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ESISTE UNA TEOLOGIA DEI MAFIOSI?

Esiste una teologia dei mafiosi? Nel mio ultimo libro (che, non senza sorpresa, mi sono visto richiedere  dalle Edizioni San Paolo) ho cercato di enuclearla da dichiarazioni e documenti di matrice mafiosa. Mi è sembrato di individuare una certa idea di Dio (onnipotente senza tenerezza, trascendente senza immanenza, sovranamente accessibile solo per mediazione 'clientelare'), una certa idea del Cristo (unica incarnazione del Verbo, redentore attraverso un sacrificio sanguinario), una certa idea di chiesa (potente istituzione garante della tradizione e dell'ordine sociale) e così via.

Meditando su questa teologia mafiosa ho trovato delle imbarazzanti analogie con la teologia cattolica (specie nella sua versione mediterranea). Da qui la pars costruens del volume: la proposta di una teologia critica che, purificatasi alle fonti evangeliche e liberatasi da superfetazioni dogmatiche, si ristrutturi in maniera da risultare oggettivamente antimafiosa.

Punti qualificanti per tale nuovo modo di interpretare l'identità cristiana sarebbero un Dio senza antropomorfismi, un Cristo  liberante, una chiesa diaconale, un'umanità bisessuata, una giustizia misericordiosa, una spiritualità incarnata, sovversiva e nonviolenta...Sono riuscito nell'impresa? Ovviamente, nel migliore dei casi, si tratta di un abbozzo di teologia demistificante e giocosa che solo il contributo di esperienza e di pensiero di tante sorelle e fratelli potrebbe trasformare  - gradualmente e sempre provvisoriamente - un affresco.

 

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.eu

 


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