La comunità di base Le Piagge

Estratto dal nostro documento in scrittura collettiva

 

Il nostro cammino sta crescendo di pari passo con la consapevolezza dei bisogni materiali e spirituali del luogo in cui viviamo ed ora sentiamo questa esperienza e questo luogo come uno dei tanti “sud del mondo” che resistono e lottano costruendo “laboratori di vita e di speranza” che cercano di intessere relazioni vere per tentare di cambiare concretamente il nostro modo di vita e realizzare così quello che pensiamo sia il “sogno di Dio” su di noi…

La nostra comunità è il tentativo quotidiano di costruire relazioni umane “vere e vitali” per imparare a vedere nell’altro un potenziale immenso di vita e spiritualità, uscendo così dalla rassegnazione e dalla passività.

Avvertiamo quotidianamente le difficoltà che emergono nei rapporti interpersonali e spesso ci scontriamo con la nostra limitatezza di esseri umani.

Abbiamo cominciato a mettere in comune le nostre storie, accogliendo come ricchezza le potenzialità e le diversità di ciascuno, cercando di non gerarchizzare, di vivere in modo orizzontale i nostri ruoli, senza cioè sentirsi né superiori né inferiori, sapendo che tutti abbiamo qualcosa da imparare dall’altro.

Questo ha messo insieme chi di noi ha un cammino di fede e chi, non riconoscendosi in un percorso religioso, crede comunque nella sacralità dell’uomo.

Per questo abbiamo iniziato ad incontrarci per leggere il Vangelo tutti insieme, credenti e non, cercando di calare il suo messaggio di liberazione nella nostra quotidianità e nella vita del nostro quartiere; ci siamo resi conto che il confronto con questa Storia ci era necessario per rimetterci in discussione e incontrarci sempre di più.

Il passo successivo è stato il tentativo di far nascere nelle vie del quartiere le Piccole comunità di base che periodicamente, con più o meno continuità, si incontrano e si confrontano legando sempre il Vangelo con  la vita.

In questo odo tentiamo di essere chiesa incarnata nella vita della gente, che  si sporca mani e piedi là dove si vive, si lotta, si soffre e si celebra la vita.

Vivendo questa esperienza ci siamo convinti che la chiesa non può essere un’isola dove si evade dalla vita quando le sofferenze ci schiacciano e ci annientano, ma al contrario l’essere comunità e chiesa ci chiede e ci spinge a stare dentro le cose, ad essere in mezzo alla gente.

A questo punto della nostra storia abbiamo bisogno di riconoscerci in una chiesa profetica,capace di vedere in profondità, capace di scelte forti, di denunce coraggiose e capace di costruire alternative in campo economico, sociale e politico; capace di ripudiare la guerra e la violenza in qualsiasi forma, recuperando l’espressione delle prime comunità cristiane” o il battesimo o l’esercito”…

Stiamo cercando di vivere con dignità la nostra condizione di uomini e di donne e questa crescita spirituale e umana ci ha portato a prendere posizione ed a fare scelte precise:

-         Con il prendere realmente a cuore ogni situazione di povertà, di emarginazione e di ingiustizia.

-         Con il nostro lavoro, realizzato nel piccolo, ma con lo sguardo rivolto al mondo, dove ogni scelta particolare è vissuta nel contesto globale.

-         Con l’assumere fattivamente scelte di finanza etica e di microcredito, di consumo critico rispettose della dignità della persona.

-         Con la partecipazione attiva dentro la realtà territoriale e la comunità locale.

…La nostra esperienza è come un piccolo seme e coltiva il sogno di poter contribuire alla costruzione di un’umanità che sappia avere cura di tutto ciò che esiste, che sappia vivere la pace e che sappia scegliere con consapevolezza la strada della giustizia e dell’amore considerando come proprio bene il bene di tutti.

Vorremmo la nostra comunità sempre più aperta all’accoglienza e aperta sul mondo, continuando un percorso di liberazione che ci renda capaci di ritrovare la gioia di sentirsi “parte di” e allo stesso tempo “in cammino verso”un’infinita, accogliente, unica, immensa vita.

Questa liberazione è prima di tutto la presa di coscienza della possibilità di “riprendere in mano” la propria vita, di vivere un’etica della responsabilità nella quale la persona da soggetto passivo diventa soggetto attivo della storia, dove si è chiamati a partecipare in prima persona, a prendere decisioni, a mettersi in gioco e a  valorizzare la propria creatività per realizzare rapporti nuovi capaci di ridare dignità e significato alla vita umana.

Vorremmo che questo percorso di liberazione, che ci sembra essere il sogno di Dio per la storia umana, diventasse da “sogno di pochi” speranza di molti.

Per partecipare il nostro progetto, coinvolgere un numero crescente di persone e dare spazio così a nuove idee, a nuova ricchezza, alla verità degli altri di cui sentiamo di aver bisogno per poter crescere ed essere viventi, abbiamo sempre considerato importante ed essenziale vivere dal di dentro il nostro quartiere.

Nonostante la nostra fragilità umana, per noi sono segno di speranza la forza e l’energia che ci trasmettiamo e la tensione verso la realizzazione di questo sogno, consapevoli che  non tutto potrà essere fatto ma che comunque rimarrà una traccia per quelli che verranno.

Per vivere così c’è bisogno di tenerezza per alimentare l’amore e c’è bisogno di preghiera, dove pregare è lasciarsi interrogare dallo Spirito di Dio e dallo spirito dell’umanità, e permettere così al Dio della vita di sovvertire la nostra esistenza e renderci liberi.

 

Per questo ci auguriamo felicità, inquietudine, sogni agitati.

E sete di futuro.

 

La comunità di base Le Piagge