XVI INCONTRO donne C. d. B. (comunità cristiane di base) - Pinerolo 13 - 14 ottobre 2007.

 

Tema:

(Il divino), ATTRAVERSARE IL PRESENTE, OSARE IL FUTURO.

 

Non mettodi proposito l’aggettivo “divino” come è nella titolazione del Seminario. Nelle relazioni tenute dalle sapienti donne titolate a tenere l’incontro sono emersi soprattutto i temi riferiti ai DIRITTI UMANI violati. Due giornate molto intense su argomenti che riguardano la società in cui viviamo con la molteplicità di fedi religiose e di convinzioni personali.

Mi va di rilevare innanzi tutto la numerosa partecipazione di donne provenienti da ogni città d’Italia, sobbarcandosi faticosi e lunghi viaggi. E ad ogni evento di tale richiamo sono sempre più numerose della volta precedente, come riferito dalle organizzatrici, encomiabili da questo punto di vista. Non ci hanno fatto mancare niente:ricca cena a buffet nella sera dell’accoglienza, alloggio già predisposto per ciascuna di noi a seconda delle proprie esigenze, spettacolo teatrale serale sul tema principale trattato nel seminario: la violenza sulle donne che vogliono affermare politicamente il loro modi di “esserci”…

Grazie all’associazione “Viottoli” e al Gruppo donne della Comunità cristiana di Base, prosegue la traccia di confronto fra donne - iniziata nel1988 - per affermare la propria autonomia nel campo religioso e in quello delle pratiche politiche. Questo impegno si è allargato ad altri luoghi di relazioni, quali le Commissioni regionali per le Pari Opportunità. In questo incontro a Pinerolo abbiamo, infatti, ascoltato una donna, membro della Commissione e la presidente della stessa, che si sono dette – tra l’altro – impegnate nella costituzione di collegamento di reti di associazioni femminili. Su questo argomento hanno insistito per dire che è nella pratica del relazionarsi, nel confronto continuo, cercando sempre nuovi luoghi di incontro che la parte – oggi - “debole” della società potrà fare OPINIONE, proporre obiettivi politici e informazione in modo differente dai modelli di identificazione correnti…

E’ chiaro che il tutto è riferito alla difficile libertà delle donne in una democrazia che – soffocandola libertà culturale femminile - ne controlla l’esercizio di cittadinanza.

Giancarla Codrignani, giornalista esperta di questioni internazionali, ex parlamentare, ha infatti a lungo relazionato sulla Convenzione internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni contro le donne, sulla violenza contro le stesse,sulla situazione delle donne nei paesidel sud del mondo.

“Le religioni – dice – sono i limiti della crescita della società, sono le vere autorità di soggezione.

La nascita della proclamazione dei Diritti Umani (1948) è stata una bella conquista, ma a distanza di tanti anni le donne non hanno il controllo di tali diritti…. Sono rimaste le scomode figlie di Eva.

Se le Leggi sono dettate come leggi di natura, la natura ha bisogno del giudizio delle donne che sono portatrici di questo pensiero importante lievito della società. Occorre prenderne coscienza euscire dallapaura: ATTRAVERSARE IL PRESENTE e OSARE IL FUTURO”

Nell’incontro dello scorso anno "Il divino: abitare il vuoto" si è proprio scandagliato la ricerca del fare vuoto dentro di noi donne per uscire dalla paura e dal pregiudizio….smobilitando le usanze patriarcali che immobilizzano la ricercadi verità “altra”.

Rosetta Mazzone, già docente di legislazione minorile, organizzatrice diconvegni e seminari di studio per adeguare progetti di leggi alle nuove esigenze delle donne, ha puntualizzato che soprattutto la Collettività deve farsi promotrice di leggi da portare al legislatore.

Dobbiamo fare lo sforzo di uscire dalla soggezione della Legge, perché ci sono norme che sono leggi di natura, al di sopra dei canoni prefissati dagli uomini: in questo rientra il diritto delle donne di essere portatrici di Norme a tutela della inviolabilità del proprio CORPO.”

Il Laboratorio della giornalista Monica Lanfranco è stato molto partecipato per il tema attualissimo e che è tutto un programma da approfondire e su cui continuare a discutere: “Solo velate, solo veline? Corpi al macero mediatico tra fedi e mercato”.

“Occorre – dice- per osare il futuro, svuotare la tradizione dai simboli che vengono imposti per legge: soprattutto i simboli religiosiche sono diventati strumenti di guerra. Non per niente le usanze patriarcali e le usanze religiose vanno a braccetto… E il corpo della donna è diventato un luogo di “colonizzazione”. Sono parole forti ma che hanno un evidente riscontro in molti fattori di attualità: stupri di guerra, v. Ruanda, Kossovo, Algeria, ecc.. La prostituzione è il “consumo delle donne”- dice – e il simbolo religioso del velo è “il potere maschile sul corpo”. La violenza sulle donne, non ha colore né di religione né di cultura. “

“Smettiamola – continua– di parlare di rispetto delle culture. Vengono chiamate “cultura” tutte le regole su cui il patriarcato “mette radici” costringendo il corpo delle donne e i loro comportamenti dentro un modello. Modello che cambia a seconda dei luoghi e delle latitudini, ma che ha come denominatore comune il controllo su di esse.

“Non posso avere la presunzione di essere io quella che dialoga con una civiltà che non dialoga con le donne… Mi voglio confrontare con donne che mi devono convincere che se vogliono velarsi mi dovranno dire che sono libere di farlo o di non farlo…Fino a quel momento non mi farò complice di un patriarcato e non fornirò alibi ad un altro nome del rispetto delle culture…”

Nella conclusione si raccomanda fortemente di puntare sulla penetrazione dell’informazione: provocare “risvegli” e fare pressione su ogni Ente locale perché se ne faccia carico come patrimonio di valori da difendere..

Gli argomenti lasciano tanti altri spazi per continue riflessioni sull’attualità, da inserire nei futuri incontri che l’associazione Viottoli e la C dB si propongono.

A pieno titolo ci sta un detto antico ma attuale “chi dirige la propria attività verso il bene comune, acquisterà quel bene”.

 

Maria Incamicia – novembre 2007- chiesa valdese di Imperia