CHIESA DAL BASSO

Oggi le comunità di base sono completamente dimenticate e dileggiate. Ma sono “vive”. Ho già citato la comunità dell’Isolotto e vorrei aggiungere la comunità San Paolo a Roma. Le comunità di base sono un fuoco ardente che si vorrebbe soffocare. Ma la coscienza di molti credenti continua a domandarsi cosa sia diventata la Chiesa oggi. E spesso si chiede se la Chiesa non si sia ridotta, da mezzo per la realizzazione del Regno di Dio, a fine e scopo di se stessa, della sua propria azione.

C’è da rallegrarsi, in questa realtà pluralista, che ci sia ancora qualche libertà democratica, che si riesca ancora ad organizzare qualche convegno. Il mondo laico, tra cui la stessa rivista MicroMega, può aiutare molto – e talvolta lo fa come in questa occasione  - nel ridare spazio a chi lo ha perduto. Non vedo molte altre possibilità. Il quotidiano cattolico L’Avvenire, a tutte le nuove istanze, non concede una riga.

E certe volte mi vien da pensare che siamo sordi noi per primi. Tutti gli anni, infatti, le comunità di base fanno un convegno. Perché non partecipiamo tutti? Ripartiamo dai primi responsabili, dall’Isolotto, San Paolo, Oregina qui a Genova, un piccolissimo gruppo.

Le comunità di base hanno intuito dal Concilio che il diritto degli oppressi è diventare soggetti della loro liberazione. E quando questo gli viene negato, nella misura in cui si contesta il loro diritto di conquistare la libertà attraverso la lotta, che cosa rimane loro? E come si coniuga questa oppressione strutturale e mondiale con il grande discorso della nonviolenza?

 

Dalle dichiarzioni di don Andrea Gallo intervistato con altri dalla rivista Micromega n.6 del 2005: "Un'altra chiesa è possibile"