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I quattro cuscini, il vangelo e la costituzione della repubblica

 

“Abbiamo presentato un emendamento che ripristina il livello originario di finanziamento. Potete stare tranquilli. Dormire non su due ma su quattro cuscini”.

Mentre ascoltavo questa impegnativa dichiarazione ai telegiornali del sottosegretario Giuseppe Vegas, rivolta ai vescovi, rimuginavo tra me e me: ….dormire tranquillo su quattro cuscini…  Quelle parole mi ricordavano qualcuno, ma non precisamente un tipo che dormisse o che invitasse a dormire, e neppure un tipo “tranquillo”. Chi era costui? Allora sono tornato a leggere il testo, per metter ordine nei miei ricordi: “ Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi; ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (dai Vangeli).

Forse il cattolico Vegas non aveva alcuna intenzione maliziosa contando fino a quattro cuscini: aveva ed  ha ben altre pensieri, immerso come è nei conti che non tornano della sua Finanziaria. Eppure è riuscito benissimo a rendere l’enorme distanza tra le esigenze del Vangelo e le “loro” esigenze. In meno di ventiquattro ore, abbiamo assistito ad un esempio di quello scambio elettorale e del mercato del consenso, molto più chiaro ed illuminante di tante indagini e numerosi studi. E non finisce qui. Loro, infatti, hanno aspettative anche più consistenti: riparlano del cosiddetto bonus, una sorta di fai da te della formazione culturale e degli studi nella Repubblica, nobilitato (si fa per dire) con il preteso “diritto inalienabile di educare i figli secondo proprie convinzioni etiche e religiose” (sono parole, questa volta, addirittura del vescovo di Roma, il papa). Ovviamente (l’ovvietà è tutta loro) con “oneri  per lo Stato”. Insomma: il mercato ha le sue regole e una volta entrato in quella logica il prezzo si alza sempre di più; e se per caso c’è, sulla strada, una Costituzione di troppo, si deve mettere le mani anche su di essa. Ma vorrei tornare da dove sono partito, e legittimamente ritengo, perché di mezzo c’è il “chi è la Chiesa” e il “cosa “ sono chiamati a vivere ( pensare, fare e dire) coloro che si mettono alla sequela di Cristo. E tornando lì – proprio a quel testo – incontro uno che voleva mettersi a seguirLo, ma prima doveva andare a seppellire suo padre. Ma Gesù gli rispose: seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti.

Mario Campli

della Comunità cristiana di base di S. Paolo-Roma

 


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