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                              Nuovi cieli e terre nuove

“Essere cristiani non significa tanto fregiarsi di un distintivo o professare determinate dottrine quanto provarsi a fare propri i comportamenti altruistici di Gesù Cristo,  in altre parole riprendere e portare avanti le sue scelte umanitarie accogliendo le mozioni che lo Spirito fa pervenire indistintamente a tutti gli uomini, tutti secondo Gesù egualmente figli di Dio ma anche suoi insostituibili collaboratori sul piano della creazione e della salvezza.”  (Ortensio da Spinetoli, Gesù di Nazaret, La Meridiana, 2005)

 

E’ un segno di speranza constatare quanto sia spontaneamente accolto tutto il contenuto del libro citato anche dalle persone  inserite nelle varie istituzioni cattoliche che non sono però interessate a salvaguardare quelle posizioni di prestigio e/o di potere che in qualche modo derivano o si rifanno alla S. Sede.

Certamente tutto ciò  accresce anche il rammarico per la presenza degli innumerevoli ostacoli che, di fatto, precludono una comprensione di massa a questa prospettiva del messaggio evangelico.

Senza dimenticare il groviglio di cause eterogenee al fondo della crisi Vaticano (= Occidente) e Islam di questo periodo, mi limito a ricordare, per l’Italia, le conseguenze della lotta antimodernista e dell’avvento del regime concordatario nel 1929, perfezionato ed esteso nel 1984, in particolare le anacronistiche norme di attuazione ottenute dalla CEI nell’ambito dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica.

Le difficoltà che incontra oggi l’integrazione di persone con  culture e religioni non cattoliche, così come il  vasto orizzonte dei pericoli connessi  all’incomprensione tra realtà cristiane ed islamiche  potrebbero, ciò nonostante, costituire per le persone di  buona volontà una leva  in grado di sollevare il macigno del passato e promuovere su premesse diverse nuovi cieli e terre nuove.

Anna Maria Marenco

Gruppo di controinformazione ecclesiale  - Roma

26.9.06


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NOTA:

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