Marcello Vigli

Il cinque per mille come l’otto per mille

italialaica on line 13 aprile 2006

 

A urne chiuse i dirigenti dei partiti dell’Unione non possono più usare la necessità di cacciare Berlusconi come alibi per soffocare ogni tentativo di discutere di scelte politiche. L’Unione può tentare di governare anche se Berlusconi è ancora forte in sella e si può, anzi si deve, tornare a parlare di politica, cioè di obiettivi e di priorità, di strategie e di tattiche. Bisogna tornare a fare politica “seriamente“, per riprendere il cammino di trasformazione democratica di quell’Italia profonda – come l’ha chiamata Rossana Rossanda sul Manifesto – nella quale ha trovato terreno fertile oggi il berlusconismo come vent’anni fa il craxismo, che ne è l’antenato più prossimo. Nelle sue spoglie il berlusconismo si annida con le ambizioni decisioniste delle oligarchie dei partiti dell’Unione, ma anche con il cinico opportunismo di tanti spezzoni del movimento e dell’associazionismo di base. Questo si è espresso negli ultimi giorni intasando le caselle di posta elettronica e ordinaria con gli inviti a destinare il cinque per mille dell’Irpef a questa o a quella Onlus. Con l’introduzione nell’ultima finanziaria di questa opportunità Berlusconi ha potuto mettere a segno un altro colpo al buon governo e allo stato di diritto, stravolgendo le buone intenzioni di quei cittadini che avevano lanciato una campagna per promuovere una legge d’iniziativa popolare al fine d’introdurre la destinazione dell’8 per mille, annualmente devoluto allo stato, alla sola ricerca scientifica, senza preoccuparsi di offrire una comoda scappatoia al governo accusato di non investire in essa.

Invece di garantire un sicuro introito alla ricerca hanno aperto in realtà la strada alla pubblica sovvenzione statale dell’associazionismo di qualsiasi specie.

Migliaia di gruppi e associazioni di volontariato o culturali, anche di sinistra e non confessionali, si sono affrettati ad iscriversi nella lista dei possibili destinatari. Il Parlamento è ancora una volta esautorato dalla sua funzione primaria di gestire i soldi di tutti nell’interesse collettivo.

Chiesa cattolica e confessioni religiose, che fruiscono dell’otto per mille, ringraziano per non doversi più vergognare di essere mantenute dallo stato, cioè dalla collettività, e si preparano a vederlo aumentare al tredici per mille attraverso le loro organizzazioni assistenziali e non. Le comunità islamiche, ancora fuori del sistema del finanziamento pubblico, l’otterranno trasformando in strutture Onlus le loro comunità locali e i loro centri nazionali. È il trionfo del comunitarismo e della sussidiarietà perché lo stato si deresponsabilizza nel settore dei servizi sociali appaltandolo di fatto alle organizzazioni sociali che accederanno ai finanziamenti.

È anche però un attentato alla trasparenza nella loro gestione interna. Gli attuali dirigenti e gestori, affrancati dalla dipendenza dai contributi economici di affiliati e soci, potranno acquisire nuovo potere come già oggi avviene nell’ambito della chiesa italiana per la Conferenza episcopale. Sarà anche possibile che associazioni e strutture sopravvivano all’esaurimento della loro funzione originaria grazie all’inerzia del meccanismo di finanziamento esterno.

Questo paradossalmente diventa, così, oltre che un nuovo salasso di denaro pubblico anche una spinta all’inquinamento morale della vita sociale. Non si tratta di una forma di “democrazia diretta”, perchè votano solo i contribuenti. Né riduce il sistema clientelare e selettivo con cui il governo distribuisce risorse perché questo sistema sussisterà. Né garantisce autonomia finanziaria, essenziale per ogni autentica autogestione, un sistema destinato a dipendere dall’immagine che ogni associazione sarà in grado di dare di sé, magari attraverso iniziative sponsorizzate da qualche assessore alla ricerca di consensi. In questa concezione strumentale dello stato e delle sue istituzioni il berlusconismo prospera, al di là delle buone intenzioni di chi pensa sia giusto fare “opere buone” a spese della collettività senza preoccuparsi se lo stesso meccanismo serva anche a coprire e sprechi ed abusi o costituisca un’occasione per i tanti che come il network Totus tuus (www.totustuus.net) raccomanderanno di:

“- scegliere esclusivamente un'Associazione cattolica (altrimenti il vostro denaro sarà distribuito anche ad istituzioni quali il Comune di Bologna e ostili alla Chiesa)

- sostenere - sulla scia di Giovanni Paolo II - chi si occupa di difendere la vita (ad es. il Servizio di Accoglienza alla Vita della vostra città)”.

Il cattivo seme dell’otto per mille craxiano è quindi destinato a dare frutti ancora peggiori con il cinque per mille berlusconiano. C’è solo da augurarsi che anche questa “trovata” elettorale sia cancellata come avvenne per l’introduzione del quattro per mille da destinare ai partiti.