Le Comunità di base devono "strutturarsi"?

Confronti, N° 3 - Marzo 2008

 

“Fare comunità. Ministeri/servizi: quali? Come esercitarli?”. Questi gli interrogativi proposti alle settanta persone venute a Tirrenia (Pisa) nei giorni 8 e 9 dicembre del 2007 in rappresentanza delle comunità di base italiane (cdb) riunite in un seminario di studio.

Il tema era stato lanciato tempo fa in una intervista a Franco Barbero, storico esponente della comunità di Pinerolo, apparsa sulla rivista “Viottoli” espressione della stessa comunità.

In questa intervista Barbero manifestava in modo articolato la necessità che le cdb italiane si dessero una struttura organizzativa al loro interno di tipo “ministeriale”, anche per affrontare un futuro, possibilmente lontano, in cui non ci fossero più le persone di riferimento, quasi sempre preti, attorno alle quali le comunità sono nate.

Un intervento introduttivo di Barbero ed uno di Gabriella Natta, in rappresentanza del gruppo donne della comunità di San Paolo, hanno aperto il seminario; dopo la presentazione dei dati sintetici di un questionario conoscitivo della situazione delle cdb, sei piccoli gruppi di lavoro hanno approfondito il tema.

Qui ciascuno ha portato le proprie esperienze, diverse anche in rapporto alla natura della comunità di appartenenza.

La maggior parte delle cdb ha una dimensione domestica, si riunisce cioè nelle case dove periodicamente legge le Scritture e spezza il pane. Le più numerose hanno un luogo pubblico dove riunirsi, le loro eucaristie hanno una frequenza settimanale e in esse più facilmente si affacciano persone nuove.

In relazione a queste diverse caratteristiche strutturali ed anche al fatto di aver avuto più o meno a lungo a disposizione un prete “regolare”, cambia anche il rapporto tra comunità e presbitero e quindi tra comunità e ministeri.

Le esperienze in genere convergono in un allargamento dei servizi ad una pluralità di persone: la direzione organizzativa è collegiale, il servizio della parola e la presidenza dell’eucarestia non è più patrimonio esclusivo del presbitero.

Questo e molto altro non sintetizzabile è emerso nei gruppi. Alcuni punti di vista sono espressi nell’intervista a Carla Galetto e Maria Del Vento della CdB di Pinerolo, che ha voluto questo incontro, e dagli interventi, significativamente diversi, di Franco Barbero ed Enzo Mazzi che trovate in queste pagine.

Un’agape fraterna e la festa per i trent’anni dell cdb di Coteto di Livorno, che ha organizzato l’incontro, hanno concluso la prima giornata.

La mattina di domenica l’esperienza della scrittura collettiva, un simpatico ed efficace metodo in uso presso i gruppi di lettura popolare della bibbia, ha permesso di scambiare i pensieri emersi nei diversi gruppi di lavoro ed ha prodotto una breve sintesi scritta delle cose dette.

Il prossimo appuntamento per le CdB sarà a Castel San Pietro Terme (Bologna) dal 25 al 27 aprile prossimi per il XXXI Incontro nazionale sul tema “Società sobria, equa e solidale. Culture e pratiche dal basso”. Si svolgerà presso l’Albergo delle Terme, in Viale delle terme 1113 (per informazioni: segrcdb@alice.it o consultare www.cdbitalia.it)

 

Stefano Toppi


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