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Il rischio di regime

In un articolo di Repubblica del 25 Febbraio, Vito Mancuso propone l’idea di un Vaticano III “applicando lo spirito del Vaticano II a ciò che di più urgente c’è nel nostro tempo”. In una sua riflessione diffusa tramite internet, Aldo Antonelli boccia questa proposta, con la condivisibile considerazione che da un Vaticano III con questo papa, questi cardinali e questi vescovi……. non c’è da aspettarsi nulla di buono, anzi !

Però, il ragionamento di Mancuso continuava in modo sottile, sottolineando il rischio che “il messaggio complessivo dei progressisti sia per lo più rivolto al passato, mentre quello dei non progressisti sia paradossalmente più carico di progresso, di desiderio di innovare e di cambiare”: da qui la sua proposta di un Vaticano III. Di seguito,  Mancuso fa un esplicito riferimento alla diffusa insoddisfazione del presente: quindi abbiamo un presente, insoddisfacente, che fa da spartiacque tra un passato ricco di suggestioni non ancora realizzate e un futuro foriero di cambiamenti…... non ancora realizzati.

Dove sta il rischio di regime? Si annida verosimilmente nella frustrazione dell’insoddisfazione presente, solo percepita oppure concreta, come può essere quella generata da questa crisi finanziaria.

Un recente film, “L’Onda”, ripropone l’esperimento di un professore americano, Ron Jones, che nel 1967 per spiegare ad una classe come nasce una dittatura, la militarizzò: inni, saluti, divise, disciplina, un motto, stemmi, bandiere, ruoli. In poco tempo lo scetticismo degli allievi si tramutò in entusiasmo, in fanatismo, paranoia, violenza. Nelle situazioni di perdita di lavoro, dignità, senso della vita, se qualcuno viene a dirci “io ho le risposte”, la tentazione di seguirlo è fortissima.

Claudio Giambelli             

CdB di san Paolo - Roma


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