TEMPI DI SORORITA’

A cura di Catti Cifatte

 

UNA DIVERSA DIMENSIONE:

attraversare il presente, osare il futuro

 

Si è svolto a Pinerolo, nei giorni 13 e 14 ottobre, il XVI Incontro nazionale dei Gruppi donne delle comunità cristiane di base, organizzato in collaborazione con altri gruppi di donne: Il cerchio della luna piena di Padova, Donne in cerchio di Roma, Thea-teologia al femminile di Trento. E’ stata una scelta azzeccata quella di ritrovarci in quella sede, nella ricorrenza deivent’annidel gruppo-donne della Comunità di Pinerolo, perché lì è importante la presenza delle donne all’interno del contesto comunitario così ricco di tradizioni e di attività; ed ancheper lapresenza di gran parte dei compagni del gruppo Uomini in cammino, dei quali abbiamo apprezzato insieme a tutte le amiche organizzatrici, la disponibilità alla funzione di servizio e cura durante tutto il tempo dell’incontro.

Pinerolo è stato anche un ‘segno dei tempi’ per gli aspetti gestionali dell’iniziativa, a motivo del sostegno e supporto, anche finanziario, che è stato dato da parte delle istituzioni locali e con il concorso della Commissione delle Pari Opportunità della Regione Piemonte. All’incontro hanno preso parte circa 200 donne, la metà delle quali proveniente da diversi gruppi-donne sparsi per l’Italia, e l’altra metà provenienti da gruppi piemontesi.

L’appuntamento si rinnova e la relazione si consolida: si è trattato di una nuova tappa di riflessione sulla dimensione ‘politica’ della nostra ricerca, una dimensione non disgiunta dalle precedenti ma, in sé stessa, singolare e necessaria. Una tappa diversa per continuare il percorso e cercare di approfondire cosa ha significato per ciascuna di noi fare il vuoto per tentare di liberarci da una unicità di visione religiosa, e cosa può significare per tutte quante insieme, nel contesto sociale e storico in cui ci troviamo, la decostruzione del divino patriarcale e la costruzione di una alternativa possibile eprofetica.

Infatti l’esperienza, in questi ultimi anni di incontri e di relazioni, ci consente oggi di scegliere e di pronunciarci sul come e dove praticare la nostra profezia; in poche parole, noi ci domandiamo gli sbocchi, le finalità, lo scopo della nostra ricerca e constatiamo che spesso questa ci conduce anche alla concretezza delle scelte politiche.

A mio giudizio siamo cioè divenute consapevoli che occorre prendere parte e parola, sapendo coniugare con coraggio la nostra appartenenza, ma anche le nostre aspirazioni e desideri di costruzione del futuro insieme adaltre donne,in un immaginario, ed anche reale, cerchio sempre più ampio. Infatti nella presentazione dell’incontro si legge questo messaggio: "liberare il divino dalle gabbie sacrali che lo hanno imprigionato nel corso della storia e lo hanno separato dalla quotidianità della vita, della nostra vita, nella consapevolezza che da qui occorre passare per dire una ‘parola altra’ sul mondo".

Il primo momento di riflessione è stato quindi affidato a due donne del gruppo bolognese che hanno intrecciato, nella loro vita, l’impegno politico con la testimonianza di credenti e che da due diversi approcci e con due diversi linguaggi ci hanno introdotto al tema "Natura, norma e giudizio".

La visione politica di Giancarla Codrignani è uno stimolante e provocatorio esercizio femminista, anche nel linguaggio, nella sua multifocalità, nello spaziare sui diversi argomenti d’interesse etico e scientifico, ed intriga per i suoi mille interrogativi di fronte all’inedito mondo odierno; è insieme denuncia e presa di posizione con le donne per delineare un sempre nuovo contesto di liberazione.

La testimonianza di Rosetta Mazzoneè concreta, scandita da una disciplina di riferimento, dal metodo, un po’ maschile, ma senz’altro rassicurante e di riferimento per le donne che vivono realtà di conflitti in famiglia e nella società. Essa ci trasferisce la sua esperienza interpretativa della legge sempre vissuta dalla parte della donne, da parte dei figli e figlie, in poche parole del debole.

Entrambe le relatrici, si capisce, vogliono parlarci a partire da sé, della loro dimensione di vita vissuta di fronte alla condizione delle donne che oggi s’interrogano su maternità, natura, leggi, bioetica, diritti di genere, famiglie, omosessualità …

Dicono Carla Galetto eDoranna Lupi, nel loro resoconto pubblicato sul sito delle CdB: “ www.cdbitali.it- notizie dai gruppi donne.”

"Qualunque espressione concettuale storica, perfino quella di natura – scrivono –, riceve codificazione ‘neutra’, vale a dire, come ben sappiamo, maschile. La ‘natura’ diventa così una delle formulazioni più ambigue. La donna, riproduttrice ‘per natura’ della vita, non ha potuto contrastare la violenza del diritto maschile sul suo corpo e la famiglia rimane sempre un istituto ‘naturale’ governato dal potere maschile. Quando un Tribunale emette una sentenza ‘in nome del popolo italiano’, noi donne ne siamo parte? Quando un Parlamento legifera, come tiene presente il pensiero di genere e con quali strumenti possiamo ottenerne il riconoscimento? Come possiamo conquistare ascolto ed elaborazione delle nostre idee e progetti fruendo delle competenze, acquisite negli anni di confronti, specie nelle nostre associazioni, all’interno delle quali abbiamo rafforzato la positività di una responsabile determinazione nonviolenta e di una gestione creativa, anche del dissenso e del conflitto?".

