Collegamento seminariale delle CdB italiane

Tirrenia 8 e 9 dicembre 2007-06-20

 

 

FARE COMUNITA’

MINISTERI/SERVIZI: QUALI? COME ESERCITARLI?

 

 

E’ bene che l’argomento sia lasciato molto aperto, per non perdere nulla della ricchezza della varietà delle nostre esperienze: l’attualità e i percorsi per arrivarci. Definire il tema, indicando alcune “piste” piuttosto che altre, può orientare lo scambio e questo potrebbe rivelarsi impoverente.

Ci limitiamo quindi a richiamare i “titoli” dei capitoli che abbiamo aperto insieme a Firenze, nel corso della riunione del collegamento nazionale, lasciando ai due interventi introduttivi e, poi, allo scambio nei piccoli gruppi la massima libertà possibile per le riflessioni e le proposte.

  • E’ il presente che ci invita/spinge a interrogarci sul futuro, non per investire sugli altri (ad es: i nostri figli e le nostre figlie...) né per costruire associazioni benefiche o circoli teologici... ma per dare possibilità nuove al nostro desiderio di comunità:
    • lavoro collettivo
    • valorizzando le capacità (doni/carismi...) di ciascuno/a
    • riconoscendo con rispetto tutte le differenze
    • costruendo insieme spazi in cui ciascuno/a si senta e viva da protagonista
  • Ognuno/a parta da sé: dal proprio pensiero critico, che nella CdB si è rafforzato e adesso si rivolge alla stessa CdB, cercando come andare oltre. “Di base” significa, soprattutto, laicità, capacità di pensiero personale autonomo, capacità di stare nelle relazioni con cura e rispetto di ogni differenza, senza sottrarci agli scambi. La dimensione comunitaria della preghiera, della ricerca, delle varie iniziative, sostiene il singolo e la singola e rende visibile la dimensione collettiva del cammino del creato verso la felicità. E’ un desiderio comune a molti/e, non a tutti/e: anche questo fa parte delle differenze.
  • Cos’è che ci tiene insieme, che ci convoca ogni volta, che crea anche conflitti al nostro interno?... Il desiderio che le relazioni siano il motore del nostro essere comunità: in particolare tra chi vi cammina da oltre 30 anni, desiderando sperimentare modalità diverse, e chi vi arriva per la prima volta, non conoscendo nulla dei nostri percorsi personali, comunitari e del movimento. Ci tiene insieme, anche, il nostro bisogno e desiderio di relazioni che rispettino la fragilità e parzialità di ognuno/a, che aiutino a convivere tutte le differenze che ci appartengono, che sostengano e incoraggino il nostro bisogno/desiderio di spiritualità, di ricerca, di affidamento... E il desiderio che tutto questo si possa realizzare nella massima libertà personale possibile, capace di guidarci oltre tutti i confini, sorretti/e da un’etica della responsabilità personale e collettiva che ci faccia compagni e compagne di strada di ogni uomo e di ogni donna che orientano la propria vita a questo orizzonte per l’umanità e l’intero creato.
  • “Futuro” quindi significa ripensare e riorganizzare continuamente il presente, il nostro qui e ora. Parlare di futuro significa adeguare costantemente i nostri strumenti per facilitare la nostra crescita individuale e collettiva nell’autoformazione.
  • Nel pensiero sulla riorganizzazione ci stanno tutti i discorsi fatti e da fare sui “ministeri”: funzioni, servizi, ruoli, modalità di stare nelle relazioni... Ad esempio: che servizio è il nostro se chi viene in comunità non può sentirsi protagonista perché trova tutto già fatto e detto? Mentre può farci un grande servizio nominando i suoi disagi e le nostre piccole e grandi incoerenze...
  • E’ conveniente ripensare anche i nostri linguaggi: ministeri, carismi, servizi, ruoli, futuro, direzione, modelli, ecc... Cercare parole nuove, non consumate, ci aiuta a liberarci dal rischio della conservazione, della cristallizzazione delle nostre buone pratiche: in questo ci possono aiutare molto le elaborazioni e le pratiche delle donne. Relazioni e circolarità: per facilitare la nascita di energie nuove positive, in noi e intorno a noi, che incarnino e sostengano l’annuncio della “buona notizia”.
  • A questo può essere utile anche il questionario che ogni comunità è invitata a compilare eche ci permetterà di ottenere una sufficiente fotografia della realtà attuale delle singole CdB dal punto di vista dell’organizzazione interna e della rete di relazioni in cui è attivamente inserita (il quadro che ne emergerà lo troveremo nella cartellina).

 

 

A cura della CdB di Pinerolo