L'ASTENSIONE? UNA «SPIA» PER SCHEDARE I «CATTOLICI»

La fortissima pressione della Conferenza episcopale italiana, guidata dal card. Camillo Ruini, sui «cattolici» perché si astengano nel prossimo referendum sulla procreazione medicalmente assistita, ha una conseguenza su cui forse non si è riflettuto abbastanza: e, cioè, la «conta» pubblica dei «cattolici».
Conosco molti paesi e borgate ove il seggio si trova nell’edificio delle scuole; di fronte a queste scuole si trova un bar. Ebbene, un paio di «cattolici» zelanti potrebbero sedersi al bar, chiacchierare del più e del meno, giocare a briscola, prendersi un gelato, leggere il giornale e, senza dar nell’occhio, controllare intanto chi si reca alle urne. Se, tra i votanti, vi sarà il parroco, un membro del Consiglio parrocchiale, il responsabile del Gruppo missionario, il sindaco notoriamente cattolico… la «spia» potrà poi riferire al vescovo i nomi dei cattolici «notori» disubbidienti.
Anche se l’astensione è giuridicamente legittima, in pratica la furbata della CEI porta a rendere assai difficile, per un «cattolico», decidere, in coscienza, di andare a votare, perché così facendo sarebbe schedato e pubblicamente indicato come «no buono» per la Chiesa romana. Bravi, i vescovi! Però un proverbio avverte: «Chi semina vento, raccoglie tempesta».

LUIGI SANDRI

 

 


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