POPOLO DI DIO, FATTI SENTIRE!

Sulla scia della trionfale battaglia referendaria sulla procreazione assistita, la Chiesa Cattolica è scesa nuovamente in campo, tra settembre ed ottobre, con una forte campagna d’opinione. Una mobilitazione su tutta la linea: il suo autunno “caldo”. Basta scorrere rapidamente i titoli dei giornali di questo periodo.

Ruini: I Pacs sono incostituzionali - Betori (Segretario Cei): La Chiesa non si fa intimidire - Sodano: Pacs. I desideri non sono diritti. Siamo pronti al referendum - Scola (al Sinodo): Digiuno eucaristico per i preti sposati - Levada (al Sinodo): E’ peccato votare i politici abortisti - Trujillo (al Sinodo): Niente comunione ai politici che favoriscono divorzio, coppie di fatto, unioni gay - L’Osservatore Romano: Pillola abortiva. La scienza al servizio della morte - Regalo elettorale: La Chiesa non paga l’Ici - Benedetto XVI: Dio al centro della vita pubblica.

A questo scatenato interventismo della Chiesa nella cosa pubblica fa riscontro “la gara fra le forze politiche per la conquista dei voti cattolici” (Stefano Rodotà).

E’ tale il clima di restaurazione politica e sociale, da far chiedere a Francesco Merlo su  La Repubblica: “Dove sono finiti i laici di destra? In quale scantinato sono stati costretti?”.

Ma, più ancora, è Eugenio Scalfari a domandarsi se non si stia riproponendo in Italia una “questione cattolica” - “Chi dovrebbe reagire è il laicato cattolico, che invece è incomprensibilmente silente. Salvo rare e oscillanti eccezioni il laicato cattolico sta assistendo alla sistematica distruzione delle sue autonomie dentro e fuori dal perimetro religioso”.

E’ difficile non condividere la denuncia di Scalfari. Noi dell’area delle comunità cristiane di base - insieme con il movimento “Noi siamo Chiesa” e qualche altra singola voce - facciamo forse parte di quelle rare ed oscillanti eccezioni (oscillanti non per volontà propria ma per la scarsa visibilità mediatica e qualche disfunzione organizzativa che dovremo superare), ma poi?

Dove sta l’ekklesia? Dove sta il popolo di Dio? Dov’è quella splendida rete fatta di movimenti ed associazionismo di ispirazione religiosa, di centri culturali e parrocchie di periferia con la quale tante volte ci ritroviamo a marciare e lottare insieme per la pace e contro le povertà, le profonde disuguaglianze e discriminazioni che interessano tanta parte dell’umanità?

Come mai questa realtà, così ricca di valori e di sensibilità umana e solidale, non sviluppa all’interno della Chiesa una rigorosa dialettica sulle prassi di fede, sui rapporti di potere, sul ruolo della religione nella vita pubblica, sugli interessi economici e sui privilegi in gioco, sul ruolo delle donne, sulla democrazia tra popolo e gerarchia?

Scrive Leonard Boff: “L’esperienza delle prime due generazioni di cristiani fu caratterizzata da una democrazia radicale -La legge base era: “quello che concerne tutti, da tutti deve essere deciso”-. E’importante riscattare la memoria rivoluzionaria nascosta nella parola ekklesia: assemblea popolare. Chissà che non ci ispiri un’altra capacità di essere cristiani e di essere cittadini”

La storia civile e il messaggio cristiano ci insegnano che non sempre “l’obbedienza è una virtù” e che tante volte “ribellarsi è giusto” nella “carità”.

 Gennaro Sanges

della CdB del Cassano di Napoli       

 

 


 

NOTA

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