Quale etica per quale politica?

Ciò che lascia più sbalordito il telespettatore medio, in questa aggressività mozzafiato del presidente Berlusconi,  è la maschera feroce di un’intenzione che si dichiara etica: disvelare le compromissioni tra politica e mondo finanziario ad un elettorato di sinistra che, evidentemente, nel target previsto, è considerato  - quando non comunista e cioè criminale – sprovveduto e imbecille. Maschera di una spregiudicatezza sempre più rozza nella gestione della cosa pubblica, di una complicità più o meno scaltra con il rampantismo finanziario dell’ultima banda bassotti.

Beh, certo che a questo punto è opportuno che spegniamo per un po’ il televisore e, fatto silenzio attorno a noi, ci chiediamo in quale etica ci possiamo riconoscere, che abbia senso per noi e per i nostri figli. Non certo alla morale cattolica che, come ci ricorda G. Codrignani, preferisce fingere di ignorare l’esistente, dalle coppie di fatto alla omosessualità, dalla contraccezione alla scelta dell’aborto. Quanto poi al problema di un’etica laica, il sondaggio di Demos Eurisko a proposito delle reazioni al baccano mediatico degli ultimi giorni (“la Repubblica” 22.01.2006) rivela che il tema della corruzione politica non è ai primi posti nel pubblico interesse, ma lo precedono urgenti problemi di sopravvivenza, come il caro-vita, il lavoro, la casa, la criminalità.

Dunque, l’etica viene molto dopo le esigenze primarie. Forse non si ha più la forza di riconoscere la relazione profonda tra un’etica sana ed una politica responsabile e ci si rassegna a convivere con un’etica dell’adattamento che non lascia spazio neppure alla speranza. Il teologo tedesco Küng sostiene: “Abbiamo bisogno (…) di norme etiche di base, sostenute da tutte le religioni importanti e dalle tradizioni filosofiche, che possono accettare anche i non credenti”. Apre così un dibattito sull’etica globale: “Abbiamo bisogno soprattutto di leader che, in politica ed in economia, come nell’ambito della cultura e delle scienze, abbiano di nuovo convinzioni etiche”.          (ADISTA Contesti, n°6, pag.15).

Rosaria de Felice

 del Gruppo di Controinformazione Ecclesiale di Roma