SULLA SOBRIETÀ NEGLI STILI DI VITA

"Vogliamo realizzare la sobrietà nei nostri stili di vita"

LETTERA DEI GIOVANI ALLE COMUNITA’ DI BASE

 

Rivendichiamo la nostra volontà di essere UNITARI senza spaccature tra quello che abbiamo dentro e le nostre abilità professionali.

Sogniamo una società in cui talenti e abilità professionali siano valorizzati e premiati, una società in cui il lavoro precario sia l’eccezione, non la regola. Sogniamo una società di artisti e scienziati dove la sopravvivenza materiale sia relegata ad un angolo dell’esistente, messa a frutto di un’automazione senza più lavoratori; una società che si limita a pensare, capire, creare e valorizzare i talenti con formazione continua e possibilità di “carriera”.

Nella speranza di potersi impegnare e utilizzare le proprie abilità professionali al servizio di tutti,sogniamo la possibilità di unire l’attività lavorativa con la realtà sociale. Vogliamo un mestiere con cui aiutare le eco-teconologie, attrarre capitali e generare profitti così da spiazzare le lobby dei petrolieri.

Lavorando in una fattoria didattica uniamo la nostra passione e amore per i bambini alle nostre abilità di educarli verso il rispetto per gli animali e la natura in generale. Abbiamo scelto un cammino professionale faticoso e difficile, socialmente svalutato ma che ci fa sentire persone integre e felici.

Non abbiamo ancora mai trovato persone competenti e dotate d’intelligenza; il problema è che, se esistono, nessuno ha il talento spirituale di accorgersene. Abbiamo bisogno di un aiuto per far emergere i talenti spirituali grazie a delle persone capaci di “intravederli” e di un principio meritocratico che garantisca giustizia. Deve essere data a tutti una possibilità ma i sogni e i talenti comportano sacrifici.

Non vogliamo essere dei lavoratori usa e getta.

Vorremmo essere aiutati a percepire le tre R come un sogno e non come un convincimento razionale: si deve creare una “chimica” di sentimenti collettivi che è la sola forza propulsiva. Non essere obbligati dalla società a fare, comprare, comportarsi…ci vuole maggiore costanza ed impegno nella resistenza. Resistere a cosa? Alla coca-cola che ci buca lo stomaco? Allo smog che ci provoca il cancro? Facciamoci un piacere: miglioriamo la qualità della vita.

Vorremmo che la gente capisse il potere del boicottaggio, quando ne parliamo la risposta è sempre “tanto non serve a nulla, noi non valiamo nulla…”: NON E’ VERO! Possiamo boicottare i prodotti dei grandi colossi industriali (Coca-cola /Nestlè/ Mc Donald’s) che sfruttano per il loro interessi i territori africani e dell’America Latina, impedendo lo sviluppo economico di quei paesi. Sogniamo di resistere alle mode, più che altro nel vestirci, nel parlare, che condizionano molto la vita dei giovani: rinunciamo a passare la domenica nei centri commerciali, stiamo all’aperto.

Utopia la nostra? Rinunceremmo alla macchina volentieri, amiamo la bici, ma la strada per il lavoro non ce lo permette.

Facciamo del riciclaggio, riutilizzo e riparazione uno stile di vita per far capire che non si tratta di no sforzo facoltativo ma di una comune abitudine quotidiana; come lavarsi i denti: tutti lo fanno sennò vengono le carie… e fanno male. Ci piacerebbe anche che l’Italia apprendesse le tecniche di riciclaggio dei paesi esteri. Intanto noi, nel nostro piccolo, coinvolgendo i nostri amici, potremmo riciclare e riutilizzare le cose per il nostro futuro.

Incentiviamo il riciclaggio: riduciamo la TARSU (Tassa sui rifiuti solidi urbani), riduciamo l’uso dei prodotti avvolti nel cellophane, utilizziamo materiali biodegradabili.

I gruppi di spesa oltre che un’esperienza solidale ed equa, sono anche un’esperienza di amicizia e di gruppo. Speriamo di poter fondare altri gruppi d’acquisto nel nostro quartiere per consumare prodotti locali.

Alcuni credono che il possesso sia l’unico modo di garantire il rispetto per un oggetto e per chi lo dovrà poi usare, seguiamo invece l’esempio dell’usare in comunità gli oggetti invece di possederli:
macchina, lavatrice, lavastoviglie, che sono pochi esempi ma ridurrebbero gli sprechi. Speriamo che anche nel nostro quartiere arrivi il car-sharing per non avere una nostra auto. Usiamo i mezzi pubblici e le bici invece di un’auto. Vogliamo accesso libero e condiviso alla rete internet. Smettiamo di comprare libri. Avere cura delle cose comuni e fiducia nell’altro, come pratica diffusa.