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ANCORA A PROPOSITO DI “SPECIFICO”

Caro Marcello,

per intere settimane ho respinto la voglia di rispondere a quanto hai scritto, rivolgendoti a me, nel dibattito a proposito de “Lo specifico” di Nino Lisi.

Poi mi sono detto che non potevo portarmi dietro questa voglia all’infinito ed eccomi qui a tentare di chiarire quello che penso sull’argomento. Scrivo a te, e non mi importa che queste mie righe siano pubblicate sul sito. Se vuoi pubblicale, se non vuoi per me va bene lo stesso.

Nemmeno io voglio addentrarmi in disquisizioni sulla volontà o meno di Gesù di fondare una chiesa, anche se sono ormai molti gli storici che indagando su Gesù, i suoi tempi e gli scritti canonici e apocrifi dell’epoca ritengono di poter affermare che il nazareno non aveva avuto l’intenzione di dare vita ad una istituzione nuova, quale si è poi rivelata la chiesa cattolica. Ma, come sottolinei tu, non è questo il punto. Il punto è sulle ragioni che tu adduci per avvalorare una qualche necessità di una chiesa cristiana: due cose che meritano un approfondimento, che qui si può solo accennare.

E cioè: 1. Se i seguaci di Gesù “non si fossero impegnati a tentare di vivere secondo i suoi insegnamenti e a diffonderne la conoscenza, noi non saremmo qui a discutere…”. 2. “Sono convinto che la grande famiglia umana abbia tratto più vantaggi che svantaggi dalla loro (delle chiese) esistenza e che possa ancora trarne”; anche se poi tratteggi una chiesa “altra” che non ha nulla a che vedere con la chiesa cattolica oggi esistente.

Ora qui le cose sono per forza molto soggettive. Io ritengo tuttavia che degli insegnamenti  del Gesù storico ci sia rimasto poco o niente nella chiesa cattolica. C’è una serie infinita di dogmi, di disposizioni, di burocrazie, di minuzie che non hanno nessun rapporto con la persona di Gesù (la trinità, la divinità di Cristo, la lettura in chiave sacrificale della morte di croce [“il più grave stravolgimento della testimonianza di Gesù” secondo Ortensio da Spinetoli], il peccato originale, il sacerdozio ministeriale, un’ecclesiologia monarchico-dittatoriale, una mariologia idolatrica, delle astruserie sulle “processioni” [lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio invece che dal solo Padre, questione alla base dello scisma d’oriente],  una morale sessuofobica, un diritto canonico da azzeccagarbugli, delle norme liturgiche da impero bizantino, ecc, ecc.). Cosa c’entra tutto questo con Gesù e con i suoi insegnamenti?

E sei sicuro che la famiglia umana abbia tratto, da un cristianesimo ormai lontano da Gesù, più vantaggi che svantaggi? Da quando la religione cristiana si è legata al potere ha portato quasi solo danni. E dico quasi per dare un giusto riconoscimento a quei tanti cristiani che nel corso dei secoli hanno cercato davvero di vivere la sequela di Gesù, anche se spesso in disaccordo, più o meno palese, con la chiesa ufficiale. Ma la chiesa gerarchica no. Ha conculcato libertà di coscienza, libertà di religione, libertà di culto per le religioni non cristiane e addirittura non cattoliche, libertà di parola, libertà di pensiero, libertà di espressione nell’arte. Ha preteso abiure non solo in campo religioso, che è già una mostruosità, ma anche in campo scientifico (dal sole che gira intorno alla terra al preservativo che favorisce la diffusione dell’aids); e non ha esitato a mandare a morte, per interposto braccio secolare, i dissenzienti, eretici, streghe, ecc. E poi basta guardare all’oggi, e sembra quasi impossibile: la scomunica per madre e medici della bambina brasiliana violentata dal patrigno e fatta opportunamente abortire, le affermazioni di Benedetto XVI e compagni sul profilattico (è meglio morire che usare un profilattico). E’ così che si porta vantaggio all’umanità? Non c’è al fondo di tutto un malcelato, e a volte un manifesto, disprezzo per l’essere umano? Se si riflette a come la chiesa cattolica vede l’umanità, ovvero i singoli uomini e donne, c’è da rimanere sconcertati. Peccatori già prima di nascere ed inclini al male, bisognosi dell’intervento esterno di un Dio per arrivare alla “salvezza” (qualunque cosa significhi), perché incapaci da soli di dare un senso ed un’etica alla propria vita, costretti (i più fortunati, perché per gli altri, almeno fino a ieri non c’era salvezza) ad un rito di abluzione più o meno magico che, anche all’insaputa di chi lo riceve, purifica da quel peccato ma non dalle sue conseguenze (concupiscenza ecc.), incapaci di seguire la retta via se non come gregge guidato a bacchetta da un monarca assoluto che non solo governa, ma decide cosa è bene e cosa è male, in tutti i campi, dalla camera da letto ai letti delle rianimazioni, dalle alleanze politiche (comprese quelle con i regimi fascisti se portano vantaggi alla chiesa) alle leggi civili, ecc., ecc. Vuoi che continui? Perché si potrebbe farlo per pagine e pagine. Dove sono i vantaggi per l’umanità?

Scusami, Marcello, sono solo pochissime delle cose che si potrebbero dire e che, ti assicuro, mi fanno star male. Io ambirei ad essere un seguace di Gesù, ma fuori ed in dissenso con la chiesa cattolica, che è la sola che conosco tanto bene da poterla criticare, e possibilmente fuori da qualunque chiesa. Un po’ come essere seguace di Gandhi, senza far parte di una chiesa gandhiana, che per fortuna non credo ci sia.

E lasciami concludere queste poche righe troppo affrettate con alcune parole di Ernesto Balducci, da aggiungere a quelle già riportate nel mio intervento precedente: “E’ vero, esiste ancora, e quanto è ingombrante, una Chiesa che si esprime col linguaggio della prudenza politica, che riveste di sacro la morale dominante. Questa Chiesa non mi interessa, è quella di cui contemplo il declino con cuore gioioso. In me essa è già quasi morta […] Io sono finalmente cattolico, e precisamente perché non lo sono più, perché sono un figlio dell’uomo”  (da Paul Gauthier, Vangeli del terzo millennio, Qualevita 1992, pag 248-249).

Leo Piacentini, comunità di Piazza del luogo pio di Livorno

Livorno. 25.03.09

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