Nell’assemblea hanno anche presentato la loro attività, tre gruppi-donne presenti sul territorio: il gruppo donne per la ricerca teologica di Pinerolo, le amiche del campo lesbico di Agape e il gruppo “famiglie Arcobaleno”.Tre presentazioni molto importanti che consentono l’ampliamento dei legami già instaurati, il coinvolgimento nelle realtà della “differenza” e ci aprono verso una concezione sempre inedita della relazione e in particolare della relazione psicologicaed affettiva all’interno di una diversa concezione della famiglia o convivenza.

Gli spunti di riflessione non sono dunque mancati così come nei laboratori nei quali ci siamo distribuite a seconda della scelta personale e libera: con Pinuccia Corrias, che ci ha proposto una riflessione sui testi di Clarice Lispector ‘La passione secondo G. H.’ e di Alicia Dujonne Ortiz ‘Giacinta’; con Sandra Morero sulla globalità dei linguaggi "In vacanza con le mistiche", con Karola Stobaus il bibliodramma "Siamo noi figlie che sanno profetizzare?", su un testo biblico del profeta Gioele; con Monica Lanfranco sul tema politico "Solo velate, solo veline? Corpi al macero mediatico tra fedi e mercato”; e il consueto e liberante laboratorio sul corpo, condotto da Elisa Barato eMarina Marangon,sul mito di Inanna.

Non poteva mancare una bellissima serata culturale con l’Alma Teatro di Torino che ha inscenato lo spettacolo “Chador e altri foulards” nel quale si sono evidenziati gli interrogativi: Nascondere il proprio corpo ad un esterno sovente intrusivo o esibirlo senza problemi? Crescere con il desiderio di essere visibili e di occupare pienamente lo spazio esterno, oppure, sentirsi padrone all’interno di uno spazio segnato da precisi confini e da ruoli definiti?Confini come ordine del mondo o confini come barriere da superare? Quali veli coprono o difendono, in modo consapevole o inconsapevole, il corpo femminile?

L’assemblea conclusiva della domenica mattina è iniziata con la celebrazione“Tutte le donne uscirono dietro a lei con…”(Canto di Miriam, Esodo 15- 20,21) a cura di un gruppo di donne valdesi e condotta da Karola: il rituale si è svolto nell’ambito di piccoli cerchi di una diecina di donne ciascuno, consentendoci di confrontare le nostre interpretazioni sulla parola biblicae di poterci scambiare vicendevolmente messaggi verbali e corporei di pace e serenità. La condivisione è stato quindi il legante di un momento liturgico scandito da musiche e da silenzi, da parole e da strette di mani, da gesti e danze collocandosi nella tradizione femminile biblica che da Miriam la profetessa giunge fino alla donna che unse Gesù a Betania e di cui è significativo fare memoria.

E’ seguita la interessante relazione della pastora valdese Daniela Di Carlo, che ha proposto alla discussione alcune questioni scaturite dalla lettura di recentissimi testi di Naomi Klein, Sigmund Bauman e Judith Butler sulla condizione economica e sociale contemporanea, “come si può, come donne, attraversare il presente?” La riflessione è partita dalla attuale condizione delle violenze subite, dal ginocidio, dal fondamentalismo delle religioni, tutti segni del rafforzamento del potere patriarcale, per l’acquisizione di una nuova consapevolezza e di una nuova condizione che trasforma fin da subito la nostra prospettiva in una forza positiva. Per Daniela che ha saputo infonderci, con la sua autorevolezza e il suo slancio notevole fiducia e certezza della possibilità del cambiamento, esiste una certezza di affermazione femminile che scaturisce dalla volontà di generare il bene, di sapere essere maestre , di sapere mettere a frutto quelle capacità di relazione forte e che ci chiama, come fece Miriam, nel sapere toccare la vita degli altri e delle altre, con la responsabilità di rendere incarnato Dio tra noi. La nuova strada non può che scaturire da una nuovapresa di parte, da una nuovo coraggio di disobbedire e di ri-affermare ciò che siamo e che vogliamo essere. E’ arrivato il tempo di vedere il nostro splendore, come dice Alessandra Bocchetti e di andare dappertutto a dire ciò che siamo, senza bisogno di legittimazione.

A rimarcare la forte esigenza di confronto, la limitatezza dei nostri spazi e tempi, l’anelito allo stare maggiormente insieme, ancorché distanti fisicamente, dopo il Convegno si è aperto una interessantissimo dibattito e confronto che è pubblicato sul sito dell’associazione Viottoli e che vi invito a leggere. Inoltre stiamo certe che a prestissimo verranno preparati gli atti nella consueta veste dei nostri quaderni!

 

Catti Cifatte, Genova 11 novembre 2007