloro che si oppongono a tutte le guerre e agli apparati e agli strumentidelle guerre si fa memoria del lutto che le guerre producono).    
Ma la festa della Repubblica ha altre motivazioni, altre ragioni, altra base storica: la nostra Repubblica non ha a fondamento guerre, ma la fine della guerra, di una guerra dichiarata da un regime illegale, condotta insieme a un alleato terribile, persa con grandi rovine e riscattata dalla Resistenza popolare e da un grande anelito alla pace. Chiunque ne ha l'eta', ricorda
che il 25 aprile fu uno scoppio di gioia festa balli, volevamo vivere in pace, niente ci intristiva di piu' che i ricordi di guerra, niente ci piaceva di piu' che vedere gli armamenti diventare ferrivecchi.
Questa immediatezza emotiva popolare diffusa fa pensare che la festa della Repubblica meglio sarebbe festeggiata come una specie di 14 luglio con balli e canti e sagre e pacifica invasione di tutti i giardini e parchi delle nostre citta'.   
Ma ragioni politiche piu' significative consigliano comunque di evitare la sfilata militare. Il presidente Napolitano e' appena andato a Ventotene per ricordare i venti anni dalla morte di Altiero Spinelli e il manifesto appunto di Ventotene: come riavviare il discorso europeista se non prendendo le distanze dalla terribile storia di guerre degli stati nazionali e rilanciando una Europa che pone fine alle guerre sul continente e mostra un volto non temibile dagli altri popoli e continenti?       
Finora mi pare che l'annuncio della sfilata del 2 giugno sia venuto dalloStato maggiore: forse e' il caso che i militari abbiano piu' discrezione: all'inizio di una legislatura e di un nuovo settennato non cerchino di mettere avanti dei fatti compiuti. Appartiene alla Forze armate in un paese democratico una buona dose di discrezione istituzionale e una democratica attesa e silenzio.